L’Apocalisse romeriana alle sue origini, gli anni ’60 con tutte le paure e l’evoluzione tecnologica del caso, la sensazione di insicurezza latente dell’uomo medio americano viene letta dal genio creativo di George A. romero che veicola così razzismo, paura della morte e della guerra, attraverso un’invasione decisamente terrestre e dalla forte connotazione mistico/politica e perchè no anche religiosa.
In La notte dei morti viventi la terra è assediata da un’orda di famelici zombie, il film ci accompagnerà durante l’intero arco di una lunga nottata d’assedio all’interno di una casa i cui occupanti lotteranno con se stessi, i loro istinti più bassi e la necessità di sopravvivere agli eventi e a un esercito di cadaveri ambulanti splendidamente fotografati in un livido bianco e nero, e forti di un make-up talmente realistico che all’epoca, parliamo del 1968, suscitò più di qualche polemica.