Nastri d’argento 2011, vincitori: Habemus Papam di Nanni Moretti trionfa con sei premi

Sono stati annunciati i vincitori dei Nastri d’argento 2011, i premi assegnati al cinema italiano e internazionale dal sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani. A trionfare è Nanni Moretti che con il suo Habemus Papam si è portato a casa ben sei premi su sette candidature (miglior film, miglior soggetto, migliore scenografia, migliori costumi, miglior fotografia e miglior produttore). Bene anche Vallanzasca – Gli angeli del Male di Michele Palcido che ottiene tre premi grazie al miglior attore protagonista (Kim Rossi Stuart), la miglior colonna sonora (i Negramaro) e il miglior montaggio (Consuelo Catucci).

Prima di lasciarvi alla lista completa dei vincitori vi ricordiamo che i premi saranno consegnati questa sera al Teatro Antico di Taormina e che la cerimonia sarà trasmessa giovedì 30 giugno su Raiuno in seconda serata condotta da Miriam Leone.

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David di Donatello 2011, nomination: Noi credevamo 13 candidature, Benvenuti al sud 10, Basilicata coast to coast e La nostra vita 8

Gina Luigi Rondi, presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, ha annunciato i candidati ai David di Donatello 2011: i 1684 componenti della giuria hanno deciso di candidare tredici volte Noi credevamo di Mario Martone, dieci volte Benvenuti al Sud di Luca Miniero e otto volte ciascuna Basilicata Coast to Coast e La nostra vita. Una vita tranquilla completa la cinquina candidata al miglior film.

Tra gli attori il favorito Elio Germano si confronterà con Kim Rossi Stuart, Vinicio Marchioni, Claudio Bisio e Antonio Albanese, mentre tra le donne la sfida è tra Paola Cortellesi, Angela Finocchiaro, Sarah Felberbaum, Alba Rohrwacher e Isabella Ragonese. Per Checco Zalone arriva la candidatura per la miglior canzone originale, L’amore non ha religione.

Dopo il salto potete leggere la lista completa dei nominati.

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Romanzo della strage: nel film su Piazza Fontana, Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Laura Chiatti

Il 16 maggio cominceranno le riprese del Romanzo della strage, il film prodotto da Cattleya e Rai Cinema, diretto Marco Tullio Giordana, che racconterà, attraverso le indagini portate avanti dal commissario Calabresi, la strage avvenuta in Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969.

Il regista, che sta preparando sullo stesso argomento anche un documentario, sta sceneggiando il film insieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia ispirandosi a I segreti di Piazza Fontana, il libro scritto da Paolo Cucchiarelli.

Faranno parte del cast del film, Kim Rossi Stuart, che inrtepreterà il Commissario Luigi Calabresi, assassinato a Milano nel 1972, Pierfrancesco Favino e Laura Chiatti.

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Romanzo criminale, recensione

In un incipit ambientato negli anni ’60 facciamo la conoscenza di quattro ragazzini romani in fuga da un posto di blocco della polizia dopo il furto di un’auto, la fuga dei quattro soprannominati il Libano (Pierfrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart), Il Dandi (Claudio Santamaria) e il Grana però durerà ben poco perchè verranno raggiunti dalla polizia e dei tre il Grana avrà la peggio perdendo la vita a causa delle ferite riportate durante la fuga.

Anni dopo di quel quartetto ritroviamo Libano, Freddo e Dandi che riunita la banda decidono di tentare il colpo grosso con un sequestro di persona, per l’occasione vengono reclutate altre vecchie conoscenze del quartiere e l’ambiguo sicario Nero (Riccardo Scamarcio) simpatizzante di gruppi di estrema destra ed esperto di armi.

Il sequestro su cui sta indagando il commissario Scialoja (Stefano Accorsi) nonostante la morte dell’ostaggio va a buon fine, ma una volta che la banda si riunisce per spartirsi i proventi, Libano propone di creare una cassa comune e darsi allo spaccio di droga su larga scala puntando a conquistare il mercato di stupefacenti e l’intera rete di spacciatori della città, in mano ad alcuni boss locali tra cui il Terribile (Massimo Popolizio) che fiutato l’andazzo proverà anche a farli arrestare.

