Box Office 3D-Il film dei film, recensione

Non bastava l’involuzione all’insegna del pecoreccio degli americani, che per le parodie demenziali hanno coniato il termine spoof-movie, passati dal divertente Hot Shots! ai truci Scary Movie firmati dagli Wayans, toccando infine il fondo con i vari Disaster Movie, Epic Movie e il più recente Horror Movie, ecco che ci becchiamo anche il ritorno di Ezio Greggio che cavalcando l’onda del 3D a prescindere, gioca ancora una volta la doppia carta parodia in celluloide/regia e come ai tempi del Silenzio dei prosciutti si cimenta anche in veste di protagonista provando, con ben poca fortuna a prendere in giro la mania delle saghe e dei sequel sbanca-botteghini, vedi l’occhialuto maghetto Harry Potter o il  fantasy d’autore Il signore degli anelli, il modaiolo femomeno 3D che da Avatar in poi ha fatto non pochi danni, aggiungendovi alcuni classici tra presente e passato come Il Padrino, Grease, Il Gladiatore e via discorrendo.

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Gina Lollobrigida in Box Office 3D, Giorgio Lupano in Marco D’Aviano, Valerio Mastrandrea in Il comandante e la cicogna, uno sconosciuto per Big House

Gina Lollobrigida parteciperà a Box Office 3D – Il film dei film, il parodico diretto e interpretato da Ezio Greggio. L’attrice torna sul set cinematografico dopo 14 anni.

Giorgio Lupano reciterà in Marco D’Aviano, il film diretto da Renzo Martinelli, con Murray F. Abraham: l’attore interpreterà il ruolo del conte Starhemberg.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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Pane, amore e fantasia: recensione

locandina

A Sagliena, paesino del centro-italia, assisteremo alle schermaglie amorose e alle peripezie del maresciallo Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica), fascinoso ed attempato sciupafemmine in divisa che nonostante l’avanzare dell’età non rinuncia  a correre dietro a qualche gonna locale, naturalmente con la discrezione che la divisa impone.

Nel sonnolento microcosmo di provincia in cui si muove Carotenuto gravitano la sua zelante domestica Caramella (Tina Pica), la bella levatrice Annarella (Marisa Merlini) che ha attirato da subito le attenzioni del maresciallo e la sensuale e ruspante Maria (Gina Lollobrigida) soprannominata La bersagliera, che nonostante l’apparente sfacciataggine e il caratterino vivace, nasconde il suo amore per il giovane carabiniere Pietro Stelluti (Roberto Risso).

Pane, amore e fantasia e la prima di quattro pellicole che dal 1953 al 1958 racconteranno l’Italia del dopoguerra partendo dalla provincia del film di Comencini, che attraverso una serie di personaggi improntati alla simpatia e alla genuinità, un cast in stato di grazia e una trama esile esile, ma con tutti gli ingredienti giusti per coinvolgere gli spettatori, su tutti l’onnipresente peripezia amorosa, riesce nel lontano 1953 a sbancare i botteghini, dare vita ad un prolifico filone e a lanciare una splendida Gina Lollobrigida, che ritrae un personaggio che rimarrrà nell’immaginario di un’intera generazione di spettatori.

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Le avventure di Pinocchio, recensione

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Il falegname Geppetto (Nino Manfredi) povero in canna con un ciocco parlante regalatogli da Mastro Ciliegia (Ugo D’Alessio) scolpisce il figlio mai avuto che dovrebbe confortarlo nella vecchiaia, ne nasce il burattino Pinocchio (Andrea Balestri) che in una notte verrà, grazie alla magia della Fata Turchina (Gina Lollobrigida), tramutato in un bambino.

Pinocchio però si rivelererà per Geppetto una fonte inesauribile di preoccupazioni e guai, svogliato, ribelle e inguaribile bugiardo, Il ragazzino venderà i libri di scuola per finire nel teatro di burattini gestito da Mangiafuoco (Lionel Stander), verrà derubato dalla coppia di ladri e truffatori il Gatto e la Volpe (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia) e finirà trasformato in un ciuchino grazie all’amico e cattiva compagnia Lucignolo (Domenico Santoro).

