L’Academy si ripete anche quest’anno, ma stavolta nvece di fare con i suoi Oscar da eco ai Golden Globe come di consueto, spiazza nell’unica categoria, miglior film straniero, che sembra stimolarne una sorta di ribellione al pronostico o al candidato scontato da ripettare a tutti i costi, è successo l’anno scorso con l’outsider made in Japan Departures, ed è successo anche quest’anno scalzando dal podio i due favoriti dell’utima ora, Michael Haneke con Il nastro bianco e il francese Jacques Audiard con il sorprendente Il profeta.
Se è pur vero che il film vincitore dell’argentino Juan Josè Campanella, El secreto de sus ojos nelle ultime ore precedenti alla premiazione aveva guadagnato molto nelle quotazioni e nei pronostici, è anche vero che nessuno in fondo avrebbe mai scommesso che sarebbe riuscito a scalzare ne il film di Haneke con all’attivo una Palma d’Oro e un Golden Globe, ne tantomeno il film di Audiard che sfoggiava un BAFTA e ben 9 César rastrellati in patria.