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Qualunquemente, recensione in anteprima

La legalità è un problema incombente che sembra stia inesorabilmente affliggendo la nazione, l’imprenditore Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) dopo una lunga latitanza all’estero non può continuare a star lontano da casa assistendo al lento sfacelo di tutto quello che ha costruito con tanta fatica, quindi nuova famiglia al seguito torna nel paese di origine intenzionato a difendere con le unghie e con i denti le sue proprietà.

Approdato nel paese natio Cetto ritrova il figlio Melo e gli amici di un tempo che lo mettono di fronte alla cruda realtà, un fautore dei diritti e della legalità, tale Giovanni De Santis, potrebbe essere eletto come nuovo sindaco il che creerebbe una serie di spiacevoli conseguenze.

Fatti due conti l’unico modo per fermare l’odiosa e prevedibile ondata di legalità che ne conseguirebbe è che Cetto entri in politica e si candidi alla poltrona di  Sindaco, sfruttando tutte le sue risorse per conquistare la nomina a primo cittadino, ma solo dopo aver organizzato una di quelle campagna elettorali davvero difficili da dimenticare.

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Vallanzasca-Gli angeli del male, recensione in anteprima

Renato Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) conosciuto come il bel Renè sta scontando una lunga pena detentiva e con un altrettanto lungo flashback ricorda la prima adolescenza, gli amici d’infanzia e la prima esperienza in un carcere minorile, dove comincerà a percepire il suo destino malavitoso che lo porterà dai furtarelli alle rapine, dai sequestri di persona agli omicidi, tappe che segneranno la sua criminosa escalation e la sua elezione a boss della Comasina.

Gli anni ’70 sono il punto nevralgico della carriera e delle gesta di Vallanzasca, Milano diventa il suo territorio, l’iniziale rivalità con il boss Francis Turatello (Francesco Scianna) che si sentirà minacciato dall’ambizione del nuovo arrivato che sta vivendo il suo periodo d’oro, ma mentre la sua banda si amplia Vallanzasca finisce in carcere accusato di rapina, seguirà a qualche anno di distanza un’evasione e una sanguinosa faida tra bande che trasformerà la città in un campo di battaglia.

Nel frattempo l’escalation criminale della banda raggiunge il suo apice, i crimini assumono i connotati della violenza gratuita, in special modo quelli dello stesso Vallanzasca che inanella una serie di omicidi che lo porteranno inevitabilmente verso un prevedibile epilogo, che però non lo vedrà come spesso capita vittima dell’ennesimo scontro a fuoco, ma ad invecchiare in un carcere contemplando anno dopo anno lo sbiadirsi della maschera del Bel Renè.

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Festival di Roma 2010, un debutto all’insegna della protesta

Come già accennato nel post quotidiano sul Festival di Roma, ieri il programmato red carpet della premiere Last Night con Keira Knightley, Eva Mendes e la regista Massy Tadjedin è stato cancellato a causa di un corteo di protesta che ha visto oltre un migliaio di manifestanti gridare il loro dissenso contro i tagli previsti dal governo nell’ambito del settore cinematografico.

A manifestare ieri fino a tarda sera non erano solo maestranze, ma c’era tanto cinema italiano preoccupato per alcune iniziative intraprese dal governo e alcune promesse non ancora rispettate, vedi gli incentivi fiscali promessi e ancora non approvati.

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Venezia 2010 martedì 7 settembre: dopo il Vallanzasca di Placido, oggi il Risorgimento di Martone

La Mostra del Cinema di Venezia chiude la prima settimana, ieri riflettori puntati sull’evento speciale fuori concorso Vallanzasca-Gli angeli del male, che come previsto ha portato al Lido un bel carico di polemiche.

Michele Placido dopo la famigerata Banda della Magliana racconta le imprese criminali di Renato Vallanzasca interpretato da Kim Rossi Stuart, che con la sua banda imperversò nella Milano degli anni’70 con rapine, sequestri ed omicidi.

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Venezia 2010 lunedì 6: ieri entusiasmo per 1960 di Salvatores, oggi fuori concorso il Vallanzasca di Placido

Ultima settimana per la Mostra del Cinema di Venezia, ieri  il documentario fuori concorso 1960 di Gabriele Salvatores, il boom economico italiano vissuto attraverso i ricordi di due fratelli, ha conquistato una gremitissima platea che ha accompagnato i titoli di coda con dieci minuti di applausi.

