Il mio nome è Khan, recensione in anteprima

Rizwan Khan (Sha Ruhk Khan) è un bambino indiano di religione musulmana affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che viene bilanciata da una sorprendente capacità nell’intuire in che modo funzionano le cose riuscendo così a riparare particamente qualsiasi cosa, a questo si aggiunge un quoziente intellettivo davvero notevole che la madre nonostante le difficoltà economiche cercherà di sviluppare con l’aiuto di un insegnante privato.

Rizwan ha un fratello minore di nome Zakir (Jimmy Shergill) che comincia a soffrire delle troppe attenzioni riservate al fratello e della sua popolarità nel quartiere, sviluppando una sorta di gelosia rancorosa che lo porterà una volta laureatosi a lasciare la famiglia e l’India, trasferendosi negli States.

Una volta che Zakir ha preso la cittadinanza e il suo lavoro gli permette una vita decorosa chiede che fratello e madre si trasferiscano a vivere con lui a San Francisco, ma nel frattempo la madre muore e a Rizwan toccherà affrontare l’America solo e spaventato.

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Venezia 2010 sabato 11: oggi premiazioni, ultime proiezioni e chiusura con The Tempest

Giornata di chiusura della sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia, assegnati ieri premi collaterali a La pecora nera di Celestini (Premio Fondazione Mimmo Rotella) e Venus Noire di Kechiche (Premio Pari Opportunità), mentre Avatar e il cartoon Dragon Trainer si aggiudicano il premio speciale Persol dedicato al cinema 3D.

Si tirano le somme e il festival esce con una serie di risultati positivi da questa edizione, vedi l’incremento di biglietti (+17%), abbonamenti (+16%) e giornalisti accreditati (+4%).

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Venezia 2010 Venerdì 10: ieri premiato 20 sigarette, oggi Twyker, Dustin Hoffman e lo J-horror di Shimizu

Ultime battute per la sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia, oggi si assegnano alcuni premi collaterali, mentre già c’è un vincitore nella sezione Controcampo italiano, il documentario di Aureliano Amadei 20 sigarette è stato decretato vincitore con una menzione speciale all’attore Vinicio Marchioni.

Ieri quindici minuti di applausi per Et in terra pax, esordio nel lungometraggio di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini presentato nella sezione autonoma Giornate degli autori. L’alienante realtà della periferia romana attraverso le storie di tre ragazzi. il co-produttore della pellicola Gianluca Arcopinto polemizza con istituzioni  e Rai per il mancato supporto, ma ne ha anche per i distributori:

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Viggo Mortensen in Sulla strada, Morgan Freeman in Dolphin Tale, Robert De Niro in Honeymoon with Henry, Dustin Hoffman in Vi presento i nostri?

Eccoci pronti ad aggiornarvi su qualche casting news fresca di web, iniziamo con una corposa aggiunta al cast di Sulla strada, trasposizione cinematografica dell’omonimo  romanzo cult della beat-generation scritto da Jack Kerouac che sarà diretto dal regista de I diari della motocicletta Walter Salles. Al già ricco cast che tra gli altri ha visto reclutate anche Kirsten Dust (Spiderman) e Kristen Stewart (Eclipse) si aggiungono Viggo Mortensen (The Road) ed Amy Adams (Come d’incanto).

Morgan Freeman e Ashley Judd sono in trattative per un ruolo nella fiaba animalista a Dolphin tale, storia vera di un delfino mutilato da una trappola e tratto in salvo da un ragazzo in un acquario della Florida, Freeman sarà un veterinario che creerà una protesi per sostituire la coda del delfino persa nell’incidente, mentre la Judd sarà la madre del giovane protagonista.

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Venezia 2010: tra polemiche, tagli e conferme si avvicina il debutto

Agosto è arrivato e tra un mese esatto debutterà la sessantasettesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia il cui cartellone in questi ultimi giorni ha cominciato a prendere consistenza, accompagnato dalle canoniche polemiche riguardanti la selezione delle pellicole, qualche lamentela per un parterre di star che quest’anno sembrerebbe più contenuto del solito, ma anche la sicurezza di una presenza consistente di pellicole italiane in concorso e di un Mostra più sobria con un occhio di riguardo per un certo cinema underground.

Le polemiche che fisiologicamente attraversano ogni grande manifestazione anche quest’anno hanno fatto la loro comparsa, il regista Pupi Avati si è visto escludere dalla competizione per poi essere reintegrato in corsa con una proiezione fuori concorso, Avati polemizza, non ci sta e rifiuta. A difesa della Mostra arriva il regista Giuseppe Piccioni che diplomaticamente da un colpo alla botte e uno al cerchio, sostenendo lo sfogo di Avati, ma anche la libertà del festival di fare le proprie scelte senza subire pressioni.

