Lui è un ignobile e ridicolo, un vero incubo; lei è una bisbetica direttrice di una galleria e una snob aristocratica; il risultato sarà un vero disastro: dal 30 marzo arriva al cinema Il mio migliore incubo!, film che vede il ritorno di Anne Fontaine alla regia, conosciuta per Coco Avant Chanel; a raccontare la vicenda ci sono Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde e André Dussollier.
Benoît Poelvoorde
Emotivi Anonimi, recensione in anteprima
Angélique (Isabelle Carré) e Jean-René (Benoît Poelvoorde) hanno due elementi che li accomunano che sono una timidezza cronica che li affligge e che determina in negativo l’evolversi delle rispettive vite sentimentali e…il cioccolato, si perchè Angèlique è una esperta cioccolataia, mentre Jean-René è il proprietario di una fabbrica di cioccolato in cui Angélique si ritroverà a lavorare. Il rapporto tra i due timidoni comincerà ben presto a mostrare, dietro silenzi imbarazzati e sguardi sfuggenti, il nascere di un sentimento reciproco che però andrebbe coltivato e soprattutto dichiarato ed è proprio qui che come si suol dire casca l’asino vista la timidezza che affligge i due. Entrambi comunque non rinunceranno e con i loro goffi e teneri tentativi di approccio e l’ausilio di gruppi di ascolto e supporto terapeutico, proveranno con tutte le loro forze ad abbattere quella barriera fatta di paure che arrivano da lontano e visto che l’amore al cinema spesso e volentieri ha il sapore dolce della fiaba e in questo caso l’aroma inebriante del cioccolato, un lieto fine per i due non è certo da escludere.
Niente da dichiarare, recensione
Gli anni ’90 portatori di confini travalicati e frontiere abbattute, l’Europa tutta è in fermento per le possibilità che si aprono ad una continente che aspira attraverso il trattato di Maastricht ad una simbolica reunion, dove campanilismo e razzismo malcelato saranno solo un ricordo, almeno questo è ciò che accade sulla carta, ma in pratica non tutti accolgono con entusiasmo la notizia di un’Europa meno divisa e in particolare a farne le spese saranno il belga Ruben Vandevoorde (Benoît Poelvoorde) doganiere orgogliosamente francofobo da generazioni ed il poliziotto francese Mathias Ducatel (Dany Boon).