Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, recensione

Il pasticcione e logorroico brigadiere della polizia Pasquale Zagaria (Lino Banfi), asso dei travestimenti e nel lasciarsi sfuggire ogni malvivente cui da la caccia, vede prima un lento ed inesorabile tracollo della sua carriera fino ad essere degradato da maresciallo a guardia semplice, per poi onde evitare di finire come ultima tappa nell’unità cinofila, in un ultimo gesto d’orgoglio da le dimissioni che naturalmente verranno immediatamente accettate.

La vita da civile per Zagaria non è affatto semplice, trasferitosi con la moglie Pupetta (Francesca Romana Coluzzi) in un casale nella campagna romana, l’ex-poliziotto tortura vicini ed animali cercando di riprovare il brivido della caccia perduto con esilaranti investigazioni, improbabili interrogatori e una mania di giocare al poliziotto sotto copertura con tanto di macchina forografica al seguito.

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10 duetti da cinema

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Oggi abbiamo stilato una classifica molto particolare selezionando alcune coppie di attori che si sono esibite in duetti memorabili e per certi versi inarrivabili, magari per un’intesa sul set praticamente perfetta, per una serie di scambi di battute davvero perfette, o magari solo per misteriose coincidenze che hanno permesso di unire due talenti in stato di grazia.

Evitando di fossilizzarci troppo su qualche genere in particolare e senza escludere film magari considerati di serie B abbiamo inserito dieci classici, con un occhio di riguardo al cinema di casa nostra, e privilegiando coppie d’attori i cui duetti sono rimasti nell’immaginario collettivo.

Dopo il salto la nostra top ten con una galleria fotografica e frasi estratte dai film.

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I bruttissimi, Squillo

squilloI fratelli Vanzina dopo Sotto il vestito niente in cui facevano il verso al maestro del genere Dario Argento, non mollano e tornano nel 1996 ad approcciarsi al thriller con Squillo. Se la fastidiosa patinatura da magazine d’alta moda non vi era bastata, qui avrete pane per i vostri denti, perchè l’aria da traslucido spottone televisivo con firme e blasonati sponsor che spuntano da ogni dove, toccano vertici da cartellone pubblicitario vivente.

la trama degna di una partita di Cluedo è da manuale del piccolo giallista in erba: un investigatore da Book fotografico interpretato dal modello Raz Degan, che fa rimpiangere l’impermeabile sgualcito e sigaro masticato del mitico tenente Colombo, aiuta la bellona di turno a scoprire chi ha ucciso la sorella, una splendida squillo d’alto bordo, tanto non ci vorrà molto perchè il genio del male aspirante serial-killer ce la metterà tutta per dare una mano.

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L’allenatore nel pallone 2, recensione

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I fasti e la salvezza strappata in extremis della mitica Longobarda, fanno ormai parte del glorioso passato dell’ex-allenatore, ora imprenditore Oronzo Canà (Lino Banfi), che abbandonata la panchina gestisce un’azienda agricola che produce olio d’oliva, accanto a lui l’inseparabile moglie Mara (Giuliana Calandra), e la figlia Michelina (Stefania Spugnini), a cui si sono aggiunti il fedigrafo genero Fedele (Biagio Izzo)  e il nipote Oronzino.

Una sera però l’ex-mister viene invitato ad una trasmissione sportiva per festeggiare il ritorno della Longobarda in serie A e in vena di nostalgiche reminscenze sportive Canà confessa che in quella ultima e decisiva partita, che salvò la Lomgobarda da una ormai certa retrocessione, c’erano state delle pressioni dell’allora presidente della società per questioni economiche.

La bomba mediatica esplode e lo scandalo fa il giro di tv, web e giornali, così Willy Borlotti (Andrea Pucci)  figlio del vecchio presidente, si ritrova coinvolto in una ridda di voci e scoop scandalistici che fanno crollare le quotazioni della neo-promossa società irritando non poco l’ambiguo imprenditore russo Ivan Ramenko (Emilio de Marchi), fresco associato della Longobarda ormai nella bufera.

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B-cult: Al bar dello sport

Al bar dello sport insieme a Vieni avanti cretino e allo spassoso L’allenatore nel pallone ben rappresentano il buono della commedia all’italiana anni ’80 e sono sicuramente la summa del miglior Banfi che in questo film in particolare racconta il sogno all’italiana fatto di vincite miliardarie al Totocalcio e di accoglienti e rassicuranti Bar dello sport.

Banfi è Lino, uno squattrinato immigrato trasferitosi al nord in casa della sorella e del cognato, vessato quotidianamente da entrambi, sbarca il lunario con assurdi lavoretti, passa le serate nel suo bar preferito e continua a fuggire da maneschi debitori che sogna di pagare con immaginarie vincite al Totocalcio.

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