1944, nonostante le resistenze dei vertici dell’esercito americano, in cui vige ancora un malcelato razzismo, il colonnello AJ Bullard (Terrence Howard) dopo essere riuscito grazie al progetto Tuskegee a creare il primo squadrone aereo di soli afroamericani capitanato dal Maggiore Emanuel Stance (Cuba Gooding, Jr.), con l’appoggio di un ufficiale del Pentagono suo amico di vecchia data riesce a far assegnare al Tuskegee di stanza in Italia una missione operativa. Lo squadrone fornirà appoggio aereo ad un’operazione militare denominata Shingle, organizzata dagli eserciti alleati contro le forze dell’asse nella zona di Anzio e Nettuno, che avrà lo scopo di aggirare le forze tedesche ed espugnare la città di Roma.
Il regista George Lucas seguendo la sua nota passione per l’aviazione bellica, che già aveva espresso nella saga di Star Wars, produce con la sua Lucasfilm il debutto su grande schermo di Anthony Hemingway, regista televisivo con una corposa gavetta televisiva alle spalle, da CSI a Battlestar Galactica ha diretto episodi per una quindicina di serie tv.
Hemingway per il suo esordio preferisce non puntare su un realismo da dramma a sfondo bellico nel senso più classico del termine, quindi chi si aspetta un Salvate il soldato Ryan ad alta quota è avvertito, ma partendo da una storia vera che miscela eroismo, patriottismo e la lotta secolare alla piaga del razzismo sceglie di confezionare un moderno action a sfondo bellico tutto puntato a mettere in scena rutilanti e fumettosi scontri aerei, anche se secondo noi la CGI è in qualche caso usata in maniera eccessiva e in più di un’occasione la parte visiva sfiora pericolosamente il formato videogame, vedi ad esempio la sequenza dell’attacco al treno.
In questo caso siamo di fronte ad un vero e proprio popcorn-movie divertente quel tanto che basta, che vuole omaggiare alcuni classici americani a sfondo bellico degli anni ’40 e ’50, in cui i personaggi erano in qualche modo accattivanti, ma molto monodimensionali, privi di ambiguità e senza sfumature tra buoni e cattivi.
Hemingway, che si trova a maneggiare il suo primo budget sostanzioso, in alcuni casi amplifica involontariamente questa mancanza di sfaccettatura dei personaggi con una regia a tratti troppo formale, anche la dove si sarebbe dovuto ricorrere a scelte di regia più audaci e ad uno scavo dei personaggi emotivamente più coraggioso.
Guardando Red Tails i paragoni con alcuni classici del genere sono inevitabili, ma per non tornare troppo indietro nel tempo potremmo dire che il film di Hemingway si piazza a metà strafa tra il Pearl Harbor di Michael Bay e il Memphis Belle di Michael Caton-Jones, ma nel suo complesso perde qualche punto rispetto al Giovani aquile di Tony Bill e non raggiunge il livello di realismo visto nel Top Gun di Ridley Scott, che per scontri aerei ad oggi resta un imprescindibile punto di riferimento.
Data di uscita da definire
La citazione:
I neri sono mentalmente inferiori, sottomessi di natura e codardi di fronte al pericolo. Per questo sono inadatti a combattere. 1925 – Ricerca accademica dell’esercito
(Tratto dall’incipit del film)
Note di produzione: nel cast figurano anche David Oyelowo, Ne-Yo, Bryan Cranston, Lars van Riesen, Method Man e Daniela Ruah. il film è liberamente ispirato ai Tuskegee Airmen, un gruppo di piloti afroamericani relamente esistiti e in forze all’aviazione militare statunitense durante la seconda guerra mondiale. George Lucas iniziò a lavorare al film nel 1988 concependolo come una sorta di Lawrence D’Arabia e come primo capitolo di una potenziale trilogia, poi il progetto venne ridimensionato e si decise di puntare tutto sull’azione e i combattimenti aerei. Il film, costato 58 milioni di dollari è stato girato tra Praga, Repubblica Ceca, Italia e Croazia.
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