Lei: Claire Stenwick (Julia Roberts) ex-funzionario CIA sensuale, volitiva, totalmente immersa nel proprio lavoro, ora si occupa di controspionaggio industriale, ma quando la sera torna a casa, sente che qualcosa non va nella sua vita, che manca un pò di sale e non solo nell’insipida cena che ogni sera consuma da sola.
Lui: Ray Koval (Clive Owen) ex-agente dei servizi segreti britannici, seducente, fascino mediterraneo e aria da James Bond di ultima generazione, fondamentalmente un romantico, si lascia trasportare dalle emozioni, sente il bisogno forte di credere nei sentimenti per allontanarsi anche solo per qualche momento dal mondo di menzogne e sotterfugi che è la sua vita, anche lui si è dato allo spionaggio industriale.
Il destino: Beffardo e intrallazzatore come il più bieco dei giocatori d’azzardo, li fa incontrare, prima li rende rivali, poi compagni di lavoro e infine complici ed amanti, entrambi hanno bisogno di credere l’uno nell’altra per fuggire la realtà, ma l’indole e anni di missioni gli hanno costruito addosso un’armatura fatta di diffidenza e cinismo che puntualmente si palesa con continue domande ed insinuazioni, troppo bello per essere vero…
Il piano: semplice nel concept ma estremamente rischioso nella realizzazione, allearsi e fregare le rispettive compagnie per cui lavorano, rubare informazioni, qualche grossa scoperta, una formula innovativa che valga milioni di dollari ed una meritata pensione anticipata, e venderla al miglior offerente, si, una montagna di soldi, e poi la fuga, ma i dubbi restano e anche quando il piano sembrerà filare liscio qualcosa in entrambi scatterà, il gioco si è fatto più grande e pericoloso del previsto, chi mente?, chi è sincero?, ma soprattutto alla fine del gioco…chi ingannera chi?
La regia di Tony Gilroy (Michael Clayton), raffinata, intrigante, visivamente ammiccante e a tratti squisitamente retrò fa di Duplicity un film dalle molteplici e sorprendenti sfaccettature. Clive Owen, che nel suo ultimo The International aveva sacrificato all’action qualsiasi cenno di romance qui si lancia di una performance veramente soprendente, completamente a suo agio con la partner Julia Roberts, quest’ultima in un’inedita versione ambigua, sfoggia un sex-appeal da dark lady ed una fragilità che coinvolge e convince.
Il film è un gioco di specchi, una sorta di rompicapo temporale fatto di flashback così ben intervallati e costruiti su molteplici piani temporali che alla fine grazie ad un montaggio efficace riescono a ricombinarsi perfettamente in un finale che solo negli ultimi istanti, forse troppo raccontati, mostrano nella perfetta sceneggiatura un piccolo segno di cedimento.
Comunque tecnicismi a parte Duplicity funziona e diverte, qualche perdonabile peccato veniale qua e là non intacca assolutamente un’operazione vincente, in più di un’occasione sembra di assistere ad un cinema d’altri tempi, ma ben radicato nel presente, una commistione di vintage e moderna spy-story, che una volta miscelata ad una convincente storia d’amore, ad un gruppo di ottimi comprimari e ad una brillante colonna sonora coinvolge al punto giusto appare pronta a soddisfare più di qualche palato.