Continuano i nostri incontri estivi con l’uomo pipistrello, e dopo aver abbandonato la dark-saga cinematografica iniziata da Tim Burton, proseguiamo con quello che è il secondo episodio diretto nel 1997 da Joel Schumacher: Batman & Robin.
Come si intuisce dal titolo, uno degli aspetti di continuità tra il precedente film e questo è la presenza di Robin (Chris O’Donnell), uno degli aspetti meno entusiasmanti della serie per come la vedo io.
In questa sede si aggiunge anche Batgirl (Alicia Silverstone), una nipote di Alfred (Michael Gough). Pensate che Michael Gough e Pat Hingle (il Commissario Gordon) sono gli unici due attori presenti in tutti e quattro i film della serie.
Batman stavolta è impersonato da George Clooney, facendo cadere dal personaggio principale gli utlimi brandelli di oscurità che erano debolmente rimasti dopo il bombardamento stroboscopico e multicolore di Batman Forever.
Il cast è, come al solito, pieno di nomi colossali. A parte i succitati, abbiamo Arnold Schwarenegger e Uma Thurman, nei panni rispettivamente di Mr Freeze e di Poison Ivy, nata dal veleno e dotata del potere conferito da esso.
La trama è quello che è, quindi non mi dilungherò oltre in merito. L’approfondimento psicologico dei personaggi non è tutto quel gran chè, e si limita a un’analisi fumettistica e superficiale.
Siamo ormai abbastanza assuefatti ai rimbalzi emotivi causati dal passaggio alternato dalla parte dei buoni a quella dei cattivi, e viceversa, o alla genesi di una mente malvagia a partire da un grosso dolore o un grosso trauma.
Tale è, infatti, Mr Freeze, infelice e crudele a causa della malattia mortale della moglie; ora, non voglio dire che questi espedienti non siano efficaci nel far filare la trama liscia, ma direi che per giustificare il quarto episodio di una saga che porta una tale nome ci voglia qualcosa di più.
Essendo giunti al quarto episodio viene quasi spontaneo il confronto con il passato e con le origini, senza arrocarsi su posiozioni stereotipiche del tipo “I sequel fanno sempre vomitare”. E qui purtroppo il bilancio somiglia a quello economico dell’Italia di oggi.
I personaggi, pur colorati con le tinte giuste, non sono altro che la pallida eredità di ciò che già è stato scritto e che noi già abbiamo visto. Io adoro Uma Thurman, e Mr Freeze non è assolutamente male, ma poi faccio due passi indietro e vedo la parabola discendente che inizia in alto con il Joker di Nicholson.
Mi piace anche Clooney, e parecchio, ma secondo me ci sta poco come Batman. Tutto questo discorso attribuito ad un film che ad ogni modo si lascia assolutamente vedere, e anche con un certo piacere: io sono legato al personaggio, e qualsiasi manifestazione di esso mi attira e mi incuriosisce.
Gli avvenimenti a cui assistiamo nel film sono inoltre abbastanza rocamboleschi, per cui l’attenzione rimane alta, ma sono convinto che il successivo cambio di rotta ad opera di Christofer Nolan trova un suo perchè anche nei risultati delle ultima due manifestazioni del Cavaliere Oscuro sul grande schermo.