Dopo essere stato inghiottito da una balena nella cui pancia incontrerà il suo Babbino Geppetto con il quale fuggirà dall’insolita prigione, Pinocchio tornerà finalmente a casa pronto a comportarsi da bravo figlio e scolaro, confortato dall’amore del padre e della Fata Turchina.

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Caro Diario. Omaggio a Gina Lollobrigida

Prosegue l’indagine settimanale di Caro Diario, dedicata agli artisti del panorama cinematografico italiano. Quest’oggi rendiamo omaggio all’eterea, la sublime, la pura e intangibile Gina Lollobrigida, dotata di quella bellezza abbagliante, che fu capace di far perdere la testa a qualunque maschio.

Una straordinaria artista che all’età di 81 anni riceve al Festival Internazionale del Film di Roma il Marc’Aurelio d’oro alla carriera, dichiarando:

«Ho ricevuto premi in tutte le parti del mondo, ma qui a Roma, a casa, è tutta un’altra cosa. Non sono mai stata emozionata come questa sera».

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Festival di Roma: sul podio Opium War e Resolution 819

Critica e pubblico divisi nello scegliere i vincitori di questo Festival di Roma, che per quest’anno ha chiuso i battenti. Laddove la giuria dei critici internazionali ha preferito Opium War, il film sulla guerra dell’oppio in Afghanistan, diretto da Siddiq Barmak, il pubblico si è dichiarato favorevole a Resolution 819, di Giacomo Battiato.

La prima cosa da notare è che viene premiato l’impegno sociale e civile in entrambi i casi, nel manifestarsi quindi di una piacevole e una non aspettatissima armonia. Rimaniamo sempre in tema col premio andato alla migliore attrice: Donatella Finocchiaro ha infatti colpito giuria e pubblico con Galantuomini, mentre il Marco Aurelio per il miglior interprete maschile è andato a Bogdan Stupka per With a Warm Heart.

Alice nella Città ha visto invece in vetta alla sua classifica Philippe Muyl per Magique! per la sezione 8-12 anni, mentre per quella 13-17 anni il premio è andato a Kenneth Glenaan per Summer.

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Festival di Roma: 30 Ottobre – arriva Twilight

Siamo ormai in dirittura d’arrivo col Festival di Roma. Tra i film in concorso, ieri il pubblico si è gustato A Corte do Norte di Joao Botelho e Serce na dloni di Krzysztof Zanussi. Spicca Resolution 819 di Giacomo Battiato.

L’evento speciale è stato la proiezione di Kill Gil (Vol.2 e 1/2) di Gil Rossellini affiancato da Effedia – Sulla mia cattiva strada di Teresa Marchesie da Amore che vieni amore che vai di Daniele Costantini.

Il pubblico ha avuto l’occasione di incontrare João Moreira Salles e Eduardo Coutinho, mentr per Alice nella Città è stato proiettato, in sala Sinopoli, La siciliana ribelle di Marco Amenta.

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Terza edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Apre Tognazzi, chiude Scaparro

Cominciano ad arrivare le prime indiscrezioni circa le pellicole che animeranno Il Festival Internazionale del film di Roma, in programma dal 22 al 31 ottobre. Da padrone la faranno due film italiani che portano rispettivamente la firma di Maria Sole Tognazzi con L’uomo che ama e Maurizio Scaparro che tornerà sul grande schermo con L’ultimo Pulcinella.
Ad aprire la rassegna toccherà all’opera seconda della regista Tognazzi, con una pellicola girata tra il Lago d’Orta e Torino, interpretata da Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino, che racconta la vita di Roberto, un farmacista qurantenne alle prese con il lavoro, la famiglia e le donne.

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