Il gioiellino, recensione in anteprima

Vita, morte e falsi miracoli della Leda, società agro-alimentare fondata dall’ambizioso Amanzio Rastelli capace di portare la sua azienda ad espandersi globalmente e a fruire di una quotazione in borsa sorretta però da impalcature amministrative ed economiche tanto fallaci quanto fasulle, figlie di sin troppo palesate incapacità manageriali di uno staff non preparato, reclutato tra parenti e protetti ed un bisogno di mostrare introiti e una crescita esponenziale all’altezza, gonfiando di contro bilanci e puntando alla truffa sistematica e alla sin troppo applicata finanza creativa.

Più si tenta di coprire l’inesorabile inabissarsi della società nei debiti gonfiando vendite e contando sulla protezione di politici e sui soldi di ignari risparmiatori bruciandone inesorabilmente gli investimenti di una vita, più si insinua una sorta di caotica egomania che porta a spingere la situazione verso un’inevitabile punto di rottura, trovandosi alla fine a fronteggiare la distruzione di un’azienda prestigiosa e di un marchio rappresentante del made in Italy nel mondo, e così Rastelli e compagnia di furbetti del quartierino ante-litteram trascinano con se, come il folle capitano di un titanic societario ormai al tracollo famiglie, investitori e inconsapevoli risparmiatori, questi ultimi le vere vittime di un naufragio tanto annunciato quanto sottaciuto.

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Il gioiellino, Andrea Molaioli racconta il crack Parmalat

A marzo uscirà nei cinema italiani Il gioiellino, il drammatico di Andrea Molaioli, che racconta il caso Parmalat, quello che ha portato la società al crac, un buco di 14 miliardi e 100mila risparmiatori frodati.

Il film, attualmente in fase di montaggio, è interpretato da Toni Servillo (nel ruolo di Fausto Tonna che qui si chiamerà Ernesto Botta), da Remo Girone (nei panni del braccio destro dell’ex Signore del Latte Amanzio Rastelli) e Sarah Felberbaum.

Il regista racconta a Il giornale:

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La ragazza del lago, recensione

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In una tranquilla e sonnolenta cittadina una bambina rinviene per caso, sulle rive di un lago il corpo di una ragazza. Ad indagare viene chiamato il commissario Sanzio (Toni Servillo), l’omicidio sembra non sconvolgere molto la vita ovattata degli abitanti del paese e presto le indagini e gli indizi porteranno al fermo di un giovane che frequentava la ragazza, ulteriori prove rinvenute in seguito sembrano inchiodarlo.

Nonostante il caso sembri avviarsi verso una veloce risoluzione, dopo l’arresto alcune verità verranno a galla e il quadro generale non sembrerà più cosi chiaro, Sanzio ricostruirà avvenimenti e situazioni che come frammmenti di un rompicapo lo porteranno ad una inaspettata soluzione.

In un periodo in cui il cinema sembra troppo urlato La ragazza del lago fa capolino ricordandoci che ogni tanto una storia quasi bisbigliata può lasciare attoniti per la sua forza comunicatrice.

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Recensione: La ragazza del lago

La ragazza del lago

Qualche giorno fa Sky Cinema, ne ha proposto la prima televisiva, in queste afose serate estive le sale cinematografiche che dedicano rassegne ai successi della scorsa stagione, lo hanno inserito senza esitazione in cartellone. Non potrebbe essere altrimenti per un film che si è aggiudicato nell’ultima edizione ben dieci David di Donatello e può annoverare nel suo già invidiabile palmares il premio Pasinetti della Mostra del Cinema di Venezia al protagonista. La ragazza del lago è il film che vede all’esordio dietro la macchina da presa Andrea Molaioli, primo passo verso una carriera luminosa che tutti i registi vorrebbero avere, non il classico film di cassetta, ma un giallo flemmatico, ben ponderato.

Siamo nella periferia friulana, uno di quei posti dove accade ben poco, ma che dietro una facciata rispettabile, nasconde dolori e tormenti atroci che passo dopo passo vengono a galla con l’incedere della trama. La prima sequenza, cala lo spettatore in un turbine angosciante: una bimba, Marta (Nicole Perrone), torna a casa della mamma dopo aver trascorso la notte dalla zia, lungo il tragitto la affianca un pick up rosso, pochi minuti e la piccola sale, mentre la macchina da presa esita sulla targa del veicolo. Si teme il peggio, la trama invece si dipana verso altri lidi, le sponde di un lago dove viene rinvenuto il cadavere della giovane Anna Nadal (Alessia Piovan).

La pellicola ha un falso, volutamente depistante, inizio che funge da pretesto per proporci il protagonista, ovvero il commissario Sanzio (Toni Servillo). Si passa da un’indagine su una bimba scomparsa a un vero e proprio caso d’omicidio. Aiutato dai fidi colleghi: l’ispettore Lorenzo Siboldi (Fausto Maria Schiarappa) che abita sul posto, Alfredo (Nello Mascia) e la dottoressa Giani (Sara D’Amario), Sanzio si affida a l’intuito e già dalle prime battute, lo spettatore è conscio di seguire le gesta di un investigatore di prima scelta, di quelli spietati, cinici che non mollano la presa finché non hanno acciuffato il colpevole.

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