Codice Mercury, recensione

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La NSA (Angenzia per la Sicurezza Nazionale) utilizza un codice cifrato e teoricamente impossibile da decrittare per proteggere una lista che contiene tutti i nomi degli agenti che a livello internazionale operano sottocopertura, inutile dire l’importanza di queste informazioni e la massima affidabilità di cui deve godere sistema di sicurezza che le protegge.

Immaginate la sorpresa e lo sconcerto quando durante uno dei tanti test a campione, che il colonnello Nicholas Kudrow (Alec Baldwin) ha ordinato per saggiare l’inespugnabilità del codice, dimostra la vulnerabilità del progetto perchè qualcuno ha, senza alcuna fatica, decifrato il codice.

L’abile decrittatore in questione è nientemeno che un bambino autistico (Miko Hughes) che involontariamente diventerà il bersaglio di alcuni killer che dovranno impedire che un progetto che vale un colossale investimento governativo e la reputazione del colonnello Kudrow, che sul progetto in questione ha costruito un’intera carriera, naufraghino miseramente.

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Unico testimone, recensione

Danny è un ragazzino problematico, la sua personalità e il suo mondo sono stati minati dal divorzio dei suoi genitori Frank (John Travolta) e Susan (Teri Polo), questi ultimi cercano in ogni modo di rendere questo passaggio il meno doloroso possibile per il figlio, ma la cosa si rivela alquanto ardua.

Danny ha trovato nelle bugie una sorta di protezione contro il mondo esterno e contro il dolore provato dalla separazione dei genitori, la coppia nonostante il divorzio e le divergenze si vuole ancora molto bene e continua insieme ad occuparsi del figlio.

Un’altro problema sembra porsi sulla strada di Danny, la madre decide di fidanzarsi nuovamente e il fortunato sembra essere un ricco e mellifluo filantropo appena giunto in città, tale Rick Barnes (Vince Vaughn). Frank metterà da parte una certa gelosia verso l’ex-moglie e deciderà che una nuova figura maschile nella vita del figlio significherà sicuramente più stabilità per tutti.

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Alec, Daniel, Stephen e William Baldwin

Potremmo chiamarli I quattro dell’Ave Maria, tanto per citare un famoso film western di Giuseppe Colizzi; sono invece Alec, Daniel, Stephen e William Baldwin, meglio conosciuti come i fratelli Baldwin.

Alec Baldwin, all’anagrafe Alexander Rae Baldwin III, frequenta la prestigiosa Academy Studios e all’età di 28 anni debutta nel film televisivo La divisa strappata (1986) di Glenn Jordan. Il grande successo dell’opera lo porta ad esordire nel cinema con Forever Lulu (1987). Da qui inizia la scalata con Beetlejuice – Spiritello porcello (1988) di Tim Burton e Talk Radio (1988) di Oliver Stone. Nello stesso anno darà vita a due memorabili personaggi di “sciupafemmine”, in Una donna in carriera e Una vedova allegra ma non troppo, che determineranno la sua ascesa ad Hollywood.

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