Still life, recensione

still life

Il signor John May è un ‘solitario’. Fa un lavoro strano. Deve trovare i parenti più vicini a coloro i quali sono morti in solitudine.

Un giorno, però, il reparto dell’azienda in cui lavora è ‘vittima’ dei tagli imposti dalla crisi. Così, John decide prima di lasciare definitivamente il suo posto di lavoro di dedicarsi anima e corpo all’ultimo caso. Il caso impone un viaggio liberatorio. Quel caso, quel viaggio, quell’esperienza, aiutano John May ad essere meno solitario. A sorridere alla vita.

È sotto queste premesse che prende forma “Still life”, film diretto da Uberto Pasolini. Un regista con un cognome alquanto importante. Racconta di vite solitarie, divise tra passione e dolore. Tra tristezza e serenità.

Non è un caso se un film come il suo abbia lasciato il segno in un’Italia che vive la crisi ogni giorno. Dalla ‘crisi’, è notorio, nascono le migliori esperienze. Parafrasando Fabrizio De Andrè, “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

Il giudizio del CineManiaco

“Still life” diventa dunque un manifesto della normalità. Una normalità sofferta come la routine di chi vive una vita in solitudine, ossessionato da gesti compiuti in ripetizione.

Una vita all’apparenza ‘grigia’, ma molto riflessiva. Pensierosa. Austera e, nel contempo, piena di parole raccontate a pochi intimi. Una vita vissuta nell’amore per sè stessi e per il proprio lavoro.
Quella del protagonista John May è la vita di un uomo solo che passa il suo tempo a cercare anime lontane, riscattando l’esistenza di chi come lui ha trascorso molti anni (quelli più importanti, quelli in cui si avrebbe maggiormente bisogno di aiuto, senza nessuno al proprio fianco).

Un film da vedere. Da assorbire.

Voto: 7

Scheda del film

USCITA CINEMA: 12/12/2013
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Uberto Pasolini
SCENEGGIATURA: Uberto Pasolini
ATTORI: Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Neil D’Souza, Michael Elkins, Ciaran McIntyre, Tim Potter, Paul Anderson, Bronson Webb, Andrew Buchan

Trailer