Scary Movie 4, recensione

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Si comincia con un incipit dedicato a Saw che vede il giocatore di basket Shaquille O’Neal e il dottor Phil risvegliarsi intorpiditi in un fatiscente bagno  in balia dell’Enigmista versione Muppet.

Si prosegue con le storie di fantasmi giapponesi di The Grudge con Cindy Campbell (Anna Faris) che dopo aver assistito al suicidio del suo amico Tom, si da all’assistenza a domicilio occupandosi di una vecchina che convive con alcune inquietanti presenze, tra le quali un pallidissimo ragazzino.

Cindy nel frattempo conosce Tom Ryan (Craig Bierko) un vicino di casa divorziato pronto a trascorrere un week end con i due figli, ma la coppia si ritroverà a fronteggiare un’invasione aliena alla Guerra dei mondi capeggiata da giganteschi e letali tripodi alieni. Sarà il Casper con gli occhi a mandorla conosciuto da Cindy a confidargli che in un villaggio nelle vicinanze si trova il segreto per sconfiggere gli alieni.

Cindy lasciato Tom e prole incontra un’amica e parte alla volte del villaggio, si il The Village di M. Night Shyamalan, scoperto che lì vive il patrigno del bambino  fantasma, la sua visita porterà nell’ordine un’invasione di mostri posticci e un omicidio, dopo la fuga Tom e Cindy entrambi catturati si rincontreranno in uno dei tripodi che si rivelerà essere il fatiscente bagno dell’incipit, dove la ragazza scoprirà che il vero padre del bambino fantasma è….

Dopo i primi due truci capitoli a firma dei fratelli Wayans, dal terzo capitolo la regia passa nelle mani decisamente più esperte di David Zucker, artefice di cult come L’aereo piu pazzo del mondo, vero e proprio precursore degli odierni spoof-movie.

Scary Movie 4, non cambia registro, la demenzialita è sempre ai massimi termini, le citazioni sono tutte piu o meno azzeccate, c’è Leslie Nielsen ormai un’icona del demenziale dopo la trilogia de La pallottola spuntata, e non manca nenache la reginetta del genere Anna Faris.

Insomma chi ha apprezzato il capitolo precedente si divertirà, chi non ama il genere a prescindere lo eviterà accuratamente, e chi come noi si pone a metà strada, non può che non apprezzare il cambio alla regia e il ridimensionamento del quoziente volgarità.