Leopoldo (Leonardo Pieraccioni) è un posato maestro elementare che riceve la notizia dell’improvviso decesso del padre Pierino (Giorgio Piccanti), figura paterna latitante, pessimo esempio, giocatore d’azzardo e donnaiolo impenitente, insomma un gran bel tipo che Leopoldo comunque deciderà di onorare recandosi a sbrigare le pratiche testamentarie onde dargli anche l’ultimo saluto, che sarà alquanto vivace visto che Pierino il truffaldino non solo è vivo e vegeto, ma si è finto cadavere onde farla in barba ai numerosi creditori che ormai non gli davano tregua.
Leopoldo è furioso, ma il padre non gli da neanche il tempo di metabolizzare la resurrezione che si da alla macchia rifugiandosi all’estero, lasciando il compito al figlio di eseguire le sue volontà testamentarie recuperando una cospiscua cifra opportunamente nascosta agli occhi dei creditori, cifra che Leopoldo dovrà recuperare con l’aiuto del fratello Melchiorre detto Gimondi (Massimo Ceccherini), fratello che Leopoldo non ha mai saputo di avere e che sta per uscire di prigione.