Mercoledì ricco di grandi film in tv. Ogni titolo in programmazione promette spettacolo. Ecco cosa ci aspetta questa sera in prima serata.
Il nome della rosa
Da Priest a Machete: 10 “religiosi” sui generis al cinema
Il prossimo 15 giugno approda nelle sale italiane Priest-Il prete, fanta-action con vampiri dall’intrigante ambientazione post-apocalittica basato su una famosa serie di fumetti coreani, che ci propone un’originale setta di preti-guerrieri addestrati dalla chiesa come letali cacciatori di vampiri, una sorta di via di mezzo tra i Cavalieri Templari e i letali ninja del Giappone feudale.
Per l’occasione eccoci pronti a stilare una classifica ad hoc che comprende dieci sacerdoti formato grande schermo piuttosto originali nel loro approccio alla religione e soprattutto all’abito talare, quindi per la nostra Top 10 abbiamo preso in considerazione solo religiosi molto particolari che rappresentino il cinema di genere e la commedia in un’intrigante veste alternativa, vedi l’eccentrico Don Camillo di Fernandel piuttosto che il tormentato Silas, religioso-killer de Il codice da Vinci, senza dimenticare il monaco investigatore de Il nome della rosa o quello tibetano e immortale dell’action Il monaco.
Dopo il salto trovate la nostra classifica di oggi.
Frantic, recensione
I coniugi Frank e Sondra Walker (Harrison Ford e Betty Buckley) si recano a Parigi per un congresso, il signor Walker è uno stimato chirurgo, e approfittano del viaggio per passare una romantica vacanza insieme all’ombra della Torre Eiffel.
Un volta in albergo la coppia scopre che una delle loro valige è stata scambiata e avvertito l’ufficio bagagli dell’aereoporto del disguido di rilassano in attesa della cena, ma Frank si troverà solo in camera visto che la moglie è uscita senza avvertirlo.
Tranquillizzato dal fatto che la consorte potrebbe essere andata a fare un pò di shopping si addormenta, ma al suo risveglio Sondra non è ancora tornata e cosa più inquietante nessuno sembra sapere dove possa essere finita.
Sean Connery, mr. Bond compie ottant’anni
Il prossimo 25 agosto l’inossidabile Sean Connery spegne ottanta candeline un attore dal fascino senza tempo, da qualche tempo defilatosi dal grande schermo per godersi un meritato pensionamento, la sua ultima apparizione risale al 2006 nell’avventuroso cinefumetto La leggenda degli uomini straordinari che l’attore oltre ad interpretare ha anche co-prodotto.
Connery nasce il 25 agosto 1930 ad Edimburgo, dopo aver svolto svariati lavori che l’hanno visto bagnino, muratore e persino venditore di bare in un agenzia di pompe funebri, l’attore ha il suo primo ruolo a 22 anni in un musical, poi un terzo posto al concorso di Mr. Universo 1953 alcuni ruoli televisivi e finalmente nel 1962 la grande occasione con il ruolo dell’agente 007 James Bond che lo trasformò in un sex-symbol, ne decretò il lancio internazionle e divenne al contempo un bel fardello da portare.
Il nome della rosa, recensione
1327, in un’antica e sperduta abbazia benedettina del nord-Italia si susseguono una serie di morti alquanto bizzarre, ognuna con peculiarità ben specifiche, così dopo l’ennesimo corpo ritrovato senza vita, paura e sospetto serpeggiano tra i monaci che cominciano a pensare che nelle morti ci sia lo zampino del Maligno.
Il provvidenziale arrivo nell’abbazia del francescano Guglielmo da Baskerville (Sean Connery) in compagnia del novizio Adso (Christian Slater), farà si che gli siano affidate le indagini relative ai misteriosi decessi direttamente dall’abate, che conosce l’esperienza sul campo del monaco conosciuto come un fine e dotto indagatore.
Guglielmo capirà da subito che gli omicidi non hanno alcuna impronta demoniaca e comincerà ad indagare tra i monaci, tutti spaventati e a quanto pare con qualcosa da nascondere, ma due suicidi sospetti e la scoperta di attività eretiche nel convento lo condurranno verso la soluzione del caso…
10 best seller da cinema
Quest’oggi classifica particolare dedicata alle 10 migliori trasposizioni da best seller, argomento spinoso visto che in casi rarissimi la versione in celluloide ha rispettato in pieno intenti e contenuti della controparte cartacea, portando sullo schermo l’essenza delle pagine e il pensiero dell’autore.
Accade invece spesso che si travalichi la pagina scritta e si filtri di volta in volta con l’occhio e la sensibilità del cineasta di turno la tematica, le influenze e le suggestioni e sullo schermo si scopra un’altra prospettiva del libro o del racconto affrontato, per molti versi distante dall’originale, ma non per questo meno accattivante o riuscita.
Dopo il salto la nostra top ten con le trasposizioni più riuscite. Buon proseguimento.
L’amante, recensione
Anni ’30, nell’allora Indocina francese (oggi Vietnam) un traghetto che attraversa il fiume Mekong diretto alla città di Saigon, diventa il luogo d’incontro tra una quindicenne (Jen March) con una famiglia allo sbando, un fratello con un grave disagio mentale, un’altro oppiomane e una madre snaturata, ed un ricco uomo cinese trentenne (Tony Leung) che rimarrà folgorato dalla di lei bellezza, tanto da farne la sua amante.
Lei si lascerà amare usandolo per sfuggire ad un’esistenza ormai insopportabile, lui la inizierà ai piaceri del talamo, la storia diventerà ben presto di pubblico dominio, la famiglia della ragazza accamperà prestese e chiederà soldi affinchè la storia possa continuare, il denaro arriverà a corrompere tutto e lentamente ed inesorabilmente i due si allontaneranno.
La separazione arriverà non del tutto inattesa, perchè lui come tradizione vuole verrà costretto dalla famiglia ad un matrimonio combinato con una donna cinese e a lasciare la sua amante bambina, lei satura del mondo in cui è vissuta lascerà l’Indocina per trasferirsi in Francia, dove solo anni dopo, ormai anziana comprenderà che forse quello provato allora era vero amore.
10 film in lingua antica o sconosciuta
Oggi ci occupiamo di alcune pellicole che hanno la duplice peculiarità di utilizzare lingue antiche, e quindi completamente sottotitolate, e altre create ad arte da esperti linguisti miscelando fonetica e grammatica di svariati linguaggi realmente esistenti.
Per comporre la nostra classifica utilizzeremo pellicole che fruiscono di linguaggi antichi e reali, come il latino di The Passion o il Maya di Apocalypto, e linguaggi alieni o arcaici creati ad hoc come il Na’vi di Avatar o la lingua elfica de Il signore degli anelli.