Il nome della rosa, recensione

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1327, in un’antica e sperduta abbazia benedettina del nord-Italia si susseguono una serie di  morti alquanto bizzarre, ognuna con peculiarità ben specifiche, così dopo l’ennesimo corpo ritrovato senza vita, paura e sospetto serpeggiano tra i monaci che cominciano a pensare che nelle morti ci sia lo zampino del Maligno.

Il provvidenziale arrivo nell’abbazia del francescano Guglielmo da Baskerville (Sean Connery) in compagnia del novizio Adso (Christian Slater), farà si che gli siano affidate le indagini relative ai misteriosi decessi direttamente dall’abate, che conosce l’esperienza sul campo del monaco conosciuto come un fine e dotto indagatore.

Guglielmo capirà da subito che gli omicidi non hanno alcuna impronta demoniaca e comincerà ad indagare tra i monaci, tutti spaventati e a quanto pare con qualcosa da nascondere, ma due suicidi sospetti e la scoperta di attività eretiche nel convento lo condurranno verso la soluzione del caso…

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10 best seller da cinema

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Quest’oggi classifica particolare dedicata alle 10 migliori trasposizioni da best seller, argomento spinoso visto che in casi rarissimi la versione in celluloide ha rispettato in pieno intenti e contenuti della controparte cartacea, portando sullo schermo l’essenza delle pagine e il pensiero dell’autore.

Accade invece spesso che si travalichi la pagina scritta e si filtri di volta in volta con l’occhio e la sensibilità del cineasta di turno la tematica, le influenze e le suggestioni e sullo schermo si scopra un’altra prospettiva del libro o del racconto affrontato, per molti versi distante dall’originale, ma non per questo meno accattivante o riuscita.

Dopo il salto la nostra top ten con le trasposizioni più riuscite. Buon proseguimento.

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L’amante, recensione

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Anni ’30, nell’allora Indocina francese (oggi Vietnam) un traghetto che attraversa il fiume Mekong diretto alla città di Saigon, diventa il luogo d’incontro tra una quindicenne (Jen March) con una famiglia allo sbando, un fratello con un grave disagio mentale, un’altro oppiomane e una madre snaturata, ed un ricco uomo cinese trentenne (Tony Leung) che rimarrà folgorato dalla di lei bellezza, tanto da farne la sua amante.

Lei si lascerà amare usandolo per sfuggire ad un’esistenza ormai insopportabile, lui la inizierà ai piaceri del talamo, la storia diventerà ben presto di pubblico dominio, la famiglia della ragazza accamperà prestese e chiederà soldi affinchè la storia possa continuare, il denaro arriverà a corrompere tutto e lentamente ed inesorabilmente i due si allontaneranno.

La separazione arriverà non del tutto inattesa, perchè lui come tradizione vuole verrà costretto dalla famiglia ad un matrimonio combinato con una donna cinese e a lasciare la sua amante bambina, lei satura del mondo in cui è vissuta lascerà l’Indocina per trasferirsi in Francia, dove solo anni dopo, ormai anziana comprenderà che forse quello provato allora era vero amore.

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I bruttissimi, il colore della notte

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Oggi per i Bruttissimi il thriller Il colore della Notte, che come fece a suo tempo il disastroso Sliver e il mediocre Basic Istinct, entrambi con Sharon Stone, punta tutto sul pruriginoso, con nudi a iosa e sesso a vagonate per nascondere, malamente, una trama che sfiora il ridicolo, ed una delle peggiori performance di Bruce Willis.

Il dottor Bill Capa (Bruce Willis) è uno psichiatra traumatizzato dopo aver assistito al suicidio di una sua paziente, trauma che gli ha causato una bizzarra reazione psicosomatica, Capa non può più distinguere il colore rosso, il suo cervello ha escluso dalla sua percezione visiva questo colore, associandolo al sangue della paziente suicida.

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