48 ore, recensione

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Un pericoloso detenuto riesce ad organizzare un’evasione da un penitenziario con la complicità di un suo compagno di scorribande, dopo aver ucciso alcune guardie e una volta fuori la coppia si dirige verso San Francisco con la ferma intenzione di recuperare un bottino di una vecchia rapina.

Una volta in città gli evasi contatteranno un ex-socio  e dopo averlo minacciato lo costringono a raccontargli dove è nascosto il mezzo milione di dollari della rapina. Nel frattempo i due evasi incrociano in un albergo ad ore alcuni poliziotti, ne scaturisce un violento scontro a fuoco in cui gli agenti hanno la peggio.

Tra i poliziotti che ingaggiano la sparatoria c’è Jack Cates (Nick Nolte) un detective con problemi di disciplina, un caratteraccio e un’inclinazione per la bottiglia. Cates a causa di una sua esitazione sarà responsabile della morte di un collega preso in ostaggio, favorendo in questo modo la fuga degli evasi.

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B-cult, I guerrieri della notte

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Oggi rispolveriamo per l’occasione un B-cult di quelli davvero leggendari, trattasi dell’action datato 1979 I guerrieri della notte, firmato dal regista Walter Hill, un veterano del genere che dopo il thriller Driver-L’imprendibile prova a descrivere il mondo delle gang giovanili, miscelando abilmente thriller ed action con una straordinaria caratterizzazione delle numerose gang descritte nel film, ognuna con look e peculiarità immediatamente riconoscibili.

A New York, durante un megaraduno nel Bronx di decine di gang giovanili, un carismatico leader viene ucciso, dell’omicidio verranno ingiustamente accusati alcuni membri della banda dei Guerrieri, che si troveranno costretti ad una rocambolesca fuga attraverso la Grande Mela per sfuggire alle vendicative gang che alleatesi daranno il via ad una vera e propria caccia all’uomo. Meta ultima della fuga Coney Island la zona che i Guerrieri controllano, e che potrebbe essere l’unica speranza di salvezza per i membri sopravvisuti al letale pellegrinaggio notturno.

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B-cult: 1997-fuga da New York

1997-fuga-da-new-york1981, il regista John Carpenter recluta quello che diventerà il suo attore feticcio, Kurt Russell, per una personalissima incursione  nell’action fantascientifico rileggendo il prison-movie, il genere post-apocalittico e ammicccando a classici come I guerrieri della notte di Walter Hill.

Il governo degli Stati Uniti ha intenzione di utilizzare il detenuto Jena Pliskeen, condannato alla pena capitale, per una pericolosa e disperata missione di recupero del presidente degli Stati Uniti e della preziosa valigetta che porta con sè, L’uomo è precipitato con l’aereo presidenziale sull’isola-prigione di Manhattan, all’interno della quale bande di assassini e psicopatici hanno preso il controllo del territorio.

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Danko: recensione

danko2Russia, il capitano della polizia Ivan Danko (Arnold Schwarzenegger) cerca di catturare Viktor Rosta Rostavili (Ed O’Ross), criminale pericoloso e senza scrupoli, il tentativo però fallisce e costa la vita sia al fratello di Rosta, ucciso da Danko, che al compagno di quest’ultimo colpito a morte durante l’inseguimento.

Rosta fugge in America, ma viene arrestato e Danko vola negli States per recuperare il malavitoso, qui incontra il poliziotto Al Ridzik (James Belushi) incaricato insieme al collega di assistere e scortare Danko e il detenuto, ma Rosta con l’aiuto di una gang locale riesce a fuggire.

Danko e Ridzik si mettono sulle tracce dell’evaso, Danko ha recuperato una chiave che sembra molto importante per Viktor, intanto la coppia di poliziottti decide di pedinare Catherine la moglie americana di Viktor, sposata per avere la cittadinanza.

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