Il post-apocalittico, per il cinema di serie B e non solo, è stato un filone molto prolifico che nel corso degli ultimi cinquant’anni ci ha regalato un inquietante, ma anche catartico carico di ansie da fine del mondo, dal contagio zombesco all’incubo nucleare, dalla natura iraconda al cannibalismo, insomma c’è n’è davvero per tutti i gusti e fobie. Dopo il salto abbiamo cercato, non senza difficoltà, di stilare una classifica con quei film che secondo noi meglio rappresentano il filone.
28 giorni dopo
Panic Attack!, corto sci-fi di Fede Alvarez
Oggi per lo spazio cortometraggi vi proponiamo Panick Attack! aka Ataque de Pánico!, corto fantascientifico davvero spettacolare realizzato da Fede Alvarez, un giovane regista uruguaiano che ha voluto omaggiare film come Independence Day e La guerra dei mondi che miscelano invasioni aliene e disaster-movie. Alvarez all’insegna del cinema indie a zero budget ha messo a frutto una somma irrisoria, che secondo alcune fonti non ha superato i 300$, mettendo in scena un piccolo gioiello che ha subito attirato l’attenzione di Hollywood.
Quarantine 2: Terminal, recensione in anteprima
Mentre in un condominio di Los Angeles si cerca di contenere un pericoloso virus, a bordo di un volo per Nashville due hostess, Jenny (Mercedes Masohn) e Paula (Bre Blair) si trovano alle prese subito dopo il decollo con un passeggero che mostra strani sintomi che sfoceranno in un virulento attacco di quella che sembra una violenta forma di rabbia umana, attacco che trasformerà il passeggero in questione in un famelico veicolo di contagio.
B-cult, Mutants
Oggi per lo spazio B-movies invece che di un classico del passato parliamo di una recentissima digressione francese sul filone degli zombie-movies dal titolo Mutants, pellicola che ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo classico del genere anche perchè miscela virus e zombie di ultima generazione come quelli sfoggiati nel dittico britannico 28 giorni dopo/28 settimane dopo oltre agli zombie centometristi del remake L’alba dei morti viventi.
Il film ci racconta di una coppia di scampati al consueto mortifero contagio che a bordo di un’ambulanza si dirige verso una base militare che dovrebbe accoglierli, lungo la strada il carburante finirà e per non morire assiderati a causa delle rigide condzioni climatiche i due si rifugeranno all’interno di una gigantesca costruzione, dove scopriremo che lei è incinta e immune al contagio e che invece lui ha contratto il virus.
Sundance Film Festival, 10 indipendenti “hollywoodiani”
Ha debuttato ieri l’edizione 2011 del Sundance Film Festival, una delle più importanti rassegne di cinema indipendente americano ed internazionale supportata dall’attore e regista Robert Redford sin dalla sua creazione nel 1978, per poi divenire proprio grazie al prestigio del suo mecenate hollywoodiano una vetrina internazionale dove transitano giovani esordienti e veterani del grande schermo, senza disdegnare divi del momento prestati al cinema indipendente.
Quindi in occasione della nuova edizione della rassegna statunitense che come sempre avrà un cartellone ricchissimo, quest’anno si parla di ben 118 pellicole proiettate, abbiamo stilato una particolare classifica che elenca 10 registi indipendenti che dopo aver transitato nel prestigioso festival, hanno scelto di varcare la soglia hollywoodiana per cimentarsi con budget importanti, sbancando i botteghini e intraprendendo una lucrosa e fortunata carriera nel cinema cosiddetto mainstream.
B-cult, Incubo sulla città contaminata
Oggi per i film da riscoprire vi poponiamo il B-cult all’italiana Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi, un curioso ibrido tra action e zombie-movie che si discosta in parte dal genere lanciato da Romero per il fattore contagio da radiazioni che avvicina il film al classico La città verrà distrutta all’alba anticipando nel contempo i rabbiosi contagiati velocisti del 28 giorni dopo di Danny Boyle.
