Che fine ha fatto Macaulay Culkin?

Oggi per la rubrica sulle meteore hollywoodiane ci occupiamo di Macaulay Culkin, una vera baby-star degli anni ’90 che purtroppo è diventata l’esempio eclatante di come un successo troppo repentino non supportato da una famiglia solida alle spalle e da una oculata e lungimirante scelta di copioni possa trasformarsi in un boomerang che ha portato ad una devastante guerra combattuta in aule di tribunale dai genitori di Culkin per il suo affidamento, conflitto che ha segnato in negativo una carriera che con i fisiologici cambiamenti fisici dovuti all’adolescenza ha finito per subire un prevedibile tracollo.

Cominciamo proprio dagli anni ’90 che hanno rappresentato per Culkin sia l’apice che il declino della sua carriera, infatti dopo la comedy Io e Zio Buck (1989) accanto al compianto John Candy e al thriller Allucinazione perversa (1990) dove interpreta il figlio di Tim Robbins, arriva il mostruoso successo del family-movie di Chris Columbus Mamma ho Perso l’aereo (1990) dove interpreta il pestifero Kevin McCallister, un blockbuster da oltre 400 milioni di dollari che avrà un inevitabile sequel, Mamma ho riperso l’aereo: Mi sono smarrito a New York (1992).

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10 film rompicapo

Ieri è uscito nelle sale italiane l’atteso film-evento Inception, il regista Chris Nolan presenta un’ambiziosa incursione nel mondo dei sogni, interi mondi partoriti dal subconscio che diventano materia malleabile da menti allenate e anche se il film vista la complessità delle  tematiche trattate e dalla profondità dei concetti messi in campo non è immune da difetti e mancati intenti, possiede indubbiamente tutto il fascino dell’opera visionaria di un’arte, quella cinematografica capace di materializzare stupefacenti e sempre più immersivi universi paralleli a misura di spettatore.

Così visto il complesso rompicapo di immagini, visioni e suggestioni subliminali che hanno dato corpo e anima al blockbuster di Nolan, abbiamo pensato di dedicare una classifica ad hoc che raccolga dieci pellicole che utilizzino nel loro percorso narrativo un immaginifico e labirintico percorso in cui lo spettatore si possa piacevolmente perdere, con l’assoluta certezza di guadagnare col sopraggiungere dei titoli di coda una comoda via di fuga che lo riporti alla realtà con qualche frammento di emozione in più da poter condividere e su cui riflettere.

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10 finali da thriller

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Classifica molto particolare quella che vi proponiamo quest’oggi, abbiamo deciso di stilare una lista di titoli che hanno nella sequenza finale uno dei loro maggiori punti di forza, si spazia così dal thriller ispirato ai classici di Agatha Christie al thriller dalla forte impronta horror, sino alla contaminazione sovrannaturale con una ricercata veste ricca di suggestioni di origine letteraria.

Tutti i titoli che abbiamo selezionato hanno nella costruzione della sceneggiatura, nella scelta delle inquadrature sino ai dialoghi, l’intento ultimo di ingannare o meglio fuorviare l’attenzione dello spettatore, onde acccompagnarlo verso un epilogo che punta allo shock ben pianificato.

Certo che oggi di fronte ad uno spettatore ormai sin troppo avvezzo a determinate meccaniche utilizzate in fase di sceneggiatura e con un genere come il thriller ormai ibridato a molteplici livelli,  è difficile sorprendere o almeno spiazzare lo spettatore, ma di certo restano in piedi alcune dinamiche che premono sulla curiosità, sobillando l’intuito in maniera intelligente o perlomeno non totalmente passiva,  giocando con chi dall’altro lato dello schermo non si limita a subire passivamente la visione.

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B-cult, Allucinazione perversa

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Oggi un B-cult anni ’90 per l’angolo dedicato al cinema di genere, per l’0ccasione abbiamo rispolverato Allucinazione perversa (Jacob’s ladder), una suggestiva pellicola che apre gli anni’90 piazzandosi tra i migliori e più inquietanti thriller a tinte horror mai realizzati.

A sfornare questo disturbante e ansiogeno gioiellino il regista Adrian Lyne, all’attivo l’ottimo thriller Attrazione fatale e un paio di blockbuster anni ’80 come 9 settimane e 1/2 e Flashdance. Lyne recluta Tim Robbins e lo trasforma nel paranoico Jacob Singer, un reduce della guerra del Vietnam afflitto da terrificanti allucinazioni che sembra siano frutto di esperimenti segreti del governo effettuati sulle truppe americane.

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Recensione : Allucinazione Perversa

Definirlo un film drammatico è veramente riduttivo. Trattasi di un film che va molto al di là del semplice dramma, e il tutto è sminuito a partire dal titolo italiano: Allucinazione Perversa.

Questo suona infatti come un qualcosa che sta a metà tra il giallo vecchio stile e il softcore. Siamo completamente fuori strada. Il titolo originale è Jacob’s Ladder, e ci troviamo di fronte a un’ulteriore manifestazione dell’immotivato scempio traduttorio perpetrato da noi contro il cinema internazionale.

Ma andiamo con ordine. Il film è del 1990, diretto da Adrian Lyne e interpretato da un giovane Tim Robbins. La storia allucinante che vi sto per raccontare era stata scritta da Bruce Joel Rubin già nei primi anni 70, ma solo dopo l’apporto di Lyne l’autore riuscì a vederla trasformata in un film.

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