Approfittando della prossima uscita del film di Abel Ferrara sul personaggio di Pier Paolo Pasolini, proviamo a fare una classifica dei 5 film che raccontano la vita di personaggi realmente esistiti, le loro vicissitudini, le loro gioie e dolori, vite fonti d’ispirazione per moltissimi registi, che hanno visto, nella realtà, un potenziale “mirabolante” che supera la fantasia.
Ed Wood
Da Ed Wood a Uwe Boll: i peggiori registi di sempre
Oggi nella rubrica I bruttissimi ospitiamo un’intera categoria, parliamo dei registi che hanno da sempre diviso la platea in maniera netta, sbeffeggiati dalla critica ufficiale e oltremodo apprezzati ed amati da piccoli eserciti di cultori e fan che magari difendono a spada tratta un modo di fare cinema sul filo del kitsch a zero-budget, che in più di un’occasione ha figliato geniali e riconosciuti cineasti ormai affermati, in altre ha popolato una vero e propria realtà parallela fatta di pellicole e autori di nicchia che barcamenandosi tra trash allo stato puro e cinema di serie Z continuano a popolare l’immaginario collettivo di appassionati di ogni età.
Dopo il salto trovate la nostra classifica completa di menzioni speciali.
B-cult, Blood Feast di Herschell Gordon Lewis
Oggi per lo spazio B-cult rispolveriamo ad un vero classico per gli amanti dello splatter d’annata, parliamo infatti di Blood Feast un antesignano del genere splatter, filone da B-movie che ha raggiunto il suo apice creativo negli anni ’80 figliando due geni anarcoidi del calibro di Sam Raimi e Peter Jackson, ormai ufficialmente reclutati tra le fila dei filmakers da blockbuster di Hollywood.
Blood Feast insieme a 2000 Maniacs! rappresenta un vero classico e anche se paragonato ad opere più recenti non raggiunge certo gli odierni livelli di efferatezza, se pensiamo che stiamo parlando degli anni ’60 immaginiamo le difficoltà incontrate da Lewis nel poter mostrare su grande schermo gore, effettacci e una corposa serie di arti amputati ripresi nel dettaglio senza incorrere negli strali della censura.
01-KML, cortometraggio
Oggi vi segnaliamo un perfetto esempio di parodia-omaggio al mondo della fantascienza cosiddetta di serie B, 01-KML rappresenterà per gli amanti di classici come Star Trek e Flash Gordon, del mondo fantastico creato dal genio di Ray Harryhausen e popolato dalle sue mitologiche creature in stop motion, e per chi ama come Tim Burton l’ingenua genialità di Ed Wood, una vera gioia per gli occhi.
Girato a quattro mani da Guglielmo Favilla e Alessadro Izzo, questo cortometraggio punta sul genere demenziale non sconfinando mai nel cattivo gusto, anzi la recitazione è sempre adeguata e il look delle sequenze dimostra un’approfondita competenza per il genere e per una filmografia che negli anni si è meritatamente guadagnata un posto nel cuore di appassionati, cultori e addetti ai lavori.
I bruttissimi, La Tomba
Se qualcuno volesse in qualche modo trovare un epigono nostrano dell’Ed Wood americano, dovrebbe dare un’occhiata ai lavori del nostro Bruno Mattei (1931-2007) conosciuto anche come Vincent Dawn, David Hunt, Stephan Oblowsky, Pierre Le Blanc e ben altri quindici pseudonimi con cui il nostro Mattei firmava delle pellicole che in molti casi sfioravano il ridicolo e in alcuni casi il vero e proprio plagio.
Una di queste opere è La Tomba, un horror direct-to-video che definire a basso costo è un eufemismo. Dopo un prologo ambientato in un lontano passato in cui si vede un Imothep dei poveri lanciare una maledizione all’interno di un tempio Maya degno di Gardaland, si passa al presente, dove il solito gruppo di sprovveduti esploratori della domenica si ritrova a lottare contro la rediviva divinità in versione mummificata.
Frasi da cinema: Ed Wood
Il regista Edward D. Wood Jr. (Johnny Depp) è euforico, ha appena incontrato il suo mito Bela Lugosi (Martin Landau) che provava una bara in un negozio di onoranze funebri, Lugosi è ormai l’ombra di se stesso, schiavo della morfina e senza il becco di un quattrino.
I due fanno amicizia e così Wood decide di offrirgli un lavoro e non par vero ad entrambi, a Lugosi di guadagnare qualche soldo, e a Wood di avere una star di livello internazionale nel suo film. Così entusiasta il regista telefona alla casa di produzione Screen Classics, che produce terrificanti film di serie Z, con la quale ha in ballo la realizzazione di un film a bassissismo costo e chiede un appuntamento.
I bruttissimi: Paganini Horror-il violino che uccide
Paganini Horror ovvero quando il trash supera se stesso, si autocita parodiandosi e sconfinando nel demenziale più estremo.
Qui tutto è all’insegna del fatto in casa, recitazione compresa, e se questo può essere un pregio per un bel piatto di matriciana non lo è per un film che in teoria dovrebbe regalare qualche brivido.
Una band in cerca dell’ispirazione perduta acquista uno spartito maledetto nato da un patto tra il diavolo e il musicista Paganini. Inizieranno così una serie di efferati omicidi che vedranno i membri del gruppo morire uno ad uno uccisi da un tizio mascherato armato di violino con lama estraibile (!!).
Effetti speciali da fiera di paese, basta guardare il delirante finale con luci e nebbia da discoteca, il resto è recitazione da sala parrocchiale, e una protagonista che non fa che urlare e strabuzzare gli occhi.