In settimana vi abbiamo segnalato che Joe Carnahan, il regista del remake A-Team che ha appena debuttato negli States con il thriller The Grey, scriverà e dirigerà un remake del celeberrimo action-revenge Il giustiziere della notte. Movieweb ci informa che il regista ha rivelato sulla sua pagina Twitter che sta scrivendo un ruolo appositamente per l’attore Frank Grillo, anche se quest’ultimo non interpreterà il ruolo di Paul Kersey.
Il giustiziere delle notte
B-cult, Death sentence
Oggi per lo spazio B-movies da riscoprire vi proponiamo il thriller Death sentence (2007) di James Wan, lungometraggio che modernizza senza snaturarlo il prolifico filone revenge-movie alla Giustiziere della notte riportato in auge e declinato al femminile dal dittico Kill Bill di Tarantino e rivisitato in tempi piuttosto recenti anche da Mel Gibson con Payback-La rivincita di Porter e Fuori controllo, da Stallone con il remake La vendetta di Carter e con suggestioni horror nel recentissimo ed ancora inedito I spit on your grave, remake del controverso rape & revenge anni ’70 Non violentate Jennifer.
Wan che ricordiamo creatore della saga thriller-horror Saw, adatta un romanzo scritto nel ’75 da Brian Garfield dopo il successo del suo Death Wish, romanzo quest’ultimo da cui nel 1974 venne tratto Il giustiziere della notte con Charles Bronson.
10 giustizieri al cinema
Lo scorso 8 aprile è approdato nelle sale italiane l’action Drive Angry 3D di Patrick Lussier che proponeva un Nicolas Cage in salsa vendicativo giustiziere sovrannaturale fuggito dagli inferi e oggi rimanendo in tema, vi proponiamo una classifica ad hoc con dieci pellicole e altrettanti privati e moderni giustizieri che ripercorrono le gesta del controverso personaggio interpretato da Charles Bronson negli anni ’70-’80 in una prolifica serie di pellicole nate dal classico del 1974 Il giustiziere della notte.
Prima di lasciarvi alla classifica qualche precisazione, tranne Il giustiziere della notte, rappresentante onorario del genere revenge, tutti i film sono stati selezionati tra pellicole piuttosto recenti, da notare la presenza di Mel Gibson con due titoli a cui aggiungiamo una menzione speciale anche per l’action Interceptor.
Tre le versioni al femminile tra cui un primo posto per la memorabile Uma Thurman di Kill Bill e la presenza di I spit on your grave, remake del controverso Non violentate Jennifer, rappresentante insieme a Il buio nell’anima di Neal Jordan del filone rape and revenge, menzioni d’onore per mancanza di spazio anche ai thriller Io vi troverò con Liam Neeson e Giustizia privata con Gerard Butler e infine vi segnaliamo che il sottovalutato e sorprendente Death Sentence con Kevin Bacon è tratto come Il giustiziere della notte da un racconto dello scrittore Brian Garfield.
I cannoni di Navarone, recensione
Seconda guerra mondiale, sull’inespugnabile isola greca di Nekos una divisione di fanteria inglese deve essere evacuata prima che le forze naziste possano intercettarla, purtoppo a guardia dell’isola due potentissimi cannoni piazzati nella vicina isola di Navarone coprono l’intera zona, inutili le incursioni aeree per renderli inoffensivi.
Il comandante Jensen (James Robertson Justice) ha l’arduo compito di portare a termine il recupero, così organizza una missione a cui partecipano alcuni militari tra cui l’ex colonnello dell’esercito greco Andrea Stavrou (Anthony Quinn) e il caporale John Miller (David Niven) chimico esperto di esplosivi, e il trafficante e malavitoso Spyros Pappadimos (James Darren) che conosce l’isola e fungerà da guida.
La missione consiste nel penetrare la fortezza di roccia e mettere fuori uso la batteria di cannoni, una volta giunti sull’isola la squadra usufruirà dell’assistenza di un gruppo di partigiani che attendono il loro arrivo, purtroppo tra di loro si cela un traditore.
I De Laurentiis, una dinasty tra passato e futuro
Se il cinema come spettacolo supera i 110 anni, la dinastia De Laurentiis viaggia ormai verso i 70, a partire dalle prime apparizioni sullo schermo dell’allievo-attore del Centro Sperimentale di Cinematografia, Agostino, classe 1919, divenuto in seguito il producer Dino, che gli americani hanno battezzato con il nome di “the Legend“.
Di poco posteriore, nell’immediato secondo dopoguerra, la discesa in campo del fratello maggiore Luigi (1917-1992), validissima spalla da subito e poi realizzatore in proprio; e l’organico familiare è completato ben presto dal fratello minore, Alfredo (1924-1981), apprezzato organizzatore generale.
Finché spunta Aurelio, figlio di Luigi; e mentre a Hollywood opera da tempo come attiva produttrice Raffaella, figlia di Dino, a Roma è già al lavoro un Luigi nipote, figlio di Aurelio, che nei voti del clan continuerà la tradizione.