Lenzi, uno dei maggiori esponenti del poliziottesco all’italiana, suoi i classici Roma a mano armata e La banda del gobbo, non disdegna incursioni nel genere horror, suoi anche Cannibal Ferox e La casa 3-Ghosthouse, confezionando in questo caso un iperdinamico e atipico horror tra i cult preferiti da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez.
Le scene più spaventose del cinema del 2000-2010
Peter Travers di Rolling Stone ha stilato la lista delle dieci scene di film più spaventose del decennio 2000-2010. Secondo il critico cinematografico la top ten è formata da:
il professore pazzo di The Human Centipede che cuce insieme gli essere viventi, prima cani, poi esseri umani (decimo posto)
Due naufraghi che devono fare i conti con gli squali in oceano aperto di Open Water. (nono posto)
I bruttissimi: The Vanguard
Oggi ci occupiamo di un prodotto direct-to-video in questi giorni sugli scaffali delle nostre videoteche, The Vanguard, horror ispirato al recente 28 giorni dopo e relativo sequel e a tutto il filone post-apocalittico più in generale.
Dopo un incipit che ci racconta la terra devastata da un virus e popolata da esseri umani mostruosi e selvaggi ecco arrivare l’eroe di turno, un barbuto guerriero con lancia e ascia perfettamente addestrato, che risulta l’unico sopravvissuto al contagio e quindi possibile veicolo di guarigione e antidoto al virus.
Dopo l’intrigante prologo ed una aria casereccia alla Bad taste, torniamo coi piedi per terra e piombiamo immediatamente nella noia più totale, tra continui scontri del protagonista con gli zombie/infetti e un’interminabile serie di dialoghi pomposi e ridondanti.
Zombie goes to Hollywood: a volte ritornano…
Gli zombie nell’accezione comune del termine sono defunti riportati in vita attraverso riti che provengono dalla tradizione africana che affonda le proprie credenze in una sorta di commistione di magia e religione conosciuta come Voodoo, questi cadaveri sono riportati in vita tramite pozioni create da una sorta di sacerdoti che poi utilizzano questi ritornanti a proprio piacimento.
Il cinema ha poche volte ritratto gli zombie in questa veste, solo Wes Craven con il suo Il serpente e l’arcobaleno (1988), e a suo modo Lucio Fulci nel suo Zombi 2 (1979) tornano alle origini per raccontarci di misteriosi riti e strane cerimonie, ma non è questa l’immagine odierna dei cosiddetti morti viventi.
Recensione: Red Eye
La giovane ed efficiente impiegata Lisa Reisert (Rachel McAdams) si occupa di accogliere ed accontentare tutta la numerosa e danarosa clientela che quotidianamente affolla il lussuoso albergo in cui lavora, sempre in tensione e pronta, con zelante puntigliosità, a far fronte ad ogni stravagante richiesta dell’esigente cliente di turno.
Costretta suo malgrado ad allontanarsi dal posto di lavoro, durante l’imbarco per un volo che la porterà in Texas, Lisa conosce Jackson Rippner (Cillian Murphy) un affascinante ragazzo con il quale si instaura immediatamente un certo feeling.
Una volta sull’aereo che la porterà a destinazione, la ragazza è piacevolmente sorpresa dal ritrovare sul sedile accanto al suo, proprio Jackson, che sembra alquanto interessato sia lei che al suo lavoro.
Purtroppo il potenziale principe azzurro si rivelerà uno spietato terrorista che la costringerà, minacciandole la famiglia, a rivelare importanti informazioni su uno degli ospiti dell’albergo, un importante uomo politico (Jack Scalia), che sta per diventare il bersaglio di un attentato studiato nei minimi dettagli.
Jackson però non ha calcolato il caso e la sorprendente combattività della ragazza che inizierà una serrata resistenza, allo scopo di rompere le uova nel paniere al folle e determinato attentatore.