Inghilterra 1774, la bellissima e giovane Duchessa Lady Giorgiana Spencer (Keira Knightley), ormai in età da matrimonio convola a nozze con il Duca del Devonshire William Cavendish (Ralph Fiennes), lei diventa l’idolo della nazione, affascina per stile ed eleganza e fa, come si direbbe oggi, Tendenza, lui Si scopre gelido consorte con problemi psicologici notevoli, seguono le classiche diatribe coniugali ed eredi maschi che non arrivano.
La vita matrimoniale tanto sognata ed idealizzata si rivela vera delusione per la giovane Duchessa, scoprendo che l’amante del marito, è la sua amica e confidente Lady Bess Foster (Hayley Atwell) che lei stessa ha portato in casa sua. Il menage a trois tipico dell’epoca va stretto all’anticonformista donzella che vendicativa si scopre infatuata del Conte Charles Grey (Dominic Cooper), a cui però rinuncerà per amore filiale. Il finale lo lasciamo scoprire a voi, aggiungiamo solo nulla di nuovo sotto il sole d’Inghilterra.
La Duchessa è prima di tutto una biografia, opera della scrittrice Amanda Foreman, poi è un bel film in costume, di quelli classici, sontuosi, le scenografie incantano, gli abiti, vere e proprie opere d’arte, sembrano attori in carne ed ossa, tra pizzi e merletti, parrucche e guarnizioni dorate, sembra di sentire l’atmosfera irreale della vita di palazzo. Purtroppo il regista Saul Dibb è sin troppo formale nella messinscena, mai un guizzo, mai una ripresa che spiazzi lo spettatore un po’ tediato dalla prolissità dei dialoghi, che gli attori, Keira Knightley in testa, decantano in maniera distaccata, come se fossero bloccati dagli abiti che indossano, che li costringono ad assumere posture e atteggiamenti ingessati e innaturali. Risultato, una recitazione che ne risente, non c’è la vitalità e la passione che ci aspettavamo nella Duchessa, volevamo in fondo, solo qualche sprazzo delle eroine a cui la Knightley ci aveva abituati.
Il copione non tradisce il romanzo, ma non gli aggiunge nulla, il lento e inesorabile tracollo del matrimonio di Lady Spencer non coinvolge, i comprimari si adagiano su un copione scontato, che non sorprende, anzi si ripete in scene che fanno del lusso e dell’eleganza formale fonte di distrazione. Rimangono comunque delle situazioni che tradiscono l’operazione neanche troppo velata di un riferimento a Lady Diana, ma se togliamo un paio di caratteristiche che le accomunano il resto è pura speculazione.
La delusione per un’occasione persa e’ tanta, il cast è notevole, dive come Charlotte Rampling per nulla sfruttate, almeno da Fiennes ci aspettavamo qualcosa di più, qualche sottigliezza recitativa da attore consumato, ma niente da fare, anche lui incorniciato in questo affresco vivente, così realistico a livello visivo, da sembrare una sorta di viaggio nel tempo, ma al contempo così algido e composto da irretire anche il più entusiasta degli spettatori.
Insomma dopo l’elenco di difetti appena elencati, nonostante alcune forti perplessità sulla prevedibilità di dialoghi e situazioni che infarciscono una sceneggiatura che non riesce a coinvolgere più di tanto, nonostante le massicce dosi di accadimenti e pruriginosi colpi di scena messe in atto dal regista, siamo straconvinti che questo film non deluderà chi ha amato il romanzo, perchè in fondo è una fedele trasposizione che sobilla in qualche modo il romantico che, anche se ben nascosto, è in tutti noi, e incanta con una ricostruzione storica e iconografica maniacale nei dettagli e nelle suggestioni letterarie, particolare che, per chi ama i film in costume, è fonte di grande attrattiva.