Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, recensione

Il pasticcione e logorroico brigadiere della polizia Pasquale Zagaria (Lino Banfi), asso dei travestimenti e nel lasciarsi sfuggire ogni malvivente cui da la caccia, vede prima un lento ed inesorabile tracollo della sua carriera fino ad essere degradato da maresciallo a guardia semplice, per poi onde evitare di finire come ultima tappa nell’unità cinofila, in un ultimo gesto d’orgoglio da le dimissioni che naturalmente verranno immediatamente accettate.

La vita da civile per Zagaria non è affatto semplice, trasferitosi con la moglie Pupetta (Francesca Romana Coluzzi) in un casale nella campagna romana, l’ex-poliziotto tortura vicini ed animali cercando di riprovare il brivido della caccia perduto con esilaranti investigazioni, improbabili interrogatori e una mania di giocare al poliziotto sotto copertura con tanto di macchina forografica al seguito.

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Frasi da cinema, L’allenatore nel pallone

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Oronzo Canà (Lino Banfi) un allenatore, un mito, con la sua Longobarda ha fatto sognare migliaia di tifosi…

LEZIONI DI TATTICA:

Canà: C’è 4-5-1 o 4-4-2, io invece uso una cosa diversa: il 5-5-5…mentre i cinque della difesa vanno avanti, i cinque attaccanti retrocedono e così viceversa. Allora la gente pensa: «Ma quelli che c’hanno cinque giocatori in più?» Invece no, perché mentre i cinque vanno avanti, gli altri cinque vanno indietro, e durante questa confusione generale le squadre avversario si diranno: «Ah! Ah! Che cosa sta succedendo?». E non ci capiscono niente.

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10 film sul calcio

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Ancora classifiche e ancora sport per celebrare degnamente l’imminente Campionato del mondo di calcio, naturalmente con pellicole rigorosamente a tema che hanno utilizzato la tematica calcistica in varie salse, vedi il calcio come veicolo per realizzare i propri sogni come nel dittico Goal!, edificante parabola da family-drama come ne Il mio sogno più grande, ma anche come comedy a tutto tondo come nel B-cult L’allenatore nel pallone piuttosto che in salsa prison-movie nell’inglese Mean Machine.

Naturalmente non potevamo certo dimenticare la figura del presidente di società e il calcio di provincia con il memorabile Albertone de Il presidente del Borgorossso Football Club e il calcio in celluloide d’autore con l’Ultimo minuto di Pupi Avati. Ed ora prima di lasciarvi alla nostra top ten spazio alle menzioni d’onore, quei film che seppur meritevoli abbiamo dovuto per motivi di spazio escludere dalla classifica vedi La biopic di Marco Risi Maradona-La mano de Dios, l’istant-movie Ultrà di Ricky Tognazzi, la comedy di David Evans Febbre a 90° e i B-cult Eccezzziunale…veramente e Shaolin Soccer.

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L’allenatore nel pallone 2, recensione

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I fasti e la salvezza strappata in extremis della mitica Longobarda, fanno ormai parte del glorioso passato dell’ex-allenatore, ora imprenditore Oronzo Canà (Lino Banfi), che abbandonata la panchina gestisce un’azienda agricola che produce olio d’oliva, accanto a lui l’inseparabile moglie Mara (Giuliana Calandra), e la figlia Michelina (Stefania Spugnini), a cui si sono aggiunti il fedigrafo genero Fedele (Biagio Izzo)  e il nipote Oronzino.

Una sera però l’ex-mister viene invitato ad una trasmissione sportiva per festeggiare il ritorno della Longobarda in serie A e in vena di nostalgiche reminscenze sportive Canà confessa che in quella ultima e decisiva partita, che salvò la Lomgobarda da una ormai certa retrocessione, c’erano state delle pressioni dell’allora presidente della società per questioni economiche.

La bomba mediatica esplode e lo scandalo fa il giro di tv, web e giornali, così Willy Borlotti (Andrea Pucci)  figlio del vecchio presidente, si ritrova coinvolto in una ridda di voci e scoop scandalistici che fanno crollare le quotazioni della neo-promossa società irritando non poco l’ambiguo imprenditore russo Ivan Ramenko (Emilio de Marchi), fresco associato della Longobarda ormai nella bufera.

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B-cult: Al bar dello sport

Al bar dello sport insieme a Vieni avanti cretino e allo spassoso L’allenatore nel pallone ben rappresentano il buono della commedia all’italiana anni ’80 e sono sicuramente la summa del miglior Banfi che in questo film in particolare racconta il sogno all’italiana fatto di vincite miliardarie al Totocalcio e di accoglienti e rassicuranti Bar dello sport.

Banfi è Lino, uno squattrinato immigrato trasferitosi al nord in casa della sorella e del cognato, vessato quotidianamente da entrambi, sbarca il lunario con assurdi lavoretti, passa le serate nel suo bar preferito e continua a fuggire da maneschi debitori che sogna di pagare con immaginarie vincite al Totocalcio.

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