Ci siamo appena goduti nelle sale quel gioiello di tecnica di Wall-E che oltre ad averci catturato visivamente ci ha coinvolto, divertito e stupito dimostrando ancora una volta che i cartoon dell’era digitale se coadiuvati dalla passione e dall’estro creativo di grandi artisti possiedono senza alcun dubbio un’anima.
La Pixar, ormai parte integrante della Disney, ci ha ripetutamente dimostrato un’abilità incredibile nel tratteggiare caratteri e personaggi partendo da semplici pixel colorati e flussi di dati, ma vincendo e convincendo su tutta la linea, sia quando si è trattato di creare lungometraggi, sia quando la sua creatività è stata compressa in cortometraggi come quello che stiamo per segnalarvi, Stu, anche un alieno può sbagliare (Lifted).
Stu è un piccolo alieno pasticcione al suo primo rapimento alieno, a bordo di una strepitosa astronave ha già scelto la sua vittima, un umano dal sonno decisamente pesante, il fascio di luce parte dall’astronave ferma sulla piccola casa isolata in mezzo alla campagna, penetra nella stanza attraverso la finestra e investe l’umano sollevandolo dal letto, l’uomo è a mezz’aria, ora tocca a Stu trasportarlo nell’astronave, si volta verso il suo istruttore in cerca di un cenno d’approvazione, si perchè il piccolo alieno sta sostenendo un esame, l’istruttore è pronto cartella alla mano ad annotare errori e sviste, il giovane alieno sembra preoccupato, poggia le piccole e verdognole tre dita sui comandi e….
Suggestioni alla Spielberg e umorismo da comiche, questi sono gli ingredienti di questo piccolo capolavoro diretto da Gary Ridstrom, candidato all’Oscar 2007 come miglior corto d’animazione, la Pixar si dimostra ancora una volta maestra indiscussa del genere.