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Giffoni Film Festival 2010 nona giornata: oggi Caterina Murino, Vaporidis e l’evento Avatar

Al Giffoni Film Festival 2010 inizia una nuova settimana, ieri arrivata Giovanna Mezzogiorno per premiare il giornalista Minà con un riconoscimento dedicato al padre Vittorio e il consueto incontro con le giurie. Stavolta è il turno del cantante Jesse McCartney testimonial del cartoon Animals United acclamato da una folla di festanti fan giunte da tutta Italia, McCartney ha annunciato un nuovo disco e ha raccontato di avere due desideri d’attore, recitare nella serie tv Dexter e fare un film con Dustin Hoffman.

Ieri red carpet anche per Carlo Buccirosso attore-feticcio del regista Vincenzo Salemme, Buccirosso ha parlato delle sue due passioni, il calcio e il teatro, l’attore napoletano ha creato non senza difficoltà una sua compagnia indipendente. Riguardo all’atteso debutto da regista l’attore racconta che al successo del suo Cirino Pomicino ne Il divo sono seguite alcune scelte sbagliate, ma di una cosa è certo il suo primo film da regista non sarà la solita commedia con la bella di turno.

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Rain Man-L’uomo della pioggia, recensione

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Charlie Rabbit (Tom Cruise) commerciante di auto di lusso oltre a non avere un buon rapporto con il padre scopre dopo la sua morte che l’uomo gli ha nascosto l’esistenza di Raymond (Dustin Hoffmann), un fratello maggiore allontanato da casa quando Charlie era ancora piccolo e ricoverato in una clinica perchè autistico.

Charlie che nel frattempo si ritova in mezzo ad un disastro finanziario che potrebbe assumere proporzioni bibliche, scopre che il padre ha lasciato la maggioranza dei suoi beni proprio a Raymond e dopo l’apertura del testamento decide di prelevare il fratello dalla clinica e portarlo con lui a Los Angeles, nel tentativo di diventarne il tutore legale e prendere così il controllo dei suoi beni.

Charlie per portare Raymond dal suo avvocato sarà costretto ad intraprendere un lungo tragitto in auto perchè tra le molte fobie di Raymond ci sono anche gli aerei. Questa vicinanza con il fratello, alcune reminiscenze della sua presenza nell’infanzia di Charlie e la scoperta di abilità matematiche strabilianti di Raymond porteranno i due lungo la strada ad avvicinarsi e ritrovarsi, stabilendo a lungo andare un legame affettivo profondo e inaspettato.

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Christopher Walken in Wild Oats, Dustin Hoffman in Nightwork, Zoe Saldana in Columbiana

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Christopher Walken reciterà in Wild Oats, l’action comedy scritta da Claudia Myers, diretta da Scott Marshall, con Shirley MacLaine, Maria Bello, Christina Ricci, John Corbett e Bill Pulman, che racconta la storia di due donne, una vedova e sua nipote, in visita a Las Vegas per giocare un ingente somma di denaro.

Dustin Hoffman sarà il protagonista di Nightwork, l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Irwin Shaw, prodotto dalla Ealing Studios, scritto da William Davies. L’attore sarà un portiere di notte che per caso si impossessa accidentalmente di una grossa somma di denaro bramata da molte persone che lo inseguiranno in giro per l’Europa.

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Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, recensione

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La bottega di Mr. Magorium (Dustin Hoffmann), nessuno sa esattamente quanti anni abbia il magico giocattolaio visto che ha smesso di invecchiare  intorno alla sessantina, è il paese delle meraviglie di ogni bambino, i giocattoli sembrano prendere vita e scegliere i loro piccoli proprietari, pronti a riempirne i pomeriggi con tonnellate di fantasia e sogni ad occhi aperti.

Il problema  è che Magorium è ormai giunto al termine della sua lunga carriera di magico giocattolaio, il pensionamento e il giusto riposo sono vicini, così assunto un commercialista che ne sistemi la contabilità, decide che a gestire il negozio sarà la sua assistente Molly Mahoney (Natalie Portman), che sembra l’unica in grado di sostituirlo degnamente.

Purtroppo Mahoney non è convita della magia insita nei giocattoli nonstante l’abbia vista all’opera per molti anni, e oltre a questo i giocattoli dell’emporio percepito che Magorium se ne andrà cominciano a ribellarsi e a smettere improvvisamente di regalare gioia ai più piccini, mettendo a soqquadro l’emporio e spaventando i piccoli clienti, esaurendo così la magia che questi ultimi portavano con sè trasformando lentamente il negozio in un luogo freddo e desolante.

