Da Underworld Il risveglio a Blood Story: 10 vampire al cinema

Lo scorso venerdì è approdato nelle sale il sequel Underworld: Il risveglio, quarto capitolo della fortunata saga action-horror creata da Len Wiseman e noi cogliamo l’occasione per stilare una delle nostre classifiche speciali, stavolta dedicate a 10 vampire in celluloide che più hanno colpito la nostra fantasia virando al femminile tuitta la carica di carisma e fascino sfoggiata del leggendario Conte Dracula. Dopo il salto trovate la nostra top 10 con annesse clip.

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Bloopers di Terminator 3: Le macchine ribelli

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Nel 2003 a dodici anni di distanza dal sequel di James Cameron Terminator 2: Il giorno del Giudizio la Columbia in collaborazione con la Orion pictures decide che è il momento di riesumare il vecchio T-800 e farlo tornare nel passato per proteggere il futuro dell’umanità, avete presente?

Nturalmente parliamo di Terminator 3: Le macchine ribelli, terzo capitolo di una  serie fantascientifica creata da James Cameron nel lontano 1984 e che con questo ennesimo capitolo ci propone ancora viaggi nel tempo, letali cyborg terminatori e un Apocalisse imminente, peccato che ne Linda Hamilton (Sarah Connor) ne Edward Furlong (John Connor) protagonisti del secondo capitolo siano della partita, così si fa a Schwarzy una proposta che non può rifiutare e si reclutano Claire Danes (Stardust) e Nick Stahl (Sin City), mentre il letale cyborg TX venuto dal futuro per eliminare Connor ha le sensuali fattezze di Kristanna Loken (Bloodrayne).

Dopo il salto un bel video con i bloopers di Terminator 3: Le macchine ribelli che ricordiamo diretto dal Jonathan Mostow de Il mondo dei replicanti. Buona visione.

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I bruttissimi, Postal

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Inarrestabile l’ascesa di mr. Uwe Boll nella classifica dei peggiori registi i tutti i tempi, e lui indomito se ne frega altamente delle orde inferocite di videogiocatori, delle petizioni on-line e della critica, continuando imperterrito a metter mano ai videogame piu amati di sempre e a farne quando va male delle caserecce e inguardabili trasposizioni low-budget vedi Alone in the dark o House of the dead, e quando va bene insipidi filmetti da direct-to-video vedi In the name of the king e Bloodrayne.

E quando va peggio? Beh quando va peggio Boll si lancia in iperboliche riletture che mettono a dura prova non solo la pazienza dei videogiocatori, ma anche del semplice spettatore che si trova di fronte a follie come Postal, trasposizione di un famoso videogame che potremmo inserire nella categoria degli sparatutto, insomma più alto è il bodycount, più ci si diverte (vedi video in coda al al post).

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Recensione: In the Name of the King

Il fattore (Jason Statham) è un orfano tirato su da un intero villaggio e diventato un ottimo contadino ed un felice padre di famiglia, la sua vita scorre tranquilla tra lezioni di vita impartite al figlio e il forte amore che lo lega alla sua compagna Solan (Claire Forlani)

Quando il suo villaggio viene attaccato dai bestiali Krug, un esercito di mostruose creature comandate dal malvagio stregone Gallian (Ray Liotta), suo figlio viene ucciso e sua moglie rapita. Il Fattore con suo cognato Bastian (Will Sanderson) ed il suo mentore e amico Norick (Ron Perlman) decide di rifiutare l’arruolamento nell’esercito del re Konreid (Burt Reynolds), che si sta organizzando per affrontare la minaccia, per salvare sua moglie e vendicare la morte di suo figlio.

Ma il passato è pronto a richiamarlo al suo dovere, quando il mago di corte Merick (John Rhys.-Davies) gli rivela le sue nobili origini e che morto il re sarà proprio lui a dover guidare l’esercito in battaglia contro lo stregone Gallian e le sue orde di Krug.

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Per favore mordimi sul collo: vampiri, tra mito e cinema

Il vampiro, figlio di paure filtrate dalle tradizioni folkloristiche esprime nella sua figura l’atavica paura della morte al contempo il fascino che quest’ultima ha su di noi, il cinema non ha potuto far finta di nulla davanti a questa fascinosa figura che attraverso l’immortalità ed il sangue ci ricorda la nostra ricerca, attraverso i secoli, di un modo per ingannare la morte e la natura stessa in una folle battaglia persa contro vecchiaia e disfacimento fisico per sognare una vita eterna poco spirituale e molto terrena.

Murnau trasforma il letterario e leggendario Dracula di Bram Stoker in un personaggio visivamente reale ed inquietante nel suo capolavoro Nosferatu (1922), il vampiro protagonista di questo classico è un personaggio triste e solo che soffre per amore, ma che soccombe alla sua natura maligna cibandosi della sua amata in una sorta di ultimo pasto liberatorio prima della sua ennesima dipartita, Klaus Kinsky e Willem Dafoe ci riproporanno questo archetipo di vampiro nel remake di Herzog e nel brillante L’ombra del vampiro, in cui si narra delle riprese del primo Nosferatu e della leggenda che vuole che l’allora protagonista Max Schreck fosse realmente un vampiro.

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