I magnifici sette, recensione

Alla Frontiera tra Messico e Stati Uniti un villaggio viene periodicamemte saccheggiato da una banda di fuorilegge guidati dal losco Calvera (Eli Wallach), il capo del villaggio disperato decide di non attendere inerme il ritorno della banda e si dirige in una vicina città di confine per acquistare delle armi con cui provare almeno a difendersi.

In città incontrano il pistolero Chris (Yul Brinnner) che gli consiglia di reclutare esperti pistoleri prezzolati piuttosto che investire in armi, così il capo del villaggio tenta invano di affidare allo stesso Chris il compito il quale però è piuttosto restio visto che la paga è una miseria e che ci vorrebbe di certo più di un uomo per affrontare Calvera e scagnozzi.

Chris nonostante le perplessità accetta l’incarico e riesce miracolosamente a reclutare ben sei uomini, il primo che risponde alla chiamata alle armi e il giovane e insperto Chico (Horst Buchholz) in principio scartato ma poi reclutato, poi tocca ad Harry Luck (Brad Dexter) un amico di Chris che crede che l’uomo sia in realtà a caccia di un qualche tesoro, il giocatore d’azzardo Vin (Steve McQueen), Bernardo O’Reilly (Charles Bronson) un abile pistolero messicano di origine irlandese, Britt (James Coburn), veloce e letale con il suo coltello e infine Lee (Robert Vaughn) che sembra in fuga da qualcosa o qualcuno.

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La grande fuga, recensione

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Durante la seconda guerra mondiale il comando tedesco decide di riunire in un unico campo di prigionia sito in Germania, tutti quei piloti alleati che si sono rivelati degli esperti in evasioni, tra questi quello che diventerà il leader del nuovo gruppo, il caposquadriglia Roger Bartlett (Richard Attenborough).

Come naturale che fosse il gruppo di specialisti deciderà di tentare il colpo grosso, organizzando un’evasione di massa che prevede la fuga di oltre duecento detenuti attraverso tre tunnel realizzati sotto la supervisione del tenente Danny Velinski (Charles Bronson) soprannominato il re dei tunnel.

Alla pianificazione della grande fuga, naturalmente approvata dall’ufficiale più alto in grado del campo, il maggiore Ramsey (James Donald), si uniranno un esperto scassinatore, un falsario, un falegname ed altre figure chiave che dovranno occuparsi della logistica e del dopo-fuga con documenti falsi, divise e tutto l’occorrente affinchè la trasferta oltreconfine vada a buon fine.

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Joe Kidd, recensione

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In Messico alcuni coloni americani stanno cercando di impadronirsi delle terre dei locali, nessuno sembra fermarli, la spartizione prosegue e quando i leggittimi proprietari cercano di bloccare l’illegale spartizione utilizzando vie legali, gli archivi con tutti i certificati di proprietà, vengono dati alle fiamme..

Le ultime resistenze dei locali vengono placate con una massiccia dose di violenza, i locali che si ribellano vengono prima irretiti e minacciati e in seguito uccisi, uno di loro, il peones Luis Charma organizza una serie di rappresaglie contro i coloni, seguite da altrettante spedizioni punitive organizzate da un certo Mr. Harlan che ha coalizzato coloni e alcuni sicari, nel bel mezzo della guerra l’impotente sceriffo Matchell incapace di porvi rimedio e ormai in balia degli eventi.

Harlan assolda anche il ranchero Joe Kidd, abile pistolero che accetta il lavoro con la ferma intenzione di vendicare il suo domestico Emilio che sembra essere stato ucciso proprio da Charma, nel vano tentativo di imperdire una razzia di cavalli nella suo ranch. Ben presto le carte si scopriranno e vista la violenza gratuita di Harlan e soci contro peones inermi e l’innocenza di Charma, Kidd si alleerà con quest’ultimo e i due metteranno finalmente fine alla sanguinosa faida.

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