Esce oggi, 19 novembre, “A Testa Alta”, il film di apertura al Festival di Cannes che vede la regia di Emmanuelle Bercot.
Esce oggi, 19 novembre, “A Testa Alta”, il film di apertura al Festival di Cannes che vede la regia di Emmanuelle Bercot.
L’attrice e regista francese Emmanuelle Bercot aprirà il Festival del Cinema di Cannes 2015 con il film “La tete haute”, che vede fra i protagonisti Catherine Deneuve.
Ecco disponibile una nuova clip in italiano di Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà. Il quarto episodio della saga, diretto da Laurent Tirard, vede come di consueto la … Leggi il resto
E’ scomparso stamane a Parigi all’età di settantanni il regista franco-cileno Raoul Ruiz, a dare la notizia il suo produttore François Margolin che ha parlato di un decesso dovuto ad un’infezione polmonare, Margolin ha anche aggiunto: “Non era solo un amico, ma uno dei più grandi cineasti viventi, la sua opera rimarrà nella storia del cinema“.
Doppio aggiornamento sulla sessantaquattresima edizione del Festival di Cannes che aprirà i battenti il prossimo 11 maggio.
Paese ospite di questa nuova edizione sarà l’Egitto a cui il 18 maggio sarà dedicata un’intera giornata, questa la motivazione della scelta di quest’anno:
Invitare l’Egitto nel 2011 non è solo il modo di accogliere un paese che ha segnalato il suo bisogno di cambiare la storia, il suo bisogno di libertà, la sua forza collettiva e il suo desiderio di democrazia con la rivoluzione del 25 gennaio, ma anche un modo di accogliere un grande paese di cinema.
L’avvocato Paul Exben (Romain Duris) è un uomo di successo, realizzato nel lavoro e nella vita privata grazie ad una bella moglie e a due splendidi bambini, ma lentamente piccole e in principio impercettibili crepe cominceranno a minare il suo quotidiano destabilizzando quella che sembrava a prima vista una vita felice.
Paul scoprirà che la moglie lo tradisce con un fotoreporter e che vuole divorziare, due bocconi amari davvero difficili da digerire in un sol colpo, così l’uomo deciderà di incontrare l’amante della moglie nel suo studio senza sapere bene cosa dirgli o come comportarsi, l’arriganza dell’uomo causerà un alterco che sfocerà in tragedia.
La vita di Paul Exben si infrangerà in mille pezzi, la fuga e l’oblio sarà l’unica via d’uscita da un incubo che sembra ormai senza fine, così inscenata la propria morte Paul assumerà l’identità dell’amante della moglie abbandonando tutto e tutti.
Siamo alla fine degli anni ’70, il ricco imprenditore Robert Pujol (Fabrice Luchini) dirige la sua fabbrica di ombrelli in maniera dispotica vessando i suoi operai, ma Pujol è un uomo che non limita i suoi modi sgradevoli al lavoro, ma anche in casa sostiene il medesimo atteggiamento sia con i figli che con la bella moglie Suzanne (Catherine Deneuve).
Sarà proprio Suzanne, che l’uomo considera poco più che un bell’oggetto d’arredamento, a diventare indispensabile per la sua fabbrica quando gli operai saturi scateneranno una rivolta che sfocerà in uno sciopero e nel sequestro del tirannico datore di lavoro.
La brutta esperienza segnerà la salute di Pujol che non potrà, una volta liberato per intercessione di Suzanne e di Babin (Gerard Deapardieu) una vecchia fiamma di quest’ultima, tornare a dirigere la fabbrica lasciando che sia la moglie a sostituirlo anche nei negoziati con i sindacati.
Poche ore ci separano dall’assegnazione del Leone d’oro, stasera fastosa cerimonia di chiusura della sessantesettesima Mostra del Cinema di Venezia, la madrina della rassegna Isabella Ragonese e il presidente di giuria Quentin Tarantino sveleranno il palmares, preceduti dalla proiezione del film di chiusura The Tempest di Julie Taymor.
Anche se la qualità delle pellicole in concorso rende i pronostici piuttosto labili pare che in pole position ci sia il Post Mortem del cileno Pablo Larrain che potrebbe incontrare il gusto dell’eccentrico ed eclettico Tarantino, ma altre voci danno invece per favorito del regista il giapponese 13 assassins di Miike che Tarantino e uno dei membri italiani della giuria, il regista Luca Guadagnino, hanno mostrato di apprezzare molto.
Si chiude il primo week-end della Mostra del Cinema di Venezia, ieri protagonista Catherine Deneuve che in Potiche del francese Francois Ozon veste i panni di una moglie-trofeo che si trova a dover sostituire il marito sequestrato da alcuni scioperanti alla guida di una fabbrica di ombrelli:
Spero davvero che questo film possa aiutare le donne ad acquisire maggiori diritti e spazio nel mondo, perchè seppur un miglioramento c’è stato col passare degli anni, ancora non c’è lo stesso riconoscimento nella società.
