Il padre della sposa, recensione

George Banks (Steve Martin) è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda di calzature sportive in California ha una bella figlia ventiduennne Annie (Kimberly Williams-Paisley) che sta per convolare a nozze, figlia a cui George vuole molto bene e di cui è molto geloso.

Annie sta per sposare Bryan MacKenzie (George Newbern) rampollo di una ricca famiglia di Bel-Air, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preperativi avranno un effetto straniante sul povero George, che in cuor suo non vuole accetttare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata prole nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto.

A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimoniuo che costerà all’uomo una piccola fortuna, questo e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno si che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado, dalla moglie Nina (Diane Keaton) al figlio minore Matty (Kieran Culkin) senza dimenticare i due sposini e i futuri suoceri.

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Recensione: Agente 007: Si vive solo due volte

La SPECTRE è di nuovo all’opera, sempre pronta ad ordire complotti contro le superpotenze mondiali ed a servire il caos in cambio di denaro e potere. Stavolta il piano la porta a sequestrare due navicelle spaziali con i rispettivi piloti, una americana l’altra russa, è palese l’intento di minare il già precario equilbrio tra due nazioni sempre sull’orlo di una crisi nucleare.

Il piano funziona, sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti accusano le nazione rivale del rapimento, e quando la situazione è ormai disperata e all’orizzonte si prefigura un’imminente guerra mondiale, il servizio segreto britannico mette in campo il suo miglior agente, James Bond (Sean Connery) nome in codice 007.

Le tracce lasciate da SPECTRE e dal suo spietato boss Ernst Stavlo Blofeld (Donald Pleasence) portano in Giappone, qui Bond con l’aiuto dei servizi segreti giapponesi e dell’agente Tigre Tanaka (Tetsuro Tamba), tra imboscate e spericolati inseguimenti, scopre che la SPECTRE ha insediato il suo quartier generale in un’isola vulcanica giapponese, organizza così un’incursione e sventa il complotto internazionale, ma Blonfeld riesce a fuggire pronto a riorganizzarsi per un prossimo attacco…

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Marisa Tomei: cuore italiano

Elegante, all’apparenza fragile nasconde un talento istintivo che al momento giusto sa sorprendere emotivamente, le sue origini italiane ne fanno un’attrice passionale e coinvolgente, forse poco sfruttata, a volte attorialmente costretta in personaggi monocorde, ma la sua bravura e la sua vis comica riescono in un modo o nell’altro ad emergere.

Marisa Tomei nasce a New York il 4 Settembre 1964, padre avvocato, madre insegnante, trasferitasi con la famiglia a Manhattan, studia in due diverse università, prima alla Boston University, poi alla New York University, oltre ai canonici corsi vi unisce danza, recitazione e teatro, fino al suo esordio televisvo nella soap opera Così gira il mondo, è il 1983.

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Recensione: The italian job

Dopo un rocambolesco furto in quel di Venezia, con la sottrazione di una cassaforte colma di lingotti d’oro e conseguente fuga tra i canaloni della splendida città lagunare, la banda capeggiata da John Bridger (Donald Sutherland) si appresta a trasportare l’oro in un luogo più sicuro.

Ma l’avido e calcolatore Steve Frazelli (Edward Norton) ha progetti diversi per l’oro, progetti che non contemplano gli altri menbri della banda e durante il trasporto  riesce a sottrarre l’oro all’attonito gruppo e ad uccidere Bridger dileguandosi, convinto che anche gli altri membri della banda siano morti, ma cosi non è.

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