Lanterna Verde, The Avengers, Bioshock: i fan made trailer

Oggi vi vogliamo proporre tre pellicole, una imminente, una in produzione e una in preparazione rivedute e corrette da alcuni appassionati di cinema che si sono impegnati nel confezionare dei fan made trailer, sorta di finti-trailer stile Grindhouse, ma solitamente basati su trailer originali manipolati e rimontati ad arte.

Dopo il salto trovate i tre trailer che si riferiscono ad un Lanterna verde con un nuovo protagonista, all’atteso The Avengers creato con sequenze tratte da quattro pellicole differenti ed infine un fake-trailer creato di sana pianta da un fan in attesa che il travagliato cinegame Bioshock venisse messo in cantiere.

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World Builder, cortometraggio

E’ davvero un piacere potervi proporre quest’oggi per lo spazio cortometraggi World Builder, il corto che abbiamo selezionato per voi è un piccolo grande gioiello di tecnica ed emozione che dimostra come gli effettti speciali, tanto vituperati da una parte della critica per il loro utilizzo prettamente ludico, si possano rivelare invece sorprendente ed efficace veicolo di messaggi ricchi di spessore e poesia.

World Builder ci racconta di un costruttore di mondi virtuali che utilizza tutta la sua abilità e la tecnologia a disposizione per regalare alla donna che ama gravemente malata attimi di serenità, creando di volta in volta location che le trasmettano serenità e la tengano anche se solo virtualmente ancorata ad una realtà sempre più labile.

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10 film rompicapo

Ieri è uscito nelle sale italiane l’atteso film-evento Inception, il regista Chris Nolan presenta un’ambiziosa incursione nel mondo dei sogni, interi mondi partoriti dal subconscio che diventano materia malleabile da menti allenate e anche se il film vista la complessità delle  tematiche trattate e dalla profondità dei concetti messi in campo non è immune da difetti e mancati intenti, possiede indubbiamente tutto il fascino dell’opera visionaria di un’arte, quella cinematografica capace di materializzare stupefacenti e sempre più immersivi universi paralleli a misura di spettatore.

Così visto il complesso rompicapo di immagini, visioni e suggestioni subliminali che hanno dato corpo e anima al blockbuster di Nolan, abbiamo pensato di dedicare una classifica ad hoc che raccolga dieci pellicole che utilizzino nel loro percorso narrativo un immaginifico e labirintico percorso in cui lo spettatore si possa piacevolmente perdere, con l’assoluta certezza di guadagnare col sopraggiungere dei titoli di coda una comoda via di fuga che lo riporti alla realtà con qualche frammento di emozione in più da poter condividere e su cui riflettere.

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Inception, recensione

Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un abile estrattore di sogni, la sua abilità è creare architetture oniriche nelle quali inscenare dei veri e propri furti all’insaputa del sognatore di turno, rubare idee e segreti direttamente dal subconscio nel momento in cui il soggetto scelto abbassa le proprie difese.

Stavolta Cobb non dovrà affrontare il solito furto su commissione da spionaggio industriale, un magnate giapponese gli chiederà di instillare un’idea nel subconscio di un giovane che sta per diventare unico erede di una potente multinazionale, le cui azioni una volta acquisiti i diritti ereditari dal padre morente potrebbero cambiare le sorti dell’economia globale.

Cobb accetterà il lavoro in cambio della possibilità di tornare in patria dove ha lasciato i suoi figli dopo una fuga e l’esilio, conseguenza dell’accusa di aver ucciso la moglie. Ad aiutare Cobb in questa operazione ad alto rischio un team di specialisti, ognuno con specifiche capacità indispensabili per penetrare nel subconscio prescelto ed allestire una messinscena credibile.

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Inception, in rete il prequel a fumetti

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Proseguono le iniziative legate all’uscita dell’atteso thriller fantascientifico di Chris Nolan Inception che rivisita in chiave noir le suggestioni cyberpunk di Johnny Mnemonic e le intriganti elucubrazioni sulla percezione della realtà dei cult Matrix e Dark City.

Nell’attesa che il film esca in italia a settembre, negli States debutta proprio oggi, la Warner ha pensato bene di rilasciare in rete un prologo a fumetti che prepara lo spettatore a quello che vedrà su schermo, aiutandolo a comprendere meglio la complessità di uno script che non deluderà gli amanti della fantascienza.

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V per Vendetta, recensione

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Inghilterra 2019, la popolazione è oppressa da un regime che oltre ad una efficiente e spietata polizia segreta, ha il totale controllo sui mass-media, La dittatura non solo mediatica, e la violazione dei più basilari diritti civili, è figlia  dalla necessità di uscire da un periodo buio in cui lo scontro politico ha causato la morte di molti cittadini britannici, coinvolti in manifestazioni di protesta, sfociate in una violenta guerriglia urbana.

Dalle macerie di questi scontri e di una nazione in balia di caos, violenza e terrore sorgerà, alimentando ad arte la paura, un partito neoconservatore appoggiato dal popolo e capeggiato dall’Alto Cancelliere Adam Sutler (John Hurt), che porterà si la pace, ma anche la fine di ogni libertà.

Il regime però finirà per figliare contrapposti estremismi, e cosi Londra diventerà il palcoscenico di una nuova figura mascherata conosciuta come V (Hugo Weaving), che ispirandosi  alle gesta del famigerato Guy Fawkes, cospiratore britannico che tentò nel 1605 di far saltare il Parlamento inglese, seminerà il panico nelle istituzioni, con incursioni mediatiche e attentati dinamitardi.

