Niente da dichiarare, recensione

Gli anni ’90 portatori di confini travalicati e frontiere abbattute, l’Europa tutta è in fermento per le possibilità che si aprono ad una continente che aspira attraverso il trattato di Maastricht ad una simbolica reunion, dove campanilismo e razzismo malcelato saranno solo un ricordo, almeno questo è ciò che accade sulla carta, ma in pratica non tutti accolgono con entusiasmo la notizia di un’Europa meno divisa e in particolare a farne le spese saranno il belga Ruben Vandevoorde (Benoît Poelvoorde) doganiere orgogliosamente francofobo da generazioni ed il poliziotto francese Mathias Ducatel (Dany Boon).

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Benvenuti al sud, recensione in anteprima

Il sogno di Alberto (Claudio Bisio), impiegato in un ufficio postale della Brianza è un bel trasferimento in quel di Milano che gli permetta di fare un salto di qualità e lasciare la provincia, così pressato dalla moglie Silvia (Angela Finocchiaro) e spinto da una mancata raccomandazione, Alberto arriva a fingersi disabile pur di guadagnarsi il posto tanto agognato.

Chiaramente l’inghippo con tanto di sedia a rotelle verrà presto alla luce e per lui due possibilità per riparare, un licenziamento in tronco o due anni di esilio nella provincia campana, immaginate il milanesissimo Alberto come prenderà la notizia, per non parlare della moglie che inorridita spedirà il disperato consorte da solo a prendere la direzione di un piccolissimo ufficio postale in un paesino.

Alberto angosciato saluterà la famiglia e indossato tanto per precauzione un giubbotto antiproiettile, partirà sconfortato per la sperduta località designata e dopo un impatto tutt’altro che gradevole, ma senza dubbio più per le sue paure e i pregiudizi che per l’atteggiamento dei locali, il milanese tutto d’un pezzo scoprirà che il tanto vituperato Sud non è sempre come lo si descrive o lo si immagina, scoprendo di persona solo un modo alternativo di affrontare la vita.

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Sarà perchè ti amo, recensione

Il famigerato tran tran quotidiano, la pericolosa routine che sembra pronta ad affossare qualsiasi matimonio felice e inossidabile coppia sembra aver bussato anche in casa di Ariane e Hugo Marciac (Sophie Marceau e Dany Boon), che si trovano come topi in trappola alla ricerca di un barlume di novità che possa dare una scossa alla loro vita matrimoniale, in particolar modo è Ariane a soffrire della sindrome da casalinga frustrata e vuole che le cose cambino.

Nonostante qualche blando tentativo sembra proprio che il loro matrimonio sia costretto a naufragare sotto i colpi della noia e dello stress, però i due si amano molto e non vogliono buttare all’aria dieci anni e un matrimonio felice e allora urge un piano d’emergenza, una mossa estrema che gli permetta di movimentare le loro giornate ed insieme conoscersi più a fondo.

L’idea è tanto strampalata quanto originale, scambiarsi i ruoli, Hugo si occuperà della casa e della prole, occupazione sino ad allora svolta dalla consorte e Ariane nel giro di una notte si rtroverà manager alla guida di una prestigiosa società. Quello che Ariane non sa è che Hugo dopo un periodo di assestamento subirà un’inaspettata metamorfosi che avrà conseguenze su tutta la famiglia.

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Cloverfield 2, Giù al nord, Downsizing, Up in the Air, Never Let Me Go, The Green Lantern: novità

Torniamo ad occuparci delle novità cinematografiche dopo la pausa del weekend, cominciando da alcune dichiarazioni di J.J. Abrams riguardo il seguito di Cloverfield: l’autore non solo ha detto che ci sarà un sequel non perché il primo ha incassato molto, ma solo perché c’è qualcosa ancora da raccontare, ha fatto intendere che lui e Matt Reeves stanno lavorando su un’idea specifica, molto carina, che potrebbe essere usata più che come seguito, come spin-off.

Il film di Dany Boon, Giù al nord, avrà due remake, uno italiano e uno americano: il primo sarà prodotto da Medusa, mentre il secondo dalla società di Will Smith e vedrà come protagonista Steve Carell.

Downsizing, il prossimo film di Alexander Payne, di cui non si sa molto, tranne che attualmente si sta ultimando la stesura dello script, potrebbe avere un supercast formato da Paul Giamatti, Meryl Streep, Sacha Baron Cohen, Reese Witherspoon.

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Dany Boon è l’attore europeo più pagato in un anno. La classifica 2008 degli attori francesi

Dany Boon, secondo Le Figaro, è l’attore francese più pagato del 2008, nonché l’attore europeo più pagato (in un anno) di sempre e tutto questo soltanto con un film, Giù al nord.

Come ha fatto? Semplicemente perché del film è anche coproduttore, regista e sceneggiatore e oltre ai compensi per questi ruoli (1,35 milioni di euro compreso quello come attore) ha già incassato le percentuali sugli incassi in Francia, sulle vendite internazionali e sulle vendite dei diritti di remake.

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Recensione: Giù al nord

Philippe Ambrams (Kad Merad), direttore di un ufficio postale in Provenza, da anni promette a Julie (Zoé Félix),la moglie depressa, di ottenere il trasferimento in Costa Azzurra e quando decide di provarci gli viene negato, perché gli passa davanti un invalido.

Deciso ad usare qualsiasi strategia per ottenerlo, anche quello di dichiarare il falso sulla domanda di trasferimento, Philippe viene si spostato di sede, ma non al sud della Francia, ma, siccome viene scoperto il suo imbroglio, al nord, all’ufficio di Bergues, nel Nord-Pas de Calais, zona dove nessun francese vorrebbe vivere, perché fredda e inospitale.

Accettata con difficoltà la nuova destinazione e partito senza la famiglia, il direttore dovrà stare almeno per due anni nel nuovo ufficio, imparando ad apprezzare la gente del posto, che parla un dialetto incomprensibile e mangia cibi disgustosi. Alla fine, grazie al postino Antoine (Dany Boon) e della sua assistente Annabelle (Anne Marivin), scoprirà, che i cliché, spesso, altro non sono che stupidi pregiudizi.

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Divertente, intelligente, acuto ed autoironico; arriva Giù al nord

Un vero e proprio boom. 21 milioni di francesi nei mesi scorsi hanno affollato i cinema per andare a vedere questo Giù al nord, film a basso costo nato dal nulla ed esploso grazie al passaparola. Una pellicola che gioca con i pregiudizi dei francesi stessi, divisi tra nord e sud, tra tradizioni, dialetti e stili di vita, capaci per una volta di prendersi poco sul serio e di iniziare finalmente a ridere di se stessi.

Pur conducendo una piacevole esistenza in Salon de Provence, una graziosa cittadina nel sud della Francia, Julie deve fare i conti con una strisciante e costante, depressione.

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