Henry, recensione in anteprima

Gianni (Michele Riondino) è un eroinomane che con la sua ragazza Nina (Carolina Crescentini) si serve spesso e volentieri dal pusher Spillo (Max Mazzotta) che a quanto pare fa il doppio gioco, perchè non solo spaccia per quelli di Civitavecchia, ma si serve per la bianca anche da una banda di trafficanti di droga africani, guidati dallo spietato Karanja (Eriq Ebouaney), che hanno tutta l’intenzione di affermarsi sulla piazza romana. Così al tossico Rocco (Pietro de Silva) viene chiesto di trovare le prove che incastrino Spillo, ma questo porterà Rocco, Gianni e Nina ad essere coinvolti nell’omicidio di Spillo e di sua madre. A far luce sul delitto arriverà lo zelante Commissario Silvestri (Claudio Gioè) che con il suo partner Bellucci (Paolo Sassanelli) si ritroverà nel bel mezzo di un cruento scontro tra spacciatori che non mancherà di seminar cadaveri nella Capitale.

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L’amore fa male, recensione

Germana (Stefania Rocca) è una quarantenne con una figlia che si ritrova con un sogno che non riesce a perseguire, quello di diventare attrice e si trascina da anni in una relazione extraconiugale cone un avvocato benestante che come di consueto promette cose che poi puntualmente non mantiene. Germana un giorno incontra Gianmarco (Paolo Briguglia), un giovane immobiliarista che sembra finalmente rappresentare ciò che la donna ha sempre cercato in un uomo e si lascia travolgere dalla passione, ignorando però che Gianmarco, oltre ad essere un amico di vecchia data della sua vicina ed amica Elisabetta (Nicole Grimaudo) è padre di un bambino e già sposato con Antonia (Diane Fleri), con cui l’uomo attraversa una crisi. Il destino imbastirà per tutti un inaspettato confronto sullo sfondo di una villa in Sicilia, dove tutti si ritroveranno riuniti intorno ad una tavola imbadita e in cui segreti e verità si intrecceranno all’insegna di un catartico gioco delle parti.

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Nauta, recensione

Bruno (David Coco) è un antropologo e professore universitario che in cerca di una leggendaria fonte di consapevolezza interiore che rappresenta il culmine dell’armonia tra uomo e natura, vera e propria manifestazione trascendentale all’insegna della filosofia orientale, si lancia in una spedizione di ricerca che lo porterà su un’isola nel mezzo del Mediterraneo dove un suo vecchio amico dice di aver assistito proprio al leggendario fenomeno in questione.

Bruno dopo aver reclutato Davide (Luca Ward) un suo vecchio amico esperto marinaio con tanto di imbarcazione a vela, porterà con se una biologa con problemi di droga raccomandata da un politico, che rappresenta una delle clausole imposte affinchè vengano erogati i fondi per la spedizione ed un esperto in immersioni, al team si unirà anche un aspirante capitano, già a bordo della barca di Davide per fare esperienza. Approdati finalmente sull’isola dopo un lungo viaggio, Bruno e il suo team scopriranno cosa ha riservato ad ognuno di loro l’isola e il destino.

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L’uomo di vetro, recensione

Primi anni ’70 Leonardo Vitale (David Coco) detto Leuccio è un ragazzo come tanti cresciuto in quel di Palermo all’ombra di uno zio mafioso, ma tenutosi sempre vicino ad una vita fatta di normalizzante quotidianità con una famiglia che lo ama, una bella fidanzata da sposare e qualche uscita tra amici.

Un giorno però Leuccio presta malvolentieri la sua Fulvia ad alcuni malavitosi che la utilizzeranno per un sequestro, naturalmente la polizia ci metterà pochissimo a risalire al proprietario dell’auto e ad arrestare Leuccio che si troverà così accusato di sequestro di persona finendo in prigione.

Leuccio però è fragile, la sua fragilità lo porterà spinto dal terrore a confessare i nomi delle persone a cui ha prestato l’auto, questo suo gesto e alcune minacce ricevute durante la detenzione incrineranno inesorabilmente la sua psiche che fragile come cristallo andrà in pezzi rendendolo pericolosamente instabile.

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