La fame, è sempre più forte, ti divora da dentro, l’avverti prepotente, non puoi ignorarla, ma quando l’hai placata, quando il fuoco che brucia sotto la pelle si è attenuato, si torna alla realtà, e ti ritrovi chissà dove, nudo, sporco e infreddolito, sempre ricoperto di sangue, e quando ti va bene hai solo qualche vago e confuso ricordo della caccia e della nottata appena passata, e una volta superata la sbornia sovrannaturale che ti ha ottenebrato i sensi, si ritorna tra i comuni mortali, si, ma solo fino alla prossima luna piena, e ti accorgi di essere maledettamente eccitato e terrorizzato allo stesso tempo, al solo pensiero di un’altra lunga e selvaggia nottata di caccia…
Questa è, più o meno, la situazione tipica in cui il malcapitato di turno, a causa di una maledizione come ne L’uomo lupo (1941), o infettato da un morso, come nell’ironico Un lupo mannaro americano a Londra (1981), si trova a dover affrontare ogni volta che i nefasti influssi della luna piena ne stravolgono istinto e sembianze.
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