Film parodia di Quella sporca ultima meta, L’altra sporca ultima meta

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Qualche post fa vi avevamo parlato di Mean Machine, comedy-sportiva inglese che parodiava il genere prison-movie utilizzando il classico Quella sporca ultima meta di Robert Aldrich come film di riferimento e sostituendo lo sport giocato nel film, il football americano, con il calcio.

Oggi invece vi parliamo del remake ufficiale del classico con Burt Reynolds, L’altra sporca ultima meta che già dalla scelta del protagonista e del regista lascia intuire la deriva comedy presa dall’intera operazione, che smussa abbondantemente il lato drammatico dell’originale, rispettando però lo script del ’74.

Il regista Peter Seagal, all’attivo una corposa filmografia comedy che vede oltre al terzo capitolo de La pallottola spuntata anche i più recenti 50 volte il primo bacio e Agente Smart-Casino totale, sfrutta appieno la vis comica di Adam Sandler che già aveva affrontato il campo della comedy-sportiva con lo spassoso Un tipo imprevedibile di Dennis Dugan e l’edificante Waterboy di Frank Coraci.

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L’altra sporca ultima meta: recensione

longest_yard_ver2Paul Crewe (Adam Sandler) è una testa matta, la sua carriera nel football è ormai finita, il suo caratteraccio ed un’inclinazione alla bottilgia ne hanno fatto un personaggio borderline e una sera, dopo un litigio con la sua ragazza, Crewe le ruba l’auto e da il via ad un inseguimento con la polizia che lo vedrà finire dritto in prigione per guida in stato d’ubriachezza e furto d’auto.

I suoi problemi con l’alcool e la fine della carriera sono dovute a voci che lo vedono implicato in alcune partite sospette, ma al direttore del penitenziario Hazen ( James Cromwell) tutto questo importa poco, appassionato di football costringe letteralmente Crewe ad organizzare una squadra di detenuti per far allenare la sua squadra di guardie della prigione.

Se all’inizio Crewe è titubante, visto l’affiatamento crescente con i suoi nuovi compagni di squadra e l’aiuto dell’ex-allenatore Nate Scarborough (Burt Reynolds, accetterà di far giocare la sua  squadra con quella dei secondini per dare a questi ultimi una bella lezione in una partita con tanto di pubblico, ma il direttore della prigione ha in mente tutt’altra cosa…

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Adam Sandler: predestinato alla comicità

Adam Sandler ha cominciato a farci ridere nel lontano 1989, con Going Overboard, per poi deliziarci, qualche anno dopo, con Teste di Cono, film del 1993 diretto da Steve Barron. Chi è questo sorridente pagliaccio che ormai siamo più che abituati a vedere sul grande schermo?

Adam è nato a Brooklyn, il 9 settembre 1966. Quando era piccolo, il suo sogno era quello di fare il pompiere, ma la sua naturale vocazione al “far ridere” si è imposta prepotentemente e precocemente nella sua vita.

Il suo talento naturale e la sua predisposizione alla risata lo hanno condotto per la prima volta su un palcoscenico alla tenera età di 17 anni; alla fine degli anni 80 partecipa Cosby Show, per essere poi notato da Dennis Miller mentre intattiene il pubblico con le sue battute.

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