Venerdì scorso è uscito nei cinema 21 Jump Street (la recensione del film), action-comedy poliziesca con protagonisti Channing Tatum e Jonah Hill ispirata dall’omonima e celeberrima serie tv in onda dal 1987 al 1991 che vedeva tra i protagonisti un giovanissimo Johnny Depp. Dopo il salto vi proponiamo una delle nostre classifiche speciali stilata con 10 film ispirati ad altrettante serie tv.
Il fuggitivo
Il fuggitivo, recensione
Richard Kimble (Harrison Ford) è un affermato chirurgo che una sera tornando a casa dal lavoro trova la moglie morta e il suo assassino ancora in casa, dopo una colluttazione in cui il medico scopre che l’uomo ha una protesi ad un braccio, l’aggressore si da alla fuga e per Kimble ci sarà l’iter accusatorio che lo vedrà in sequenza prima tra i sospettati e poi accusato di uxoricidio.
Kimble proverà a spiegare le sue ragioni, racconterà dell’aggressore e del braccio artificiale, ma di questo fantomatico omicida non vi è traccia sulla scena del crimine, tranne una confusa telefonata della vittima al 911 e la testimonianza del medico che essendo l’unico erede dell’agiata moglie finisce per essere condannato.
Durante il trasporto che condurrà Kimble ed altri detenuti in un poenitenziario, il furgone finirà fuori strada scontrandosi con un treno, Kimble però riuscirà a fuggire e a darsi alla macchia prima dello schianto e che sul posto giunga un team di federali guidato dall’agente Samuel Gerard (Tommy Lee Jones).
Nico, recensione
Il poliziotto italoamericano Nico Toscani (Steven Seagal) è un maestro di arti marziali con alle spalle un dojo di Aikido in giappone e un periodo da dimenticare nella CIA, che torna negli States per lavorare come poliziotto e dare una ripulita alle strade di Chicago, ma presto qualche vecchia conoscenza del suo periodo nell’Agenzia incrocerà nuovamente la sua strada.
Infatti quando alcuni pericolosi pregiudicati arrestati cominciano ad essere rilasciati con una certa facilità dal dipartimento, Nico comincia a subodorare qualcosa che non gli piace per nulla e che gli ricorda sin troppo bene l’ambiguo modus operandi dei suoi vecchi datori di lavoro.
Le sue rimostranze avranno la sola conseguenza di farlo sospendere dal servizio costringendolo ad indagare in solitaria, indagini che porteranno alla luce un complotto che vede tra gli implicati lo spietato e psicopatico Kurt Zagon (Henry Silva), ex-collega con cui Nico si era scontrato durante una missione in Nicaragua in cui l’uomo aveva dimostrato per l’ennesima volta un comportamento borderline.
Salt, recensione in anteprima
Un prologo ci mostra l’agente CIA Evelyn Salt (Angelina Jolie) imprigionata e torturata dai militari nord-coreani in cerca di informazioni, Salt non parlerà, ma al contrario di quel che prevede il protocollo, ogni agente è sacrificabile, il suo futuro marito, Mike Krause (August Diehl) un aracnologo tedesco si batterà per lei e alzerà un gran polverone affinchè la donna venga liberata.
Un paio di anni dopo Evelyn ha sposato Mike e sta per festeggiare il suo anniversario quando viene convocata per un interrogatorio che vede un ex-agente del KGB malato di cancro intenzionato a cambiare bandiera in cambio di informazioni. Le informazioni che l’agente mette sul piatto riguardano un imminente attentato al presidente russo in visita negli States da parte di un agente dormiente sovietico che si rivelerà essere proprio l’agente Salt.
I concitati minuti che seguiranno la sconcertante rivelazione vedranno l’agente russo uccidere un paio di uomini e fuggire dall’edificio, mentre Evelyn dopo qualche momento di smarrimento utilizzerà tutta la sua abilità per sfuggire alla sorveglianza e cercare il marito, convinta che l’uomo sia in pericolo di vita.
B-cult, Il codice del silenzio
Oggi per i film da riscoprire rispolveriamo un Chuck Norris d’annata in uno dei suoi film più riusciti, in cui il granitico atleta/attore sfoggia il suo lato migliore da aspirante Clint Eastwood.
Stiamo parlando dell’action-poliziesco Il codice del silenzio, in cui il karateka più famoso del grande schermo impersona un rude poliziotto che si ritrova nel bel mezzo di un sanguinoso conflitto tra bande rivali che si contendono una grossa partita di droga e il territorio seminando cadaveri e corruzione, ma in un rutilante finale mr. Norris riporterà l’equilibrio nella Forza a suon di pugni, calcioni e pistolettate.
Colpevole d’innocenza, recensione
Libby (Ashley Judd) e il marito Nick Parson (Bruce Greewood) sono una coppia di benestanti che vivono nella splendida zona di Whisbey island nello stato di Washington, affidato il loro figlioletto ad un’amica di famiglia decidono di fare una romantica gita in mare su uno yacht prestogli da alcuni amici.
L’uscita in mare si trasformerà presto in un incubo, quando Libby nel cuore della notte si risveglierà stordita e sola, senza sapere che fine abbia fatto il marito svanito nel nulla, mentre sulla barca ci sono tracce di sangue e di lotta.
