Venite con noi a Parigi nei primi anni settanta. C’è da rivedere un’epoca tumultuosa, le cui menti hanno provato a cambiare il corso delle cose dal punto di vista scolastico e, più in generale, sociologico.
Il Maggio Francese rivive al cinema con Qualcosa nell’aria, film di Olivier Assayas, dedicato alla Francia degli anni post-sessantotto. Un film che ha il dono della semplicità, girato con un cast giovane in grado di strappare applausi che solitamente si riservano ai veterani.
Siamo nel periodo in cui la contestazione studentesca si fa ancora sentire forte, ponendosi come un monito che tutte le generazioni a seguire seguiranno indipendentemente dal colore politico e dal colore della pelle.
Impegno politico e controcultura. Un po’ come gli Indignados. Le periferie parigine dei primi anni settanta sono state uno dei primi luoghi ad accendere il fuoco sacro della protesta per i propri diritti.
Olivier Assayas, con la scusa di omaggiare L’eau froide, una delle pellicole più importanti del cinema francese, ha saputo come descrivere quell’epoca e i suoi tumulti.
Lo ha fatto così bene che a Venezia, in occasione dell’edizione numero 68 della Mostra del Cinema, gli hanno dato il Premio come miglior sceneggiatura.
Non poteva essere altrimenti.
Qualcosa nell’aria è un titolo che già di per sé dice tutto. La cinepresa si concentra su Gilles, un liceale nel vivo dei moti politici e della voglia di ribellarsi, così come molti suoi coetanei.
Gilles ha molti compagni, con il cuore rosso ma con il ‘vizio’ di vedere tutto “o bianco o nero”. In altri termini Gilles non ha vie di mezzo. Esista tra la volontà di impegnarsi soltanto nelle battaglie studentesche e la volontà di dare ascolto al suo cuore e alle sue esigenze di natura personale. Sa che non si vive di sole rivolte, che ci vuole amore e creatività, ma non sa come coniugare i vari elementi e concentrarli in un un’unica pozione.
Per capirlo inizia a viaggiare, da Parigi a Londra passando per la nostra Italia. E’ un po’ lo stesso percorso che farà il film di cui è protagonista. Qualcosa nell’aria, infatti, in questi giorni sarà visto in alcune città italiane in anteprima assolute. La prima tra tutte non poteva non essere Bologna. Anche questo a suo modo è un omaggio agli anni ’70, anni che la ‘Dotta’ ha vissuto nel fermento dei moti di contestazione.
Tornando a Gilles, il tempo gli chiederà di prendere decisioni concrete.
Assayas lo sa bene, un po’ come tutti noi. Le vere decisioni si prendono nei momenti di caos generale. Non sempre si riesce a meditarci su in una casa davanti al mare. A volte le si prendono davanti ad una finestra mentre sotto c’è un corteo di striscioni e lacrimogeni. Gilles, in un certo senso, deve decidere se scendere le scale e parteciparvi o restare in casa e partecipare alla sua vita più intima.