Il regista Viktor Taransky (Al Pacino) non sta attraversando un momento particolarmente felice, i suoi ultimi film non hanno riscosso il successo previsto e l’ultima sua pellicola, quella che potrebbe trasformarsi tanto nel suo canto del cigno quanto in una sua rinascita e rivalutazione artistica è messa in pericolo dalla solita star viziata e capricciosa in cerca d’attenzione.
Stavolta sembra davvero la fine, se non fosse che la tecnologia virtuale arriverà in soccorso del sempre più sconfortato Taransky, un simulatore d’attrice, sofisticato software che genera in men che non si dica una affidabile e docile star concepita a tavolino che sfornerà la bellissima diva Simone, pronta ad incantare intere platee di spettatori e risollevare la carriera del regista, e perchè no a diventare la diva nel nuovo millennio.
Simone non solo sfonda, ma va ben oltre, viene idolatrata da milioni di spettatori, spasmodicamente cercata, e se all’inizio Taransky riuscirà con qualche escamotage a mostrarla in pubblico, quando la pressione dei media e dell’opinione pubblica si farà insostenibile il regista si troverà nei guai, perchè il suo continuo rifiuto di mostrare la sua creatura innescherà una serie di sospetti, finchè una sua dichiarazione che Simone sarebbe morta in un tragico incidente, porterà Taransky dritto in prigione.
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