Scarlett Johansson, femme fatale e sensualità da diva d’altri tempi, una commistione esplosiva che fa di questa attrice una star per nulla costruita, classe e talento ne accompagnano movenze e interpretazioni, non si può certo dire che gli manchi nulla, ma il suo non ostentare le proprie doti e una certa spontaneità ne fanno, al tempo stesso, oggetto del desiderio e diva.
Scarlett Johansson nasce il 22 ottobre 1984 a New York City (USA), la madre è figura basilare nella crescita atristica della fanciulla, una rigida selezione di copioni, molti rifiuti, pochi film, ma grandi partner e registi di classe, una carriera costruita mattone su mattone, un successo dalle solide fondamenta, una vita privata mai urlata, notizia certa la relazione con l’attore Ryan Reynolds.
Gli esordi sono con delle commedie destinate ad un pubblico di bambini, tra queste Mamma ho preso il morbillo (1997), terzo e non ufficiale sequel di Mamma ho perso l’aereo, ma il suo vero trampolino di lancio è il film di e con Robert Redford, L’uomo che sussurava ai cavalli (1998) tratto dal best seller omonimo di Nicholas Evans, ha solo quattordici anni, ma il carisma e un talento in crescita non la fanno sfigurare neanche davanti ad un veterano del calibro di Redford.
Seguirà un prodotto indipendente, un film molto particolare, tratto da un fumetto, Ghost world (2001), adolescenza ed emulazione, per un cinico ritratto di giovani ragazze in cerca d’identità, la vedremo poi in un divertente omaggio alla fantascienza anni ’50, nello spassoso Arac attack (2002), dove la bella Scarlett dovrà affrontare un invasione di ragni giganti.
Finalmente arriva il grande cinema, quello del melò in costume e quello più intimo e narrato della scoperta dell’altro, La ragazza con l’orecchino di perla (2003), tra arte e sentimento, l’ossessione di un pittore per la sua modella, dirige Peter Webber, e Lost in translation (2003), pellicola dalle atmosfere rarefatte, dirige Sofia Coppola e Bill Murray affianca l’attrice in stato di grazia.
Dopo la divertente commedia The good company (2004), pellicola di intrecci amorosi ed equivoci, arriva il bellissimo e nostalgico Una canzone per Bobby Long (2004), il blues di cui è intrisa la pellicola avvolge e coinvolge attori e noi spettatori, tra rapporti familiari difficili e fallimenti personali si dipana un grande affresco dell’animo umano e delle sue debolezze.
Seguiranno due pellicole non proprio memorabili, la commedia Perfect score (2004) e il drammatico Le seduttrici (2004), poi un’incursione nella fantascienza con l’inquietante The island (2005), ma fondamentale sarà il geniale woody allen con Match point (2005), il tema dell’omicidio riletto con l’ironia che lo contraddistingue da nuova linfa alla Johansson che stupisce e incanta per classe e bravura, Allen tornerà a dirigere l’attrice dopo il film The prestige (2006) di Chris Nolan, duello all’ultimo trucco tra due prestigiatori, in Scoop (2006) tra comedy e thriller, meno incisivo del precedente lavoro di allen. ma l’attrice in coppia con Hugh Jackman fa scintille.
Dopo il thriller di De palma, The black Dhalia (2006) che la vede nel ruolo di una enigmatica femme fatale, il dramma storico Codice Napoleone (2006) con Al Pacino, la vediamo impegnata nellla commedia sofisticata Il diario di una tata (2007), tra ritratto di famiglia e critica sociale, un buon film riuscito a metà, seguirà il dramma in costume, L’altra donna del re (2008), intrighi e tradimenti alla corte di Enrico VIII.
Ormai musa ispiratrice di un artisticamente redivivo Woody Allen, l’attrice si ritrova in un intrigante e scombinato menage a trois nel divertente e sorprendente Vicky Cristina Barcellona (2008), segue il cinefumetto The spirit dove la vedremo gareggiare a suon di curve con bellezze del calibro di Eva Mendes e Paz Vega, tra supereroi resuscitati e il cupo e nichilista mondo di Frank Miller.
Chiudiamo con due anticipazioni, nel 2009 la vedremo nell’affresco corale La verità e che non gli piaci abbastanza di Ken Kwapis, e nel thriller-action The brilliant.