Filmofilia ci informa che la britannica Revolver Entertaiment sta sviluppando uno script dal titolo provvisorio The Guv’nor che racconterà la vita di Lenny McLean guardia del corpo, buttafuori, esperto pugile di boxe a mani nude ed attore soprannominato appunto The Guv’nor e che alcuni ricorderanno per le sue apparizioni nella crime-comedy di Guy Ritchie Lock and Stock-Pazzi scatenati, dove interpretava Barry il battista e nel fantascientifico Il Quinto elemento.
Il quinto elemento
Future Film Festival 2011, Bologna ospita Luc Besson
Dal 20 al 23 aprile 2011 la città di Bologna ospiterà la tredicesima edizione del Future Film Festival, il futuro visto attraverso cinema, animazione e nuove tecnologie precursori e rappresentanti di tanto immaginifico post-moderno.
Ogni anno la prestigiosa rassegna emiliana regala ai suoi numerosi visitatori anteprime, chicche inedite e prestigiosi ospiti che rendono il Future Film Festival tappa obbligata per i cultori di animazione giapponese e per chi ama il cinema virato in una fascinosa e futuristica connotazione fanta-tecnologica.
Miss Adele e l’enigma del faraone, recensione in anteprima
L’esotico incipit ci mostra la fascinosa e volitiva scrittrice miss Adele Blanc-Sec (Louise Bourgoin) in Egitto intorno al 1912, alla disperata ricerca di una cura per la sorella da tempo in stato di coma a causa di una partita di tennis finita in tragedia e che ha portato la coraggiosa avventuriera nei meandri della tomba del faraone Patmosis.
Da vera eroina protofemminista Adele si lancia in una pericolosa missione di recupero schivando trappole alla Indiana Jones e confrontandosi con la sua nemesi di sempre, il malvagio e maniacale egittologo Dieuleveult (Mathieu Amalric) che cova un odio profondo per la bella rivale che intende eliminare ad ogni costo.
L’ultima avventura egiziana vede tornare Adele in patria con un sarcofago da decifrare al seguito e in una Parigi in preda al panico dopo che un uovo di pterodattilo, un fossile di oltre 130 milioni di anni, si è incredibilmente schiuso liberando uno temibile predatore volante che ora solca i cieli parigini, dopo essere fuggito dal giardino botanico del museo di scienze naturali della capitale francese.
Mathieu Kassovitz: un americano a Parigi
Mathieu Kassovitz nasce a Parigi il 3 Agosto 1967, figlio del regista ungherese Peter Kassovitz esordisce appena undicenne nel film Au bout du bout to blanc diretto dal padre, per poi a diciasette anni lasciare la scuola per diventare aiuto-regista, un vero talento precoce.
Dopo l’esordio sotto l’egida paterna, in veste d’attore Kassovitz sarà nella serie tv La vie de Berloz, e nei film da lui stesso diretti Fierrot le pou del 1990 e Meticcio, cortometraggio del 1993. Dopo un ruolo ne La citta dei bambini perduti fiaba dark di Jean-Pierre Jeunet, tornerà nella doppia veste d’attore e regista nell’acclamato L’odio con Vincent Cassel, il film vince tre Cesar, e il premio come miglior regia al 48° Festival di Cannes, è un trionfo.
Gary Oldman: il lato oscuro della recitazione
L’eclettismo fatto persona, recitazione sempre sul filo dell’ambiguità, tratteggia la follia della malvagità come pochi attori riescono a fare, i suoi villain hanno un’ironia che ne smussa la crudeltà rendendoli più fruibili e meno mostruosi, ma tutti i suoi personaggi hanno questa vena di follia che quando non si palesa con tic e paranoie, rimane appena percettibile sulla superficie delle sue caratterizzazioni e ci affascina non poco, e si avverte potente il lato oscuro della recitazione.
Gary Oldman nasce a Londra il 21 Marzo 1958, da padre marinaio che abbandonerà la famiglia per finire ucciso dall’alcool, sarà kathleen, la madre a crescere lui e le sue due sorelle.
Gabriele Salvatores: cineasta da romanzo
Prima di dare fondo alle notizie, e sono molte, raccolte per questa monografia, spendiamo due parole per uno dei più originali e spiazzanti registi italiani, Gabriele Salvatores, che con il suo Mediterraneo, ha rappresentato l’Italia nel mondo accaparrandosi un Oscar, ma non si è mai adagiato sul filone che lo ha così tanto gratificato, non ha soffiato su un fuoco per goderne fino all’ultimo il calore creativo, ma ha rischiato, esplorato, sperimentato generi, concetti, suggestioni, a volte con risultati discutibili, ma mai risultando banale, mai propinandoci una minestra riscaldata e in tempi pre-Gomorra, artisticamente aridi, ogni suo film innescava nuove domande, esplorava nuove strade, sempre con un’impronta registica immediatamente riconoscibile.
Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio del 1950, ma è Milano dove si trasferisce giovanissimo che lo forgia artisticamente, diploma al liceo Beccaria e poi il teatro, palestra di anima e concetto, e Salvatores prima si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro, poi cresciuto e artisticamente maturo fonda il Teatro dell’Elfo è il 1972, dove saggia le sue capacità, dirigendo diversi spettacoli, che per contenuti e concezione visiva venivano allora definiti d’avanguardia, un’esperienza che porterà avanti fino al 1989.