Il regista a Venezia anche in veste di giurato ha confermato la messa in onda del suo documentario il 16 ottobre su Rai Tre e parlato di consumismo e politica:

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The Karate Kid-La leggenda continua, recensione in anteprima

Dre Parker (Jaden Smith) e sua madre Sherry (Taraji P. Henson) abbandonano Detroit e gli States alla volta della Cina dove sembra che ci siano opportunità di lavoro e la possibilità di iniziare una nuova vita, purtroppo se già per un adolescente medio è un problema cambiare città e scuola, figuriamoci sradicarlo dal suo paese natio e metterlo di fronte ad una nuova nazione con tanto di usi e lingua indecifrabili.

Dren scoprirà da subito gioie e dolori della sua nuova casa, se da una parte troverà da subito un amico e conoscerà la graziosa violinista Mei Ying, dall’altra visto che il bullismo non ha latitudine verrà fatto oggetto di prepotenze da un gruppetto di teppisti locali esperti di kung-fu.

Dopo l’ennesimo sopruso stanco di aver paura Dren decide di farla pagare ai suoi aguzzini in erba, ma la ribellione potrebbe costargli una lunga permanenza in ospedale se non fosse per il provvidenziale intervento di Mr. Han (Jackie Chan), scorbutico factotum del palazzo dove abitano Dren e sua madre, che darà ai bulletti una lezione di Kung fu e curerà con la miracolosa medicina tradizionale cinese gli acciacchi del riconoscente ragazzino.

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Francesca Archibugi: il mondo al femminile

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Francesca Archibugi nasce a roma il 16 maggio 1960, il debutto è a sedici anni come attrice nel film RAI Le affinità elettive, poi il Centro Sperimentale di Cinematografia dove studia regia e si diploma negli anni ’80, anni in cui comincia la sua carriera girando svariati cotrometraggi come La piccola avventura sui bambini diversamente abili, recitando ne La caduta degli angeli di Marco Tullio Giordana e vincendo nel 1987 il premio Solinas come autrice della sceneggiatura della commedia di Bruno Cortini L’estate sta finendo.

Nel 1988 il debutto sul grande schermo con la delicata commedia Mignon è partita, cinque David di Donatello per l’esordio dell’Archibugi tra cui quello per la miglior regista esordiente. Nel 1990 conflitti generazionali durante gli anni di piombo nel drammatico Verso sera, successo di critica e pubblico a cui farà seguito nel 1993 Il grande cocomero, storia di disagio mentale e neuropsichiatria infantile, il film si aggiudica due David di Donatello, miglior regia e miglior sceneggiatura.

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Kim Rossi Stuart: questione di cuore

Kim Rossi Stuart nasce a Roma il 31 Ottobre 1969, padre noto attore di spaghetti western e madre ex-modella, l’attore ha tre sorelle ed esordisce al cinema all’età di cinque anni nel film di Mauro Bolognini gente di fatti perbene.

A 14 anni lascia la scuola per la recitazione, e un anno dopo debutta in tv con il film I ragazzi della valle misteriosa. Il teatro è parte importante della sua carriera, la sua scuola diventa il palcoscenico. Nel 1986 inizia la sua carriera cinematografica con un piccolo ruolo ne Il nome della rosa.

Sulla scia di Karate Kid nel 1987 gira Il ragazzo dal kimono d’oro, l’anno dopo parteciperà anche al sequel, nel 1991 conquista la grande platea televisiva con la fiaba Fantaghirò al fianco di Alessandra Martines.

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Micaela Ramazzotti: istinto e sensualità

Micaela Ramazzotti nasce a Roma il 17 Gennaio 1979, la sua carriera nel mondo dello spettacolo la vede comparire a soli tredici anni sul magazine per ragazze Cioè, Micaela è protagonista di alcuni fotoromanzi pubblicati sulla rivista.

L’iter di Micaela nel mondo dello spettacolo è quello classico, piccoli ruoli tra tv e cinema in attesa della grande occasione, compare nel film La prima volta prodotto da Pupi Avati, alcune comparsate in Vacanze di Natale 2000, Zora la vampira e La via degli angeli.

In tv la vedremo recitare nelle fiction Incantesimo 3, Don Matteo 2 e Una donna per amico 3, nel 2004 partecipa al videoclip di Max Pezzali Il mondo assieme a te.

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