E’ morto ieri all’età di sessantasette anni, dopo una lunga lotta contro il cancro, il regista e sceneggiatore francese Alain Corneau estimatore da sempre del cinema americano e in particolare del genere noir, Corneau era divenuto famoso negli anni’70 grazie a una serie di film di genere tra i quali il poliziesco Police Python 357 e il noir La minaccia.
Negli anni ’80 sbanca i botteghini francesi con il dramma bellico Fort Saganne con il quale partecipa fuori concorso al Festival di Cannes, nel cast Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Sophie Marceau e Gerard Depardieu ed è proprio con quest’ultimo che realizzerà nel 1991 uno dei suoi lavori più noti, la biopic Tutte le mattine del mondo che nel ’92 si guadagna in patria 7 César su 11 nomination, tra i quali miglior film e miglior regista.
Eclipse, terzo capitolo della saga Twilight è ormai da un pò nelle sale, l’uscita estiva ne ha ulteriormente favorito la scalata ai botteghini, a contrastarlo l’unico concorrente che potrebbe rallentarne la corsa, il terzo capitolo in 3D del classico Disney-Pixar Toy Story.
A bocce ferme dando un’occhiata in giro per il web sembra sia bastata l’aggiunta di qualche combattimento e un paio di sequenze action per far lievitare in positivo più di qualche recensione, naturalmente al maschile, il che lascia un pò perplessi considerando che si accusavano le fan di Twilight di andare al cinema solo per ammirare l’esangue Pattinson o il rivale Lautner.
Insomma mentre si fa sempre più labile il confine tra stroncatura e sufficienza piena, una cosa resta certa il vampiro formato romance funziona e fa tendenza oltre che cassa, come dimostrano la saga di Twilight, il televisivo The Vampire Diaries e l’arrivo di nuovi vampiri fantasy, vedi la recente acquisizione dei diritti della serie di libri L’accademia dei vampiri.
La Francia ci ha regalato negli anni tante dive belle e talentuose di rara eleganza e spessore, in questa mini-classifica ne vorremmo citare alcune che con gli anni hanno guadagnato in fascino e bellezza e ad oggi sono le più sensuali rappresentanti del cinema d’oltralpe.
Una delle bellezze più memorabili è sicuramente la sensuale Isabelle Adjani, diafana e mediterranea al contempo, occhi da incanto su labbra pericolose, la vogliamo ricordare algida e acerba in Nosferatu-il principe della notte, elegante e ammaliatrice ne La regina Margot e irresistibile ed indifesa nel remake Diabolique.
Abel e Junon Vuillard hanno due figli, Joseph ed Elizabeth, il piccolo Joseph soffre di una rara malattia che lo costringe ad un trapianto, ma i tentativi di compatibilità tra i familiari sono fallimentari, nessuno di loro è un potenziale donatore. La coppia disperata compie un gesto d’amore estremo, mette al mondo un terzo figlio, Henri, con il solo scopo di avere un donatore compatibile, ma purtroppo anche questo ennesimo tentativo fallisce e Joseph muore a soli sette anni.
Passano gli anni, nasce un quarto figlio, Ivan, il trauma della perdita sembra essere stato metabolizzato, ma cosi non è, la scoperta di Junon di avere la stessa malattia del figlio deceduto, espone la famiglia a nuove e dolorose scelte. Ci sono due possibilita’ per Junon, una è che il donatore possa essere il figlio Henri, con il quale purtroppo i rapporti sono estremamente difficili, o in alternativa l’irrequieto nipote Paul, figlio di Elizabeth, la quale, dopo aver aiutato il fratello Henri in un momento economico molto difficile, ha troncato completamente i rapporti con quest’ultimo. Il Natale è alle porte e una riunione di famiglia diventa l’occasione per riaprire vecchie ferite e curarne di nuove, il tutto in una sorta di grande e liberatoria catarsi dai sorprendenti risvolti.
Esce questa settimana in america, Racconto di Natale, ritratto di una classica famiglia francese alle prese con le tanto vituperate riunioni a base di parenti, tanto care ad un certo cinema Corale e intimista, attraverso il quale molti registi ci hanno mostrato la valenza terapeutico-psicologica di queste riunioni che hanno il pregio di tirar fuori il meglio e il peggio di tutti noi, e usate da registi e sceneggiatori per mettere alla berlina una certa a volte rigida formalità parentale che se leggermente incrinata si trasforma in un liberatorio sfogo collettivo.
Abel e Junon hanno due figli, il più grande Joseph soffre di una grave malattia e abbisogna di un trapianto da parte di un familiare compatibile, ma purtroppo nessuno della famiglia lo è, allora la coppia concepisce un terzo figlio nella speranza di salvare il loro primogenito, ma così non è, anche il terzo fratellino non è d’aiuto ed il piccolo Joseph ormai incurabile muore. Queste feste natalizie saranno il l’occasione per ridestare rancori sopiti e curare vecchie ferite ancora aperte, e una scusa per il regista Arnaud Desplechin di tratteggiare con l’aiuto di un grandissimo cast una galleria di personaggi di varia umanità con uno stile sensibile e autorale tipico dei prodotti d’oltralpe.