Claude Chabrol è morto

Questa mattina a Parigi è morto a ottanta anni Claude Chabrol, regista francese protagonista della Novelle Vague. Chabrol, nato a Parigi il 24 giugno del 1930, aveva vissuto di cinema, occupando ogni tipo di ruolo, da critico (con i Cahiers du Cinéma alla fine degli anni cinquanta) a regista, da attore a sceneggiatore e produttore.

Il cineasta, nella sua prolifica carriera (oltre settanta lavori come regista e una cinquantina come attore), ha diretto film come Beau Serge, Violette Nozière, Un affare di donne, Una morte di troppo, Il buio nella mente, Grazie per la cioccolata, L’innocenza del peccato e Bellamy (ultimo lungometraggio realizzato). Chabrol  ha vinto due volte a Berlino, la prima nel 1959 con The Cousins, la seconda ritirando il premio alla carriera nel 2009, ed è stato nominato più volte nei festival di tutto il mondo (due volte per la palma d’oro al Festival di Cannes).

Il responsabile della cultura al Comune di Parigi, Christophe Girard, comunicando la notizia ha detto:

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Unfaithful-L’amore infedele recensione

unfaithful

Connie (Diane Lane) ed Edward (Richard Gere) sono una bella ed agiata coppia newyorkese, il loro matriimoino all’apparenza solido, si incrina quando nella vita di lei si insinua Paul Martel (Olivier Martinez), un fascinoso libraio che la tenterà con sesso sfrenato, arte e poesia.

Ben presto Edward comincerà d intuire qualcosa, le continue e sospette incursioni della mogliettina in quel di Manhattan, una certa distanza della bella consorte nei rapporti quotidiani, il sospetto aumenta quando durante una lite, un collega di Edward insinua che la moglie abbia un amante, così onde fugare qualsiasi dubbio l’uomo affida ad un detective privato il compito di pedinare la sospetta fedigrafa.

Nel frattempo Connie scoperto di non essere l’unica donna nella vita del fascinoso libraio, ma bensì una delle tante, decide di chiudere la relazione, proprio mentre Edward accertata l’infedeltà della moglie, deluso ed arrabbiato, si recherà nell’appartamento del playboy francese per confrontarsi con il rivale…

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Gustave de Kervern: l’eclettismo francese

Gustave de Kerverne cineasta francese classe 1962, l’esordio nel mondo del cinema è in veste d’attore, è il 1996 ed il film è la comedy/romance Dalphine 1, Yvan 0 di Dominique Farrugia.

Seguiranno nel 2001 alcune partecipazioni a svariate mini-serie tv. Nel 2004 l’esordio come regista con il lungometraggio Aaltra sarà il primo di tre film che il  regista dirigerà con il collega Benoite Delepine.

Nel 2004 il regista sempre in coppia con Delepine gira la divertente commedia Avida, storia di un rapimento di un cane da parte di una sordomuta e di due tossicodipendenti e la successiva richiesta di riscatto, ma la miliardaria padrona dell’animale ha ben altre intenzioni che pagare il riscatto chiesto dalla banda di scalcinati sequestratori. Nel cast oltre alla coppia di registi recita anche Claude Chabrol.

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Berlinale 2009: il punto

Eccoci all’aggiornamento quotidiano sulla Berlinale 2009, evento di prima importanza e che si presenta ogni anno sempre più ricco ed interessante, oggi verranno proiettate tre pellicole tutte in concorso e tutte co-produzioni, la prima Rage della regista Sally Potter è uno sguardo acuto e sarcastico dietro le quinte di un grande Atelier di moda, i componenti dello studio a causa di un incidente si trovano coinvolti in un presunto caso di omicidio.

Il regista Adrien Biniez ci presenta Gigante commedia che ci racconta di una guardia privata di un supermercato goffa e sovrappeso, che si innamora di una donna delle pulizie, e dei suoi esilaranti e teneri tentativi di approcciarla per dichiararsi, mentre Lukas Moodysson ci narra nel suo Mammoth le peripezie di una coppia borghese di New York, chirurgo lei, imprenditore informatico lui, che subirà una serie di eventi che rivoluzioneranno la loro vita e quella della loro bimba di otto anni.

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Festival di venezia dalla ventunesima alla trentesima edizione: dalla bellezza di Sophia Loren a quella dei film di Bunuel

Come passa il tempo. Siamo già a metà degli anni cinquanta. Rombo di motore nuovo, strada asfaltata che si perde nei desideri delle persone. L’odore della Laguna era già forte allora, quando sembrava che il Festival di Venezia dovesse toccare il cielo in modo asintotico.

Fa così caldo. Ormai il Festival potrebbe chiamaris Festival del caldo. Ma perchè sempre in Agosto? Penso. E’ giorno, e fa caldo. Guardo le strade della città e provo un senso estatico di pace. Mi chiedo se questa felicità non artificiale durerà per sempre, se sarò sempre così felice guardando una strada deserta sotto il solleone.

Se fossi grande, stasera, adesso, potrei essere lì, magari potrei sentire, come sottofondo, la musica di Elvis Presley, che mi sembra così nuova, ma allo stesso tempo così affascinante. Mi manca non essere lì in questo momento, in questo frizzante 1956: ma me lo sento: sarà Maria Schell a trionfare, proprio con Gervaise, ma nessuno toglierà il premio San Giorgio a Kon Ichikawa, per Biruma no tategoto , alla faccia di coloro che non amano il cinema giapponese.

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