Ryan Burke (Aaron Eckhart) dopo aver perso la moglie per una tragica fatalità utilizza il proprio dolore per un elaborazione del lutto che diverrà prima un libro dal sorprendente successo e in seguito una serie di seminari che porteranno Ryan in giro per gli States a parlare con i suoi lettori che hanno trovato in lui una guida ed un conforto per sopire un dolore che sembrava impossibile da superare.
In realtà Ryan così tanto bravo a confortare e consigliare gli altri non ha avuto il tempo di elaborare il proprio di lutto, una serie di fobie, alcuni tic e l’incontro con Eloise (Jennifer Aniston) una graziosa fioraia lo metteranno di fronte alla cruda realtà di un lutto ed un dolore ancora latenti nel suo quotidiano e che la sua fortunata avventura letteraria con una corsa da un seminario all’altro hanno malamente sopito.
Così ci penserà Eloise a dare una scossa a Ryan che si troverà ad un bivio, percorrere i passi da lui tanto decantati nel suo libro, come affrontare i genitori della moglie con cui non parla dalla morte della compagna o proseguire con la sua carriera da guru mediatico continuando a mentire agli altri e soprattutto a se stesso.
Il debuttante Brandon Camp autore televisivo che per il grande schermo ha firmato solo lo script di Dragonfly-Il volo della libellula con Kevin Costner, si avventura stavolta anche da regista sul limaccioso terreno della dramedy tanto in voga e funzionale in tv quanto non ancora pienamente vissuta come genere sul grande schermo, quindi fa la cosa migliore che si potesse fare evita gli eccessi, vola basso e si affida alla bravura di Aaron Eckhart che nobilita uno script claudicante e alla graziosa Jennifer Aniston decisamente sottotono, ma che si presta a fungere da volenterosa spalla romantica al suo fascinoso collega.
Il lato romance viene affrontato da Camp ispirandosi alle atmosfere sofisticate della Seattle di Insonnia d’amore, il regista prova ad ispirarsi al film e allo stile di Nora Ephron, sia nell’approccio visivo che nell’eleganza e ricercatezza della messinscena, ma non raggiungendone l’efficacia resta sempre in precario equilibrio tra melò, comedy e romance confezionando una pellicola priva di mordente.
Premesso ciò Qualcosa di speciale pur rappresentando tutt’altro che una prova memorabile per Eckhart vanta comunque un protagonista che da solo varrebbe la visione della pellicola, aggiungendo poi che il minimo sindacale di alchimia richiesta per una coppia da romance su schermo i due protagonisti dimostrano comunque di averla.