Max Skinner (Russel Crowe) è un cinico broker londinese che vive per accumulare denaro e ha seri problemi con il prossimo, per non parlare delle donne, insomma il suo fare sprezzante e i suoi pochi scrupoli nel portare in porto i suoi lucrosi investimenti, ne hanno fatto persona tanto ammirata quanto odiata.
In un particolare momento della vita lavorativa in cui il suo naturale istinto per gli affari sembra portarlo verso un inevitabile successo, la notizia della morte di suo zio Henry (Albert Finney), figura paterna che ne ha accompagnato l’infanzia, gli riporta alla mente sensazioni e profumi di un periodo felice e spensierato di un bambino che sembrava ormai sopito e dimenticato da tempo.
L’essere suo malgrado costretto a recarsi in Francia nel vigneto del defunto zio per venderne le proprietà, visto che lui resta l’unico beneficiario del testamento, lo trascina coi ricordi alle estati passate con l’uomo, i suoi insegnamenti, le sue storie fantastiche e le sue regole di vita, aggiungiamoci l’arrivo di una cugina mai conosciuta e l’incontro con una fascinosa donna e relativo colpo di fulmine, e Londra, lo stress e gli affari sembrano sempre più un lontano e vago ricordo.
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