Da Ed Wood a Uwe Boll: i peggiori registi di sempre

Oggi nella rubrica I bruttissimi ospitiamo un’intera categoria, parliamo dei registi che hanno da sempre diviso la platea in maniera netta, sbeffeggiati dalla critica ufficiale e oltremodo apprezzati ed amati da piccoli eserciti di cultori e fan che magari difendono a spada tratta un modo di fare cinema sul filo del kitsch a zero-budget, che in più di un’occasione ha figliato geniali e riconosciuti cineasti ormai affermati, in altre ha popolato una vero e propria realtà parallela fatta di pellicole e autori di nicchia che barcamenandosi tra trash allo stato puro e cinema di serie Z continuano a popolare l’immaginario collettivo di appassionati di ogni età.

Dopo il salto trovate la nostra classifica completa di menzioni speciali.

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I bruttissimi, Monster Dog-Il signore dei cani

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Oggi per i bruttissimi, vi presentiamo Monster Dog-Il signore dei cani uno dei più soporiferi horror anni ’80, ad opera di uno dei reucci del B- horror all’italiana Claudio Fragasso.

Fragasso, che negli States ha un esercito di fan grazie allo scult Trolls 2, ha più volte collaborato con uno degli esponenti del cosidetto horror trash all’amatriciana, lo scomparso Bruno Mattei che ci ha regalato nella sua lunga carriera perle davevro difficili da dimenticare.

Questa volta Fragasso lavora in solitaria e ci racconta della rockstar Vincent Raven (Alice Cooper) tornata nella sua cittadina natia per girare un video  musicale. Al suo arrivo la troupe verrà a conoscenza delle inquietanti storie di licantropia ed omicidi che circolano sulla famiglia del cantante, poi inizieranno le aggressioni notturne e i corpi mutilati, all’inizio si penserà a dei cani selvatici, ma la realtà è ben più terrificante.

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I bruttissimi, La Tomba

829142fc57a4a4ea9-latomba1Se qualcuno volesse in qualche modo trovare un epigono nostrano dell’Ed Wood americano, dovrebbe dare un’occhiata ai lavori del nostro Bruno Mattei (1931-2007) conosciuto anche come Vincent Dawn, David Hunt, Stephan Oblowsky, Pierre Le Blanc e ben altri quindici pseudonimi con cui il nostro Mattei firmava delle pellicole che in molti casi sfioravano il ridicolo e in alcuni casi il vero e proprio plagio.

Una di queste opere è La Tomba, un horror direct-to-video che definire a basso costo è un eufemismo. Dopo un prologo ambientato in un lontano passato in cui si vede un Imothep dei poveri lanciare una maledizione all’interno di un tempio Maya degno di Gardaland, si passa al presente, dove  il solito gruppo di sprovveduti esploratori della domenica si ritrova a lottare contro la rediviva divinità in versione mummificata.

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