Nove anni sono passati dagli accadimenti de L’ultimo bacio, gli anni e l’esperienza accumulati non hanno spento del tutto la foga e la voglia di vivere dei protagonisti, ma certo ne hanno amplificato nevrosi, fobie e l’inconscia delusione di chi è consapevole che la vita non coincide mai, o almeno quasi mai con sogni e desideri.
I trentenni di allora hanno raggiunto i fatidici anta, un’età che si accompagna non solo con una maturazione emotiva ed una nuova consapevolezza, ma anche con un surplus di nevrosi, responsabilità molte volte subite, rapporti falliti e occasioni perse, che a volte si trasformano in una claustrofobica paura di non poter più sfuggire ad un percorso e ad un viaggio obbligato, impossibile da interrompere o modificare.
Così ritroviamo Carlo (Stefano Accorsi) diventato nel frattempo padre, dall’animo perennemente in contraddizione e che vorrebbe ricostruire un rapporto con l’ex-moglie abbandonando i sicuri lidi di una relazione confortante e confortevole e Marco (Pierfrancesco Favino) che combatte con un’improvvisa fragilità emotiva che lo spiazza e che nasce dalla frustrazione di un figlio mai avuto e di una moglie perennemente infelice.
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