A New York, subito dopo un’esplosione in un grande magazzino, un uomo che si fa chiamare “Simon” (Jeremy Irons) telefona alle autorità e rivolgendosi all’Ispettore Walter Cobb (Larry Bryggman) si proclama esecutore dell’attentato e fa una richiesta piuttosto curiosa per un terrorista. Simon ordina che il poliziotto John McClane (Bruce Willis), al momento sospeso dal servizio, venga portato nel mezzo di Harlem e lasciato girovagare per le strade del quartiere con indosso un cartellone con una scritta a sfondo razzista. Nonostante la richiesta piuttosto folle Cobb decide di assecondarla e reintegrato McClane lo trasporta in loco, dove una volta scaricato solo il provvidenziale intervento di un negoziante di nome Zeus Carver (Samuel L. Jackson) salva McClane dal linciaggio. Quella per McClane e Carver sarà solo la prima tappa di un frenetico e perverso gioco a base di indovinelli ed esplosivi disseminati per la città, gioco che Simon ha ordito per tenere occupata la polizia, mentre con i suoi uomini prepara una rapina in grande stile.
Die hard: duri a morire
Action figures, speciale eroi da action movie
Ancora uno speciale per il canonico spazio dedicato alle action figures, stavolta vogliamo dedicarlo interamente a quattro figure chiave del genere action, parliamo di Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis, non dimenticando l’inossidabile Steve Seagal che indomito prosegue la sua carriera parallela nel mondo del direct-to-video, dimostrendo nel bene e nel male un’invidiabile resistenza.
Abbiamo preso questi quattro attori citandone i personaggi migliori, più longevi e al contempo proponendovi le migliori repliche esistenti sul mercato, che vanno dalle statue classiche sino alle action figures di più recente produzione, come quelle riguardanti Conan il barbaro, sorprendenti per fattura e somiglianza con l’originale.
Trappola di cristallo, recensione
John McClane (Bruce Willis) è un poliziotto di New York in trasferta natalizia in quel di Los Angeles per incontrare la moglie, donna in carriera in un’importante multinazionale giapponese e con cui cerca di ricomporre i pezzi di un matrimonio in crisi.
I dipendenti della multinazionale e la moglie di McClane, si trovano ad un party aziendale organizzato per le festività che si svolge nella sede centrale della società, l’avveniristico grattacielo Nakatomi Plaza. McClane viene prelevato all’aeroporto da una lussuosa limousine e portato al party, dove però nel frattempo la situazione è precipitata con l’incursione di un gruppo di terroristi che si è infiltrato nel grattacielo sequestrando gli occupanti, moglie di McClane compresa.
Scopo del sequestro è trattare con le autorità onde negoziare la liberazione di alcuni prigionieri politici, in realtà il fine ultimo del capo dei sedicenti terroristi europei, Hans Gruber (Alan Rickman), è un caveau dotato di avanzatissimi sistemi di sicurezza, e mentre Gruber guiderà l’assalto al caveau, McClane in solitaria comincerà la sua piccola guerra personale cercando di salvare la moglie e la pelle.
12 Round, recensione
L’agente di polizia Danny Fisher (John Cena) e il suo collega per una serie di eventi fortuiti si ritrovano nel bel mezzo di un’imponente missione dell’FBI allestita per incastrare ed arrestare uno noto terrorista e trafficante d’armi internazionale, tale Miles Jackson (Aidan Gillen).
Jackson è in fuga con la sua fidanzata Erica e una valigetta colma di diamanti, Fisher e compagno incrociano l’auto dei fuggitivi, ne segue un forsennato inseguimento e la morte accidentale della donna di Jackson, quest’ultimo prima di finre in manette promette a Fisher di vendicarla.
E’ passato un anno, i due agenti grazie allo spettacolare arresto sono diventati detective e nel frattempo Jackson evaso di prigione rapisce la moglie di Fisher, gli fa saltare in aria la casa e comincia un sadico gioco al massacro in 12 round. Toccherà al detective sopravvivere a tutti e dodici le prove se vorrà rivedere la moglie viva.
Samuel L. Jackson: Black Power!
Negli ultimi anni Samuel L. Jackson è stato attaccato da una certa critica che lo ha accusato di essersi dato al trash più becero, certamente una sua sovraespozione mediatica, e l’impressionante sequela di film che ha interpretato negli ultimi anni,, tra il 1990 e il 1993 ha partecipato a ben 19 lungometraggi!, non ha aiutato l’attore a cui si imputa un allontanamento da quel cinema d’autore e da quei registi come Spike Lee e Quentin Tarantino che ne hanno decretato lo status di star, per una deriva commerciale in crescita esponenziale.
Samuel Leroy Jackson, nasce a Washington (USA) il 21 Dicembre 1948, il padre abbandona lui e la madre, quindi il piccolo Samuel cresce con mamma e nonni nel Tennessee, nella città di Chattanooga. nella fase adolescenziale il ragazzo è afflitto da una balbuzie che non riesce a superare, il suo logoterapista consiglia una terapia d’urto, un’audizione teatrale in uno spettacolo della sua scuola, Samuel fa il provino, lo supera e il suo sogno di diventare oceanografo viene soppiantato dall’amore per la recitazione che lo accompagnerà per il resto della sua vita.