The Fighter, recensione in anteprima

L’irlandese-americano Micky Ward (Mark Wahlberg) è un pugile di razza, uno che lavora duro, picchia sodo e non ha paura di farsi male, suo fratello Dicky (Christian Bale) è un ex-campione, uno dei tanti che ha gettato al vento la propria carriera e dopo aver avuto l’occasione di una vita, vive di ricordi attutendo il dolore del rimpianto con la droga.

La famiglia segue la carriera di Micky, la madre Alice (Melissa Leo) funge da manager e si occupa di scegliere gli incontri, mentre Dick tra uno sballo e l’altro quando è abbastanza lucido da imboccare la porta della palestra si occupa della preparazione.

Se non fosse per un talento innato e gli insegnamenti che Dicky gli ha trasmesso sin da ragazzino, Micky sarebbe da tempo uscito di scena, magari massacrato da qualche incazzatissimo ex-detenuto salito sul ring per far cassa, ma la fortuna vuole che nella vita di Micky entri la bella barista Charlene (Amy Adams) che gli darà un punto d’appoggio altro che non sia la propria famiglia e gli mostrerà da un’altro punto di vista quello che sta accadendo alla sua carriera ormai in stallo.

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10 film con Russell Crowe

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Da domani nelle sale italiane approda il Robin Hood di Ridley Scott con Russell Crowe e per l’occasione abbiamo voluto dedicare, a regista e protagonista del film, due top ten con quei film che secondo noi rappresentano le loro migliori performance che tra l’altro in alcuni casi coincidono, visto che Scott ha una palese inclinazione artistica per la star australiana.

Dopo la classifica dedicata ai 10 migliori film di Ridley Scott, oggi vi proponiamo le 10 migliori pellicole interpretate da Russell Crowe che ricordiamo nasce a Wellington in Nuova Zelanda il 7 aprile 1964 e dopo alcune apparizioni televisive debutta sul grande schermo nel 1990 nel dramma bellico Giuramento di sangue di Stephen Wallace, anche se il primo ruolo importante arriverà due anni dopo nell’action-drama di Geoffrey Wright Skinheads.

Dopo il salto la nostra personale top ten in cui naturalmente non possono mancare ne Il gladiatore di Ridley Scott, pellicola che l’ha reso definitivamente carismatica star mondiale, facendogli conquistare il suo primo Oscar, ne tantomeno la sua migliore performance attoriale, la biopic A beautiful mind di Ron Howard che ci ha fatto scoprire un talento ancora inespresso e una dedizione per la caratterizzazione degna dei più grandi nomi di Hollywood, performance che gli ha fruttato un Golden Globe, un BAFTA e una nomination agli Oscar nel 2001, battuto sul filo di lana dal cattivissimo poliziotto Denzel Wahington di Training Day.

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Miss Potter, recensione

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Beatrix Potter (Renée Zelwegger) fu un’artista e una donna consapevole, dotata di un carattere indipendente decisamente poco consono al periodo in cui visse e si espresse artisticamente, stiamo parlando di un periodo che va dalla fine dell’ottocento alla prima metà del novecento, e mentre la madre cercava di accasarla in ogni modo presentadole nobiluomini a profusione, lei ne ignorava l’impegno e si rifugiava in un mondo fiabesco su cui poteva almeno avere un minimo di controllo.

Beatrix non potendo evitare una vita che sembrava designata sin dalla sua nascita e che sapeva, nonostante le sue resistenze, l’avrebbe prima o poi travolta, utilizzò la sua maestria nel disegno e la sua fantasia per realizzare delle incantevoli illustrazioni, creando una serie di animaletti, come il famoso Ludovico Coniglio Peter Rabbit), che negli anni a venire avrebbero conquistato il cuore di milioni di bambini con il loro tratto coinvolgente e le storie fantasiose, nonchè il mercato dell’editoria per l’infanzia.

Sarà un audace e lungimirante editore, Norman Warne (Ewan McGregor) che colte al volo le potenzialità del mondo creato da Beatrix la spingerà a pubblicare i suoi racconti ed illustrazioni, e lentamente ne conquisterà anche il cuore, ma proprio quando il futuro sembrerà darle un’alternativa, il destino riporterà tutti con i piedi per terra e ricorderà a miss Potter la differenza tra il desiderare fortemente una cosa e l’ottenerla.

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Cinderella Man-Una ragione per lottare, recensione

cinderella_man_ver3 []La Grande Depressione investe gli States con tutta la sua ferocia e spietatezza mentre il puglie irlandese Jim Braddock (Russell Crowe) si ritrova lontano dal ring a sperare in una risalita della china per la sua carriera impegnato a manterner la sua famiglia sbarcando il lunario con lavori saltuari.

Il destino però ha un regalo in serbo per il tenace pugile, grazie ad un forfait dell’ultimo minuto Braddock  ha una seconda chance con un avversario d’alto profilo, l’incontro lo riporterà in auge e gli permetterà uno stile di vita che per molti americani è solo un ricordo.

Guai economici e fisici ne mineranno nuovamente e inesorabilmente la carriera, ma la sua forza d’animo e la sua integrità di buon marito e padre di famiglia lo porteranno di nuovo sul ring a disputare il campionato dei pesi massimi con un avversario con una fama da killer, a combattere e a sopravvivere ancora una volta per la sua famiglia.

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Ron Howard: una vita per il cinema

Noto al grande pubblico per l’interpretazione del Richie Cunnigham nella serie tv Happy days, in realtà Ron Howard è uno dei più quotati cineasti di Hollywood, la sua carriera è costellata di successi e riconoscimenti, quando le major hanno bisogno di solidità, sicurezze sulla produzione e capacità di gestire grossi budget e probabili blockbuster Ron Roward è il regista su cui fare affidamento.

Ron Howard nasce a Duncan (Oklahoma-USA) il 1° Marzo 1954, comincia la sua lunga carriera ancora neonato in una serie di spot pubblicitari, nel 1959 recita nell’episodio La giostra del serial Ai confini della realtà, nel  1963 è nella commedia Una fidanzata per papà di Vincent Minnelli, nel frattempo studia cinema alla University of Southern California, ma non completerà mai i corsi.

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