La misteriosa scomparsa del marito e gli indizi sullo yacht porteranno le autorità a pensare ad un omicidio e ben presto Libby si ritroverà sospettata dellassassinio del marito, arrestata e spedita in un penitenziario dove ben presto scoprirà che il marito è ancora vivo e che la sua migliore amica, a cui nel frattempo ha affidato il figlio, è in combutta con lui.
Reazione a catena, recensione
Il tecnico Eddie Kasalivich (Keanu Reeves) lavora come factoutm presso un laboratorio in cui si portano avanti ricerche per lo sviluppo di fonti di energia alternative come la fusione fredda, durante alcuni scambi di idee che lo coinvolgono ne nasce l’intuizione giusta per portare a compimento un’importante ricerca.
Dopo i primi festeggiamenti accompagnati da fisiologiche perplessità sul come, quando e se rendere subito pubblica la storica scoperta, ci penseranno un gruppo di mercenari a scegliere visto che fatta irruzione nel laboratorio stermineranno il gruppo di festanti scienziati e manipoleranno il reattore perchè esploda.
Nel frattempo Eddie che al momento dell’irruzione era lontano dal laboratotio, vi fa ritorno e scopre la carneficina e il reattore in procinto di esplodere, resosi conto dell’impossibilità di bloccare l’inarrestabile reazione a catena innescatasi, fugge e riesce a salvarsi per miracolo dalla devastazione dell’edificio e dell’intero isolato.
Danni collaterali, recensione
Gordon Brewer (Arnold Schwarzenegger) è un veterano del corpo dei vigili del fuoco di Los Angeles che assiste impotente ad un attentato in cui un autobomba dilania moglie e figlioletto di fronte ai suoi occhi, ma il problema per l’uomo non sarà la dolorosa elaborazione del lutto, ma il comportamento di governo e autorità che lo informeranno che l’attentatore conosciuto come Il lupo la farà franca.
Danni collaterali, così FBI e CIA considerano moglie e figlio di Brewer che decide di partire per una spedizione punitiva in solitaria nel bel mezzo della giungla Colombiana a caccia del famigerato terrorista/guerrigliero.
Pur avendo pianificato la sua visita in Sudamerica, Brewer si scontrerà con un ambiente selvaggio ed ostile e con un governo che combatte contro corruzione e trafficanti di droga, qui finito in cella estorcerà prima la collaborazione di un americano e una volta uscito anche della moglie de Il Lupo, la bella Selena (Francesca Neri), Brewer porterà quest’ultima e il figlio adottivo di lei in America, perchè collabori alla cattura del pericoloso terrorista.
Trappola in alto mare: recensione
Casey Ryback (Steven Seagal), addestratissimo e letale Navy Seal dopo una lezione impartita ad uno zelante ufficiale superiore si ritrova confinato nelle cucine della corrazzata U.S.S Missouri a svolgere le più tranquille mansioni di capo-cuoco.
Sulla nave fervono i preparativi per una festa di addio alla Missouri che sta per rientrare in porto per l’ultima volta, ad organizzare la festa il borioso capitano Krill (Gary Busey) odiato da mezzo equipaggio e temuto dall’altra metà.
In arrivo per scaldare l’atmosfera un gruppo rock ed una spogliarellista con tanto di torta gigante, nel frattempo nelle cucine Krill ha un vivace scambio di opinioni con Rayback e quest’ultimo finisce agli arresti chiuso nella cella frigorifera.
U.S. Marshals-caccia senza tregua: recensione
Gli U.S Marshals sono una punto di riferimento per le istituzioni americane, da oltre 200 anni questi gruppi scelti di agenti federali intervengono in casi particolarmente complessi o come in questo caso per recuperare fuggitivi nel minor tempo possibile.
Il fuggitivo in questione è l’ex agente della CIA Mark Roberts alias Mark J. Sheridan (Wesley Snipes), diventato per il governo decisamente d’impaccio visto tutte le missioni poco pulite che l’agente nel corso degli anni ha svolto, così dopo un incidente stradale Sheridan viene arrestato come sospetto per un triplice omicidio. L’agente sente subito odore di complotto, e mentre cerca una via d’uscita viene caricato su di un aereo per il trasporto detenuti.
Durante il trasporto Sheridan viene quasi ucciso e dopo la rottura di un finestrino l’aereo è costretto ad un atterraggio d’emergenza, tra il fuggi fuggi generale Sheridan si da alla macchia, ma sull’aereo c’è anche il Marshall Samuel Gerard (Tommy Lee Jones) che raduna immediatamente la sua squadra ed organizza un’imponente caccia all’uomo.
Recensione: The Guardian
Il veterano della Guardia Costiera degli Stati Uniti, il comandante Ben Randall (kevin Kostner) sta affrontando una crisi coniugale, il suo lavoro di addestratore si scontra quotidianamente con le richieste di sicurezza della moglie che ha deciso di lasciarlo capendo che forse il vero grande amore del marito è il suo lavoro.
Un lavoro importante che è una vera missione, putrioppo durante un’intervento in mare per salvare l’equipaggio di un peschereccio Randall perde tutta la sua squadra e la crisi diventa anche professionale.
Per ridare vigore all’ego e distrarre l’uomo dai sensi di colpa a Randall viene chiesto di addestrare un gruppo di giovani reclute, tra cui c’è lo spavaldo ed indisciplinato Jake Fisher (Ashton Kutcher). Randall con qualche riserva accetta l’incarico.