Il regista Domiziano Cristopharo è quello che si può definire un artista a tutto tondo, e come tale ha una visione molto personale del fare cinema, ama i classici, ma predilige l’esplorazione miscelando l’estremismo visivo dello splatter al bisogno forte di distinguersi dalla massa, rischiando sulla propria pelle un certo ostracismo produttivo.
House of Flesh Mannequins è un esempio pratico del suo pensiero altro e della sua visione artistica dell’orrore del quotidiano, un film sicuramente non per tutti, ma originale quanto basta per incuriosire l’appassionato e lo spettatore che cerca qualcosa di veramente alternativo. Di seguito l’intervista con il regista che ci racconta del suo lavoro e delle sue passioni.
IC: Come hai cominciato ad interessarti di cinema e dove hai fatto la canonica gavetta?
DC: Ho avuto la passione del cinema fin da piccolo… infatti conservo ancora filmini fatti in super8 di quando avevo 10 e 12 anni; a 16 anni Umberto Lenzi mi invitò a seguire il set di un suo film… iniziai così tra cinema, teatro e figurazioni in TV a seguire più da vicino il mondo in cui volevo entrare…