Johnny Marco (Stephen Dorff) è una star partorita dalla Hollywood più vacua e dissoluta, la sua è un’esistenza totalmente scollegata dalla realtà, tanto che la sua residenza è una suite del leggendario hotel di Los Angeles Chateau Marmont dove ha trovato la morte l’attore John Belushi, si è ferito Jim Morrison e dove hanno transitato la Garbo, Marilyn Monroe e James Dean.
Il quotidiano di Marco è scandito da festini a base di droga, discinte spogliarelliste e sesso occasionale, il tutto immerso in un torpore che aiuta a nascondere un’apatia di fondo a cui si aggiungono interminabili corse senza meta in Ferrari, sedute fotografiche, conferenze stampa e via così, un caotico giorno vuoto dietro l’altro.
A sconvolgere il torpore delle giornate di Marco spunterà la figlia undicenne Cleo (Elle Fanning) frutto di un matrimonio fallito che spingerà l’uomo al cambiamento con piccole invasioni di campo, non facendo altro che mettere di fronte a Marco un diverso punto di riferimento e le responsabilità di un ruolo, quello di padre, mai realmente preso in considerazione.
La regista Sofia Coppola si cimenta ancora una volta con una narrazione rarefatta, una messinscena che definire minimalista è un eufemismo e due protagonisti che riescono a dar corpo ed anima ad uno script che miscela suggestioni autobiografiche ed un cinema d’autore che ammicca alla Nouvelle Vague francese e ad un certo cinema statunitense anni ’70, che amava raccontare una Los Angeles lontana dagli stereotipi hollywoodiani.
Così Somewhere presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia manderà in brodo di giuggiole molta della critica ufficiale e della platea cinefila veneziana, è indubbio che il film sia materia prima da festival e non deluderà i fan della Coppola di Lost in translation che ritroveranno anche se estremizzate pillole registiche di rara bellezza che dimostrano un talento indiscutibile di una giovane regista che non ha timore di mettere alla prova e sfidare il grande pubblico.
Il film della Coppola non è un capolavoro, ma ne contiene a piccole dosi molti degli elementi distintivi, di certo non è un film adatto a tutti e in cui tutti potranno ritrovarsi, ma se cercate un film d’autore che rispetti appieno tutti i crismi del cinema indipendente e dotato di una indiscutibile eleganza Somewhere si rivelerà una piacevole conferma e occhio alla giovane e talentuosa co-protagonista Elle Fanning, davvero notevole e in alcuni frangenti indispensabile il suo apporto al risultato finale della pellicola.
Note di produzione: Elle Fanning è la sorella minore della diva Dakota, nel film appare in un cameo Benicio Del Toro e il film è co-prodotto dal padre della regista Francis Ford Coppola e dal fratello Roman.