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Profumo-Storia di un assassino, recensione

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Nato nella lordura e nel tanfo di un mercato del pesce nei sobborghi parigini, Jean-Baptiste Grenouille (Ben Whishaw) viene dato alla luce da una snaturata ragazza- madre incline all’infanticidio, che una volta partorito lo getta tra i rifiuti cercando di disfarsene, ma senza successo, visto che il feto si aggrappa alla vita e con i suoi gemiti attira l’attenzione dei passanti. Il gesto infame della donna verrà punito con l’impiccagione, mentre il neonato finirà in un affollato orfanotrofio.

Lo shock subito alla nascita forse contribuirà a donare a Jean-Baptiste una sorta di sorprendente sensibilità agli odori, che si tratti di profumi od olezzi, il suo incredibile senso dell’olfatto gli permetterà di discernere e riconoscere qualsiasi odore. Così la sua permanenza nell’orfanotrofio servirà al ragazzo per memorizzare un vero e proprio archivio di profumi e odori, sino a quando abbastanza cresciuto verrà venduto dalla tenutaria dell’orfanotrofio ad un conciatore di pelli.

Jean-Baptiste durante alcune consegne in città avrà la sua iniziazione all’omicidio seguendo la fragranza emanata da una bella ragazza che il ragazzo ucciderà, poi l’incontro con il profumiere Baldini (Dustin Hoffman), l’apprendistato come creatore di profumi, il successo e la ricerca convulsa del profumo perfetto, la fragranza emanata dal corpo della sua prima vittima perduta con la sua morte, una ricerca che lo porterà a collezionare molte vittime, nel tentativo di trovare la perduta perfezione.

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La giuria, recensione

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Una vedova decide che la morte del marito per mano di un balordo sia responsabilità indiretta di una potente società che produce armi da fuoco, e che sempre secondo la vedova ha armato la mano del balordo in questione causando la morte del consorte.

Questa è almeno la tesi che l’avvocato Wendell Rohr (Dustin Hoffman) ha deciso di confutare in un aula di tribunale, cercando di creare un pericoloso precedente che ne la società fabbricante, ne le lobby delle armi possono permettersi. Così entra in gioco un vero squalo, l’esperto selezionatore di giurie Rankin Fitch (Gene Hackman) che utilizza un sofisticato ed illegale sistema di sorveglianza sui futuri giurati per saggiarne la compatibilità in aula, e nel caso scavarne nel passato in cerca di macchie da utilizzare in caso di necessità.

Uno dei giurati selezionati che si rivelerà decisivo per la causa è Nicholas Easter (John Cusack), all’apparenza un semplice commesso ed appassionato di videogame, che in realtà non è ciò che sembra, ma usufruisce di un contatto all’esterno con il quale, imitando Fitch, cercherà di manipolare ed indirizzare i giurati lavorando sia all’interno che all’esterno, ma a favore di chi?

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Little Fockers, Dustin Hoffman abbandona il progetto?

Dustin Hoffman - Ben Stiller

Il terzo episodio della saga dei Fockers potrebbe dover fare a meno di Dustin Hoffman: l’attore, dopo aver partecipato a Mi presenti i tuoi? sembra stia per abbandonare il progetto, dato che in Little Fockers, al suo personaggio, Bernie Focker è stato riservato poco spazio (alcuni scene, una sorta di cameo).

La Universal per ora non ha commentato e, mal che vada, rinuncerà alle scene in cui appare l’attore, tutte concentrate prevalentemente nel finale.

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Oggi è già domani, recensione

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Harvey Shine (Dustin Hoffman) sta passando un periodo decisamente nero della sua vita, la sfortuna si sta accanendo su di lui, ma sembra che uno spiraglio di luce possa aprirsi visto che sua figlia sta per sposarsi a Londra e che lui è in partenza per partecipare al matrimonio.

Il suo capo però gli pone una bella spada di Damocle sulla testa, come se già il povero Harvey non ne avesse abbastanza, per conservare il suo lavoro, l’uomo dovrà assistere al matrimonio e ripartire immediatamente per New York per occuparsi di un importante cliente, se Harvey non rispetterà i tempi rischierà il licenziamento.

Harvey parte alla volta di Londra, è troppo felice e orgoglioso per la figlia per pensare troppo alle beghe lavorative, così una volta giunto a Londra, la raggiunge e qui il mondo gli crolla addosso, Harvey scopre che sarà il nuovo marito dell’ex-moglie, il patrigno della ragazza, ad accompaganare sua figlia all’altare. Deluso e amreggiato lo ritroviamo all’aeroporto pronto a tornare a New York, ma visto che piove sempre sul bagnato Harvey perde il volo.

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