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Segnali dal futuro, recensione

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Dopo un prologo ambientato alla fine degli anni ’50 in cui in una scuola elementare si seppelisce una capsula temporale con alcuni disegni fatti dagli alunni e un foglio fitto di numeri disegnati da una taciturna e inquetante bambina di nome Lucinda, si torna al presente, sono trascorsi circa cinquant’anni, al disseppellimento della capsula assistono John e Caleb Koestler, John (Nicolas Cage) è un astrofisico che insegna all’MIT e che ha perso di recente la moglie, Caleb è suo figlio, è a lui che viene consegnato il misterioso foglio.

John in una notte agitata in cui in preda alla depressione beve un pò troppo, scopre casualmente che i numeri che sembrano scritti a caso sul foglio hanno in realtà un senso, poi grazie ad internet i numeri diventano date di catastrofi e numeri di decessi, infine un evento devastante mette John davanti ad una terrificante verità, le ultime tre cifre riportate sul foglio sono di disastri non ancora avvenuti.

Cosi Kostler comincia a cercare indizi, provando a rintracciare Lucinda la bambina che aveva scritto cinquant’anni prima le profezie numeriche, nel frattempo strane presenze cominciano a visitare la sua casa, mentre il piccolo Caleb è terrorizzato da strane voci e apocalittiche visioni.

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David S. Goyer: un fumettaro ad Hollywood

David Samuel Goyer nasce il 22 Dicembre 1965 a Ann arbor (Michigan-USA), dopo il normale iter scolastico si iscrive alla School of Cinema and Television dove nel 1988 si diploma.

Gli esordi sono come sceneggiatore, si specializza in action e scrive gli script di Kickboxer 2 e del carcerario Colpi proibiti, primi successi del roccioso Jean-Claude Van Damme.

L’esordio come autore nel genere fantastico è con il poco memorabile Giocattoli infernali, seguito dal virtual-horror Impatto virtuale e dal sequel Giocattoli assassini.

Il fantastico sembra calzare a pennello alla scrittura di Goyer, che comincia a sfornare dei buoni lavori, come il sottovalutato Il corvo 2, l’ottimo Terrore dalla sesta luna, omaggio agli ultracorpi di Siegel, ed il poco conosciuto e stupefacente Dark city di Alex Proyas, regista de Il corvo.

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Patrick Tatopoulos: un artista del fantastico

Patrick tatopoulos è uno scenografo ed un esperto make-up artist, un artista che ha sempre collaborato a creare il giusto look ad una lunga serie di film fantastici ed horror e  contribuendo a popolarli di strane ed inquietanti creature partorite dalla sua immensa creatività, il suo lavoro è visibile in almeno l’ottanta per cento dei grandi blockbuster fantastici degli ultimi quindici anni.

My life:

Patrick Tatopoulos ha vissuto e studiato a parigi fino all’età di 17 anni, frequentando prestigiose scuole e forgiando il suo stile attraverso lo studio di pittura, scultura e design. Appena maggiorenne si traferisce a Roma dove rimarrà per tre anni lavorando come illustratore freelance, per poi spostarsi in Grecia ed infine negli Stati Uniti dove dal 1989 comincia a collaborare nel settore cinematografico. Dal 2001 è stata istituita a suo nome, per meriti nel campo cinematografico una borsa di studio che lo stesso regista offre a studenti particolarmente creativi e brillanti che sappiano mettersi in luce.

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Recensione: I,robot

Anno 2035, ormai i robot fanno parte della vita quotidiana degli abitanti di una iperfuturistica Chicago, e come accade per telefonini e televisori, si attende con ansia l’uscita del nuovo modello di robot domestico, funzionale, servizievole e pagabile in comode rate mensili. l’NS-5.

In una società in cui tutti ormai hanno accettato la convivenza con questi elettrodomestici hi-tech, il detective Spooner (Will Smith) sembra un pesce fuor d’acqua con la sua anacronistica e paranoica fobia per i robot dovuta ad un trauma subito anni prima.

Il sospetto suicidio, del genio della robotica Alfred Lanning (James Cromwell), creatore delle tre leggi della robotica su cui si basa tutta la legiferazione su questi servitori elettronici, porta Spooner a veder materializzate  le proprie paure scoprendo che il suicidio del  professore è invece un omicidio in cui sembra coinvolta l’ultima creazione di Lanning. Sonny (Alan Tudyk), robot che scoperto si dà alla fuga.

Tra le pressioni della corporazione che produce i robot ed i dubbi dell’assistente del Dottor Lanning, Susan Calvin (Bridget Moynahan), Spooner sbroglierà la complicata matassa di indizi a sua disposizione e scoprirà un complotto che di umano ha ben poco…

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Jennifer Connelly

Jennifer Connelly è bellissima, lo era quando ha iniziato la sua avventura nel mondo del cinema, lo è ora, che l’avventura continua, con sempre maggiore entusiasmo. Il suo nome è legato a quello di pellicole come Labyrinth, il film fantastico di Jim Henson del 1986, o a quello di Sergio Leone, che l’ha diretta nel capolavoro C’era una volta in America.

Niente male come inizio, dopo un pre-inizio come modella nel campo della pubblicità; Labyrinth, che sfoggiava un David Bowie in grande spolvero, è un film fantastico, un viaggio in un mondo fantasy i cui tratti inquietanti sono diventati cult.

Collabora, nel 1985, con Dario Argento, recitando accanto a Daria Nicolodi e a Donald Pleasence in Phenomena. Fa uno strano effetto pensarla su un filo diretto che collega un lontano Dario Argento a un certamente più attuale Darren Aronofsky.

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