Febbre da cavallo-La mandrakata, recensione

Bruno Fioretti (Gigi Proietti) come il lupo del famoso detto ha cambiato fidanzata ma non vizio ed il Mandrake che è in lui continua a renderlo inaffidabile e compulsivo quando si tratta di scommettere sui cavalli, infatti Bruno continua imperterrito a perdere vagonate di soldi insieme ai suoi due nuovi compari, Micione (Rodolfo Laganà), quarantenne bamboccione ancora intento a far la cresta ai genitori con cui vive e l’Ingegnere (Andrea Ascolese), studente fuori corso cronico anch’egli con una passione sfrenata per le corse dei cavalli.

I tre tra una scommessa persa e l’altra sembrano pronti a fare il colpaccio visto che l’Ingegnere ha messo a frutto il suo sapere per concepire un’infallibile software da applicare alle scommesse, software che dopo qualche dritta fortunata, finirà per naufragare miseramente.

Così Bruno ormai stanco di perdere si accorge di un paio di cavalli che si assomigliano in maniera impressionante, l’unica differenza è che uno è un brocco e l’altro un campione, scatta così la geniale super-mandrakata che consiste nello scambiare per un periodo di tempo i due cavalli così da truccare risultati e quotazioni e poi al momento giusto rimettere le cose a posto, piazzando una scommessa finale di quelle che ti cambiano la vita…

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10 cinepanettoni fuori stagione: il meglio dei fratelli Vanzina

Visto che a forza di indigesti cinepanettoni, imbarazzanti thriller all’amatriciana e pruriginose biopic, i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina ci hanno dato tanto gustoso materiale per la nostra rubrica I bruttissimi, ci sembrava giusto dedicare spazio a quei film diretti dalla coppia di cineasti romani che andrebbero rivalutati o che comunque contengono un appeal che va oltre il nazionalpopolare e il trivio sbanca-botteghino.

Intendiamoci siamo lontani anni luce dai capolavori della commedia all’italiana che fu, quella di Monicelli, Risi e Comencini tanto per intenderci, la cui eredità i reucci da cinepanettone hanno contribuito in questi ultimi anni a dilapidare, creando come effetto collaterale la riscoperta e rivalutazione della commedia italiana anni’80 snobbata dalla critica e quest’anno sdoganata nientemeno che nella prestigiosa cornice della Mostra del cinema di Venezia, con tanto di festivaliera retrospettiva.

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10 film con calciatori

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Oggi in occasione dei Mondiali di calcio 2010 classifica particolare dedicata ai calciatori ed ex-calciatori che hanno transitato sul grande schermo, insomma stiamo parlando di pellicole che hanno avuto questo o quel campione di calcio come semplice comparsa di lusso, ma anche di quei film che hanno richiesto un minimo di recitazione come Fuga per la vittoria in cui si poteva ammirare un vero dream-team che grazie alla magia del cinema miscelava giocatori e star del grande schermo o Il mio amico Eric di Ken Loach con un carismatico e sorprendente Eric Cantona.

Naturalmente non mancheranno i documentari come il Maradona di Kusturica in cui il protagonista assoluto è il Pibe de Oro e la sua carriera fatta di alti e bassi, ma anche di momenti che hanno scandito la storia del calcio, e alcuni cameo di lusso che hanno costellato commedie e cinepanettoni con tutti gli eroi del calcio minuto per minuto.

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L’allenatore nel pallone 2, recensione

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I fasti e la salvezza strappata in extremis della mitica Longobarda, fanno ormai parte del glorioso passato dell’ex-allenatore, ora imprenditore Oronzo Canà (Lino Banfi), che abbandonata la panchina gestisce un’azienda agricola che produce olio d’oliva, accanto a lui l’inseparabile moglie Mara (Giuliana Calandra), e la figlia Michelina (Stefania Spugnini), a cui si sono aggiunti il fedigrafo genero Fedele (Biagio Izzo)  e il nipote Oronzino.

Una sera però l’ex-mister viene invitato ad una trasmissione sportiva per festeggiare il ritorno della Longobarda in serie A e in vena di nostalgiche reminscenze sportive Canà confessa che in quella ultima e decisiva partita, che salvò la Lomgobarda da una ormai certa retrocessione, c’erano state delle pressioni dell’allora presidente della società per questioni economiche.

La bomba mediatica esplode e lo scandalo fa il giro di tv, web e giornali, così Willy Borlotti (Andrea Pucci)  figlio del vecchio presidente, si ritrova coinvolto in una ridda di voci e scoop scandalistici che fanno crollare le quotazioni della neo-promossa società irritando non poco l’ambiguo imprenditore russo Ivan Ramenko (Emilio de Marchi), fresco associato della Longobarda ormai nella bufera.

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