Lo squalo pinna bianca Julius e Pup, un piccolo squalo bambù stanno giocando sul fondo dell’oceano quando Pup scorge alcuni sommozzatori intenti a far razzia di uova di squalo bambù, nonostante il coraggio di Pup i pescatori di frodo riescono a svignarsela con il bottino lasciando Pup triste e sconsolato. Nel frattempo sulla terraferma una fabbrica sta scaricando liquami velenosi in mare spargendo in acqua una grossa pozza di melma nera che sta oscurando il fondale marino attirando verso la superficie alcuni temibili predatori che abitano le profondità dell’oceano. Pup non ascolterà i saggi consigli della tartaruga marina Mertle e scoperto che può respirare fuori dall’acqua si avventurerà sulla terraferma in cerca delle uova finendo così nei guai. ci penserà il geniale Polpo Octo a progettare e costruire un macchinario speciale che permetterà a Julius di camminare sulla terraferma e salvare Pup, ma una volta fuori dall’acqua lo squalo dovrà vedersela con una squadra di polli da combattimento intenzionati a proteggere il loro pollaio e a non diventare una ghiotta portata alternativa per il sempre più affamato Julius, che dal canto suo lotta ogni giorno contro l’istinto del tutto naturale di divorare i suoi amici.
Il regista malese Goh Aun Hoe e la sua casa di produzione Silver Ant specializzata in contenuti per videogames e spot pubblicitari dopo diversi anni, le origini del progetto risalgono al 2007, riesce a produrre per il grande schermo questa sorta di mix tra il classico dei classici Alla ricerca di Nemo e lo spassoso Shark Tale, puntando in questo caso ad un forte messaggio ecologista e riuscendo a confezionare un lungometraggio tecnicamente notevole, cromaticamente sorprendente e che si pone una spanna sopra a molte recenti produzioni europee come il cartoon belga Le avventure di Sammy.
Bisogna però ammettere che nonostante lo sfarzo tecnico, non tutti i contenuti di questo cartoon ci sono sembrati adatti ai più piccini, ci sono una serie di sequenze che potrebbero risultare emotivamente impegnative per un pubblico under 10, per non parlare di una serie di personaggi piuttosto ambigui e una sequenza in particolare del concitato finale che ci ha lasciato un tantinello perplessi, in cui parte della cricca sottomarina si lancia in un attacco dinamitardo utilizzando vecchie mine di profondità che fanno saltare la fabbrica responsabile dell’inquinamento della zona, insomma alla faccia del pedagogico.
Fatta questa premessa, che ci è sembrata doverosa visto che si sta parlando di un prodotto indirizzato ai bambini, Seafood – Un pesce fuor d’acqua resta un’opera tecnicamente ineccepibile, a tratti sorprendente considerando che non arriva dagli States e che non ha nulla da invidiare, sorvolando su alcune opinabili scelte in fase di sceneggiatura, a molti blasonati lungometraggi made in Hollywood.
Nelle sale a partire dal 4 maggio 2012
Note di produzione: il film è co-prodotto dal Children’s Channel dell’emittente televisiva araba Al Jazeera; un team di 35 animatori ha lavorato al film; in totale ci sono voluti 10 anni per realizzare il progetto e trovare i fondi necessari.